20 dicembre 2000

Fino al 28.II.2001 La “Fornarina” di Raffaello. Il Restauro Roma, Palazzo Barberini

 
Dopo due secoli la Fornarina si è rifatta il trucco e torna a splendere in tutta la sua bellezza...

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Sono trascorsi circa duecento anni dall’ultimo restauro curato dal Palmaroli e oggi “La Fornarina”, dopo un intervento durato un anno, è tornata al suo originario splendore. Il dipinto, un olio su tavola di cm 85.5 x 61.5, è senza dubbio uno dei quadri più affascinanti del maestro urbinate, soprattutto per il mistero che avvolge la donna ritratta. La tradizione vuole che si tratti dell’amata di Raffaello, più volte raffigurata dal maestro nei suoi dipinti. Dall’Ottocento in poi si è cercato di dare uno spessore storico a questa figura detta “La Fornarina”, perché figlia di un fornaio senese, stabilitosi a Roma. L’attento restauro, che è stato sponsorizzato dalla casa cosmetica Estée Lauder e dalla catena di profumerie Lekythos, ha permesso di ottenere preziose informazioni riguardo la storia del dipinto e la tecnica pittorica di Raffaello. La riflettografia IR, effettuata con un moderno strumento dell’Istituto di Ottica, dotato di scanner per il trasferimento dei dati direttamente sul supporto informatico, ha messo in evidenza il disegno preparatorio e di conseguenza i “pentimenti” che mostrano l’esecuzione immediata e diretta dell’artista. Attraverso la fluorescenza X e le riprese in falso colore sono stati individuati i pigmenti utilizzati nella stesura dei colori, in particolare lapislazzuli per il cielo e lacca rossa per il panneggio, mentre, per il trasparente incarnato, Raffaello adoperò terre mescolate a biacca. Infine la radiografia ha rilevato l’esistenza di un paesaggio alle spalle della modella, successivamente coperto dalle fronde di mirto e melo cotogno, piante sacre a Venere e quindi simboli di amore e desiderio. Altra notazione di grande interesse emersa durante il restauro è che la tavola non appare del tutto completata nella stesura finale delle velature. Ciò è evidente soprattutto nel trattamento dei chiaroscuri in cui mancano alcuni passaggi. D’altro canto questo particolare conferma il fatto che Giulio Romano, allievo di Raffaello, non sia intervenuto successivamente sul dipinto, come era già stato ipotizzato. Durante le ricerche sono stati fatti confronti interessanti con altri dipinti del maestro, come ad esempio “La Velata” conservata a Palazzo Pitti a Firenze, in cui però la modella appare maggiormente idealizzata, rispetto al ritratto Barberini a cui Raffaello diede un tono più terreno e sensuale.
Fornarina 180x265
La giovane donna ritratta esprime tutto il suo fascino nella profondità dello sguardo, nella luminosità dell’incarnato e nella morbidezza delle forme appena velate. Dunque l’altissima qualità pittorica del dipinto, oltre alle testimonianze e alla documentazione fornita dalle diverse fasi di restauro, è evidente anche dal confronto con la copia Borghese, attribuita a Raffaellino dal Colle e realizzata intorno al 1530. In questo caso la riflettografia non ha evidenziato alcun pentimento. Questa iniziativa si è rivelata estremamente interessante, confermando la paternità dell’opera a Raffaello, già nota dal nome scritto sull’armilla che adorna il braccio della modella, e restituendo uno dei capolavori del Rinascimento italiano con qualche segreto svelato in più sulla sua lunga storia.

“La Fornarina” e le opere a confronto saranno esposte all’interno del museo fino al 28 febbraio e fruibili con il normale biglietto di ingresso. Alla fine della mostra, il dipinto tornerà a far parte del contesto museale. Oltre ad una pubblicazione, curata dalla Dott.ssa Lorenza Mochi Onori, è in vendita un CD ROM che illustra le varie fasi del restauro e offre un’analisi storico artistica del dipinto.

Francesca Matarrese


La Fornarina di Raffaello. Il Restauro. Fino al 28.II.2001. Roma, Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini, Via Barberini18. Orario: da martedì a venerdì 9-17, domenica e festivi 9-13, lunedì chiuso. Tel. 06-4824184. Biglietto Lire 12.000. Catalogo “Raffaello La Fornarina”, edizioni De Luca, Lire 15.000.


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6 Commenti

  1. Trovo l’articolo di qualità e mi complimento con l’autrice.
    L’unico appunto che posso rivolgerle e la mancanza di un approfondimento sulla gestualità del soggetto ritratto, che trovo invece molto significativo; inoltre la foto è poco chiara e lo sfondo di cui si parla è assolutamente illeggibile.
    Comunque grazie per le preziose informazioni!

  2. Moltissimi complimenti prima ditutto all’ autore dell’opera e poi alla persona che ha scritto questo commento, scritto in maniera ammirevole e con grande scrupolo per i dettagli.

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