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Chiude le porte la 58esima edizione di Art Cologne 2025 (5-9 novembre 2025), la fiera di Colonia che nasceva nel lontano 1967 – è considerata la più antica fiera di arte moderna e contemporanea al mondo. Oltre 160 le gallerie da 25 Paesi presenti all’appello quest’anno, incluse le italiane Dep Art Gallery , 10 A.M. ART, Zaza’, A+B Gallery, Rolando Anselmi (e le gallerie con sedi in Italia, tra cui Thaddaeus Ropac e Richard Saltoun). E poi ancora Dirimart, Sprüth Magers, MINT Gallery, Gathering. Non solo un punto d’incontro per gallerie, collezionisti e istituzioni artistiche in Germania: «L’arte qui è il punto di partenza per conversazioni su ambiente, identità, politica e valori», rivela una nota della fiera.
Quattro le sezioni di Art Cologne, sono Galleries, Newmarkt, Collaborations, ART+OBJECTS. Collaborations, in particolare, è il settore che permette di presentare progetti curati congiuntamente. Quest’anno sono stati presentati, tra gli altri, i progetti corali di A+B (Brescia) e Rolando Anselmi (Roma), DEP Art (Milano) e Taguchi (Tokyo), Galeria de las Misiones (Montevideo/Maó) e Sammer (Miami), oltre a Philipp von Rosen (Colonia) e Petra Seiser (Attersee). Mentre ART + OBJECT mette in dialogo le posizioni dell’arte funzionale, del design e delle arti applicate con le arti visive del XX e XXI secolo. «Rafforza il profilo della fiera, ponendosi come punto di incontro tra arte oggettuale, estetica e cultura materiale».
Quindi, com’è andata l’edizione 2025? Già la preview, il 6 novembre, si apriva con una buona sessione di vendite a sei e sette cifre. Il gigante Thaddaeus Ropac ha esposto – e venduto – l’opera Fingermalerei-Haubentaucher (1972) di Georg Baselitz per € 2,75 milioni. «L’edizione 2025 è stata una piacevole sorpresa», dichiara Antonio Addamiano, fondatore e gallerista di Dep Art Gallery. «Grande affluenza di pubblico che ha apprezzato lo stand monografico dedicato a Regine Schumann in collaborazione con Taguchi Gallery Tokyo. Numerose le vendite già chiuse in fiera nella fascia € 2000-23.000. Grande successo di contatti di curatori di Musei durante lo studio vip program dedicato all’artista che risiede proprio a Colonia».
La milanese 10 A.M ART Gallery ha presentato, nella Art+Object Section, un solo show dedicato a Franco Giuli. «Ha riscosso un notevole successo: alla chiusura sono state 15 le opere vendute in totale, più altre ancora in trattativa, anche con alcuni musei tedeschi», rivela a exibart il Gallery Manager Pietro Bazzoli. «Ottimo segnale il ritorno di collezionisti già conosciuti nelle passate edizioni, così come un buon numero di collezionisti nuovi, non solo tedeschi ma provenienti anche da Francia, Belgio e Olanda. Soprattutto la domenica ci ha stupito in modo positivo, registrando un’enorme affluenza di gente che si è concretizzata in numerose vendite importanti».
Da Gathering, allo stand N004, era esposto un confronto tra Stefan Brüggemann, Ndayé Kouagou e Sebastian Riemer. «Queste opere attraversano i canoni dell’arte del dopoguerra per presentarla come qualcosa da commemorare, ma anche in uno stato materiale di decadenza». Mentre la proposta di Dirimart ha esplorato le pratiche distinte, ma in dialogo, di Ayşe Erkmen, Anselm Reyle, Jorinde Voigt, Özlem Günyol & Mustafa Kunt, Nasan Tur e Karin Kneffel. «Art Cologne è stata un grande successo per la galleria quest’anno», spiega a exibart Levent Özmen, Senior Director di Dirimart, «in quanto segna la nostra prima fiera europea dall’apertura della nostra sede londinese a settembre. C’è stato grande interesse per il dialogo tra artisti tedeschi e turchi che abbiamo esposto nel nostro stand, con particolare interesse e vendite per le opere di Anselm Reyle, Özlem Günyol e Mustafa Kunt».
Parla della fiera come luogo di scambio, ispirazione e riflessione sociale Daniel Hug, direttore e direttore artistico di Art Cologne 2025. «Soprattutto oggi, dove tutto è definito dal cellulare e da Internet l’interazione umana diventa ancora più importante. Lo scambio personale rimane cruciale. Questo è uno dei motivi per cui ci saranno fiere d’arte anche in futuro. Qui non si tratta solo di mediazione artistica, sebbene questo sia in realtà il ruolo più importante di una fiera d’arte, ma anche dell’incontro personale, fisico con l’arte e dello scambio di contenuti con galleristi, altri collezionisti, curatori e personale dei musei. Questa è la base per una buona fiera d’arte e giocherà un ruolo importante anche in futuro».
















