21 giugno 2017

Se i record non bastano. Anche Jeff Koons in crisi?

 

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Non bastano le collaborazioni con il colosso della moda Louis Vuitton, non sono bastati i record mondiali che lo hanno portato ad essere il più costoso artista vivente sul mercato, non bastano i mille e trecento lotti venduti all’asta e non bastano le migliaia di altre opere vendute nelle fiere di tutto il mondo, e tantomeno basta lavorare con gallerie come Gagosian, David Zwirner e Almine Rech. Se anche un artista come Jeff Koon è costretto a ridurre il personale e ritirarsi in uno studio più piccolo ci domandiamo come se la passino quelli che non hanno raggiunto questi risultati in termini di guadagni. Le riduzioni di personale di martedì scorso, secondo fonti, portano il numero di pittori impiegati dallo studio da 60 a circa 30 persone, ed è il terzo turno di licenziamenti in questo settore dello studio dal 2015, anno in cui aveva assunto un esercito composto da più di 100 pittori per completare la sua serie “Gazing Ball” prima del suo debutto alla Galleria Gagosian. Il motivo secondo molti potrebbe essere che l’artista ha scelto di allontanare la sua attenzione dalla pittura negli ultimi mesi, ma l’attuale mostra di Koons da Gagosian a Beverly Hills comprende numerosi dipinti della serie “Gazing Ball”, che però pare non stiano incontrando molta fortuna. Pare invece che i pittori saranno sostituiti da un crescente impiego di tecnologia, tagliando i costi di produzione, da circa 21 dollari l’ora per il pittore contro le spese di acquisto, manutenzione e utilizzo per la macchina, che dati i prezzi a cui vende le opere potranno essere ammortizzati in fretta, in barba all’abilità dell’uomo e al talento, verso una vera e propria fabbrica. 

3 Commenti

  1. Che l’arte contemporanea sia in crisi oramai è un dato di fatto, basta analizzare i valori di vendita di questi ultimi anni in modo ampio e si noterà una flessione di quasi 14% mentre l’arte nel suo complesso è scesa del 7% , e infatti si è notato una grande ritorno al moderno e addirittura al classico, che pareva oramai poco significativo, la mia sensazione è che il gusto delle nuove generazioni sta cambiando tantissimo per cui penso che scenderà ancora, il caso specifico di J.Koons è normale che questo “brand” prima o poi stufasse, anche perchè le ultime opere sono proprio brutte.

  2. L’Arte non è mai in crisi, se mai lo è il sistema dell’arte mercato, come è giusto che sia.

    Se Koons è in crisi, è perché è in crisi il suo messaggio, non cambi il management, ma il suo messaggio; oppure scompaia.

    In futuro non esisterà più l’arte come tecnica. Artisti, siete avvisati: pensate a cosa dicono i vostri dipinti, non come li dipingete, nel 2013 avevo scritto:
    http://jizaino.net16.net/ita/arg/ra_robotartista.html

    L’Anima, il pensiero, il messaggio è fondamentale.

  3. Gli artisti come Koons sono nel mercato e quindi devono sottostare alle regole nel bene o nel male. Purtroppo le sue “Opere ” non hanno niente di nuovo, mancanti di poesia.
    Gli artisti che stanno dietro hanno molto di più da dare all’arte contemporanea sia come novità che come poetiche, non sono alla mercificazione del mercato, e quindi nel tempo saranno apprezzati anche dalle nuove generazioni.

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