31 maggio 2025

Morandi e Fontana, “due artisti che da tempo ormai abitano negli occhi di tutti noi”, a La Spezia

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Fino al 14 settembre il CAMeC, a La Spezia, omaggia due grandi interpreti dell’arte italiana del Novecento, per la prima volta in assoluto in un confronto diretto, con la mostra "Morandi e Fontana. Invisibile e Infinito"

Morandi e Fontana. Invisibile e Infinito- Installation view, CAMeC, La Spezia. Ph. Irene Malfanti

Circa sessanta opere dai più prestigiosi musei italiani (il Museo Morandi di Bologna, la GAM di Torino e il MART di Rovereto) e importanti collezioni private, oltre ad alcune di proprietà del CAMeC, per una mostra che mette insieme due artisti che hanno segnato l’arte italiana e mondiale del secolo scorso. Un accostamento che non è mai stato proposto, almeno in modo così diretto. Le opere dei due artisti non sono mai state così vicine, se non in grandi mostre o collettive dedicate all’arte d’avanguardia italiana. Un confronto che si apre con i Concetti Spaziali di Fontana, dalle opere con i buchi alle tele con pietre, fino al periodo dei tagli, quello delle Attese. E poi una sorta di passaggio di consegne, con le Nature Morte e i Paesaggi di Morandi che definiscono un’epoca sospesa, una contemporaneità malinconica e contemplativa che si fa viva nella forma di piccoli oggetti della quotidianità come caraffe, bottiglie, vasetti e scatole di latta che si alternano a vedute paesaggistiche estranianti, che Morandi era solito osservare da una “finestrina” di pochi centimetri, intrappolate in istanti di vita vissuta. 

Morandi e Fontana. Invisibile e Infinito- Installation view, CAMeC, La Spezia. Ph. Irene Malfanti

Da cosa nasce quindi l’esigenza di far dialogare due grandi maestri come Morandi e Fontana? Maria Cristina Bandera, curatrice della mostra – oltre che autrice di importanti antologie di Morandi al MET e a Palazzo Reale a Milano – spiega «Il nuovo e non scontato accostamento di Morandi con Fontana impone di guardare le sue opere con occhio nuovo. Non solo mettendo a fuoco le composizioni, le infinite variazioni, le sue geometrie, i rapporti tra i volumi, lo scalare delle forme, le armonie dei colori, i superbi esiti tonali, la scansione delle luci e delle ombre, ma impone di intendere il valore degli spazi, così da coglierne l’enigma».

«In altre occasioni e nel passato le opere di Giorgio Morandi e Lucio Fontana si sono trovate ravvicinate, ma si trattava di importanti mostre collettive dedicate all’arte d’avanguardia in Italia. Mai era accaduto di assistere a un confronto così diretto tra i due artisti. Morandi e Fontana sono assurti negli ultimi decenni a poli magnetici per le nuove generazioni smarrite alla ricerca di valori intramontabili nell’arte. Pur restando inconciliabili come due rette parallele, l’uno e l’altro hanno indirizzato lo sguardo verso l’infinito e l’invisibile», ha dichiarato Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento di Firenze che ha curato la mostra assieme alla Bandera e che di recente si è occupato della mostra Lucio Fontana. L’origine du monde e Alberto Giacometti e Lucio Fontana. La ricerca dell’assoluto a Palazzo Vecchio. 

Morandi e Fontana. Invisibile e Infinito- Installation view, CAMeC, La Spezia. Ph. Irene Malfanti

Il percorso espositivo prosegue con i Teatrini di Fontana e con una Fine di Dio*, una delle opere più celebri dell’artista dello Spazialismo. A fine mostra troviamo invece una sezione dedicata ai disegni, gli acquerelli e le incisioni di Morandi e Fontana, lavori che accomunano i percorsi artistici dei due maestri da un punto di vista prettamente tecnico. E non possono mancano le sculture, tra cui le Nature e i Concetti Spaziali di Fontana in vetro, porcellana e ottone. Ma il focus dell’esposizione spezzina verte sulla relazione tra la materia e l’essenza invisibile del mondo, che i due artisti hanno indagato seguendo strade e ispirazioni diverse. Morandi si è servito della ripetitività dei suoi paesaggi e dei dettagli delle sue nature morte e di oggetti essenziali, in cui talvolta le modifiche risultano impercettibili ad un primo sguardo, per sospendere il tempo e dilatarlo, una ricerca interiore formalmente rigorosa ma dalla poesia che lascia senza fiato. L’artista bolognese dà forma ad una realtà rarefatta, un universo in cui gli oggetti perdono la loro originaria funzione e le scene raffigurate sfociano nella metafisica. 

Morandi e Fontana. Invisibile e Infinito- Installation view, CAMeC, La Spezia. Ph. Irene Malfanti

Fontana, piuttosto, esce da questa dimensione intima per allargare lo sguardo all’infinito. La realtà non viene trasfigurata ma spezzata, attraversata. I tagli, i buchi e tutti gli altri gesti effettuati sulla superficie pittorica non sono altro che azione radicale per aprire lo sguardo di chi vi si immerge, permettendogli di contemplare l’incommensurabilità di spazio e tempo, la forza della luce che penetra nelle fenditure, l’emozione di osservare l’ignoto oltre la materia. Ricerche diverse, partite da obiettivi apparentemente opposti, che comunque trovano un punto di contatto nella volontà di spingersi oltre l’immediata percezione del reale. «Forando la superficie, Fontana ha inteso porre fine alla tradizione figurativa occidentale aprendo una nuova era, quella di un’arte libera di circolare fuori dal mondo reale, non più prigioniera dello spazio e del tempo terrestre. L’altro, Morandi, non è uscito fuori dal suo studio, vivendo l’arte come una missione sublime, in modo monacale, tutto dedito alla poesia senza tempo del colore e delle forme. A lui era caro l’infinito dell’invisibile. A Fontana l’invisibile dell’infinito…» ha sottolineato Sergio Risaliti nel testo critico a corredo dell’esposizione spezzina. 

Morandi e Fontana. Invisibile e Infinito- Installation view, CAMeC, La Spezia. Ph. Irene Malfanti

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