09 maggio 2022

In Scena #7: il Misantropo, il Corsaro e il Complice, gli spettacoli della settimana

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La selezione degli appuntamenti più interessanti della settimana, in scena nei teatri in tutta Italia: dal Misantropo di Molière, al Complice di Dürrenmatt, passando per il Corsaro di Byron

Antonio e Cleopatra, ph. Ilaria Costanzo

In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 9 al 15 maggio 2022.

TEATRO

“Il misantropo” di Molière

Leonardo Lidi, talentuoso interprete teatrale e cinematografico, regista e drammaturgo, mette in scena il capolavoro di Molière, analisi implacabile della società attuale ancora oggi, a quasi quattro secoli di distanza dal debutto (1666), tragedia di un uomo ridicolo che si trasforma nell’opportunità di dare un senso alla nostra quotidianità stravolta, grazie all’amore. Scrive Lidi: «E se ci fossimo abituati alla “chiusura”? La convinzione di essere al sicuro solo all’interno delle proprie quattro mura, comodi sui nostri divani di consapevolezza, può generare pericolose derive: se ci passasse la voglia di uscire dalle nostre certezze, se continuassimo a richiedere il cibo pronto alla porta di casa, in orario, senza dover preparare la tavola e senza dover misurarsi con la pazienza di una coda al supermercato? E soprattutto, e se ci stancassimo dell’Altro?».

Il misantropo

Il misantropo”, di Molière regia e adattamento Leonardo Lidi, con Christian La Rosa, Giuliana Vigogna, Orietta Notari, Francesca Mazza, Marta Malvestiti, Alfonso De Vreese, Riccardo Micheletti e con la partecipazione degli allievi della Scuola del Teatro Stabile di Torino nel ruolo dei marchesi, scene e luci Nicolas Bovey, costumi Aurora Damanti, suono Dario Felli. Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale. Al Teatro Carignano, fino al 22 maggio.

Antonio e Cleopatra

Un adattamento dell’originale di Shakespeare per due attori, con alcuni inserti del testo All for love di J. Dryden, rimontato drammaturgicamente per concentrarsi sui due protagonisti, personaggi famosi in tutto il mondo, che però da questo mondo hanno cercato di fuggire senza esito. Antonio e Cleopatra, ma anche Richard Burton ed Elizabeth Taylor che li hanno interpretati nel famoso kolossal di Mankiewicz, in un gioco di specchi che attraversa le epoche e interseca il teatro con il cinema. Tutto ruota attorno ai due amanti che si trovano alla fine della loro storia, isolati ad Alessandria d’Egitto, costretti ad ammettere il gran conflitto insito nell’amore. In una grande villa, in attesa della fine che si avvicina, si celebra il compleanno di Antonio e i due innamorati lottano per il loro amore, litigano e rimpiangono una vita più semplice, fino al tragico finale, a cui si abbandonano consci della bellezza della loro scelta e dell’inesorabilità della loro fuga. Un’ultima festa decadente e sfrenata d’addio al mondo, per non doversi adattare alle sue regole e “normalizzarsi”.

“Antonio e Cleopatra”, drammaturgia Federico Bellini e Roberto Romei, regia Roberto Romei, con Paolo Briguglia e Alice Spisa, musica e suoni Giovanni Frison, scene e costumi Gregorio Zurla, luci Gianni Staropoli, videomaker Lorenzo Letizia. produzione Teatro Metastasio di Prato. A Prato, Teatro Metastasio, dal 10 al 15 maggio.

“Il Complice “, di Friedrich Dürrenmatt

Una commedia distopica, oltre che metafora ironica di questa nostra “epoca del grottesco e della caricatura”, dello scrittore e drammaturgo svizzero, pubblicata nel 1977. La storia racconta di Doc, uno scienziato famoso che la crisi economica ha buttato sul lastrico e che vive nel sottosuolo di una metropoli. Costretto a lavorare per Boss, potente anziano capomafia, ha inventato una macchina per dissolvere cadaveri: il necrodializzatore. Gli affari vanno a gonfie vele ma Doc e la sua invenzione diventano oggetto di contesa e strumento di lotta tra interessi diversi. Nella gestione della macchina infernale, fra Boss e Doc s’inserisce il capo della polizia, Cop. «Il testo – dichiara Renato Carpentieri – è un’allegoria grottesca, com’era allegoria quella dei Viaggi di Gulliver di Swift: lo stesso Dürrenmatt si definisce il “commediografo più truce che ci sia”. La scelta di una forma allegorica mi ha spinto verso questo lavoro, anche come reazione alla moda teatrale di falso realismo o di sogni estetizzanti sfruttando gli autori classici». Il complice per eccellenza è naturalmente Doc, lo scienziato di una scienza vilipesa e distorta, “l’intellettuale”, ma è evidente che anche tutti gli altri protagonisti sono complici.

IL COMPLICE, ph. Giuliano Longone

“Il Complice “, di Friedrich Dürrenmatt, regia e interprete Renato Carpentieri, e con Salvatore D’Onofrio, Giovanni Moschella, Valeria Luchetti, Francesco Ruotolo, Antonio Elia, Pasquale Aprile; scene Arcangela Di Lorenzo, costumi Annamaria Morelli, luci Cesare Accetta, suono Andreas Russo. A Napoli, Teatro Nuovo, il 12 e 13 maggio.

Ovvi destini

Dopo Trilogia di Mezzanotte, Filippo Gili torna a scavare le relazioni familiari. Tre sorelle. Laura la primogenita, Lucia la seconda, Costanza la più piccola, sui 35. Costanza è su una sedia a rotelle per colpa di un incidente provocato un paio d’anni prima da Laura, la maggiore. Ma né Costanza né Lucia conoscono la disgraziata responsabilità di Laura. La conosce uno strano essere, Carlo, che comincia a ricattare Laura, incallita giocatrice d’azzardo. Violenti gli scontri con Lucia, la sorella di mezzo. Ma su questo si incentra anche il ricatto di Carlo: o dici a tua sorella che due anni fa fosti te, non vista, a fare quel balzo che costò le gambe di tua sorella, o tutti i proventi delle tue vincite li prenderò io. Il senso di colpa per quella disgrazia si fa materiale, sudato, vivo, bollente.

Ovvi destini

“Ovvi destini”, drammaturgia e regia Filippo Gili, con Vanessa Scalera, Anna Ferzetti, e Daniela Marra, scene Alessandra De Angelis e Giulio Villaggio, costumi Paola Marchesin, disegno luci Giuseppe Filipponio, musiche Paolo Vivaldi. A Roma, Sala Umberto, fino al 15 maggio.

DANZA

“Il Corsaro” all’Opera di Roma

Balletto interrotto poco dopo il debutto del 2020 a causa della pandemia, torna in scena Il Corsaro nella nuova creazione coreografica firmata da José Carlos Martínez per la compagnia capitolina. Su libretto di De Saint Georges e Mazilier dal poema The Corsair di Byron, il balletto narra le vicende avventurose della schiava Medora e del corsaro Conrad. Il Maestro Alexei Baklan dirige l’Orchestra dell’Opera di Roma nelle musiche di Adam, Pugni, Delibes, Drigo. L’allestimento è impreziosito da costumi e scene di Francesco Zito e dalle luci di Vinicio Cheli. Due le coppie di grandi ospiti internazionali cui sono affidati i ruoli dei protagonisti: la prima formata dai principal dancer del Royal Ballet di Londra, l’argentina Marianela Nuñez e il russo Vadim Muntagirov (10 e 12 maggio) al suo debutto sul palcoscenico del Costanzi; la seconda è formata dalla ballerina georgiana Maia Makhateli e da Jacopo Tissi (11 e 13 maggio) al suo debutto assoluto all’Opera di Roma. Il giovane ma già affermato talento è il primo ballerino italiano a essere stato nominato, il 31 dicembre 2021, principal dancer del Teatro Bol’šoj. Nei ruoli dei protagonisti danzeranno inoltre l’étoile Susanna Salvi e il primo ballerino Alessio Rezza (14 e 15 maggio).

Il Corsaro, ph. Kageyama

Dancing Bruno

Una risposta alla distanza che ci è accaduta all’improvviso, una distanza non solo geografica, culturale o linguistica, ma fisica, personale, che distoglie dall’altro, scoraggia la prossimità, diseduca alla relazione. Poco alla volta, abbiamo cominciato a ballare da soli, vicini ma senza passi comuni. Luogo di tutti, terra di nessuno, Dancing Bruno è una cavalcata nel ballo popolare tra gli inizi del 900 e i primi anni 70, aggrappati alla sella della storia dei cambiamenti che hanno trasformato il nostro modo di vivere gli spazi, le relazioni, i ruoli e i passi in comune. È un’esperienza partecipata, dove pubblico e performer si fondono in uno stesso gioco, in un fare organico di gente che balla. E chi è Bruno? È anche lui un’idea clandestina: quella di un teatro dove non c’è barriera tra pubblico e palco, il custode di un mondo che non si perde mai del tutto ma si trasforma.

Dancing Bruno

“Dancing Bruno”, Compagnia Sanpapié, ideazione Lara Guidetti, Saverio Bari, coreografie e regia Lara Guidetti, testi Saverio Bari, musiche originali Marcello Gori, musica dal vivo Dino Stellini, costumi Daniela De Blasio, con Saverio Bari, Caterina Cescotti, Luis Fernando Colombo, Gioele Cosentino, Marco De Meo, Marcello Gori, Susanna Gozzetti, Lara Guidetti, Matteo Sacco, Cecilia Vecchio, e con la partecipazione degli allievi di DEOS – Danse Ensemble Opera Studio diretta da Giovanni Di Cicco. Coproduzione Sanpapié e Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse, nell’ambito di “Resistere e Creare”. A Genova, Teatro del Ponente, 14 e 15 maggio.

Bjm – Les Ballets Jazz De Montreal 

La celebre compagnia canadese, con questo spettacolo evoca in “cinque stagioni” i grandi cicli della vita attraverso le opere di Leonard Cohen, osservatore privilegiato della nostra epoca, rivelando e mostrando per ciascuna di esse i temi ricorrenti e universali espressi da una selezione di canzoni attraverso le quali ognuno di noi può facilmente identificarsi. A ogni stagione corrisponde una serie di quadri che rappresentano diversi stati d’animo e sentimenti associati ai diversi colori delle stagioni ed agli elementi naturali. Ma ci sono anche molti riferimenti a luoghi reali, che hanno attraversato la vita artistica di Cohen, evocati grazie a video clips e proiezioni multimediali. La scrittura coreografica è stata affidata a tre coreografi internazionali dallo stile e dalla cifra complementari: Andonis Foniadakis, Annabelle Lopez Ochoa e Ihsan Rustem.

BJM – Les Ballets Jazz De Montreal, ph. Thierry du Bois

“Dance Me. Omaggio a Leonard Cohen”, Bjm-Les Ballets Jazz De Montreal, direzione artistica Louis, Robitaille, drammaturgia e regia Eric Jean; luci Cédric Delorme-Bouchard, Simon Beetschen, video Hub Studio Gonzalo Soldi, Thomas Payette, Jeremy Fassio, costumi Philippe Dubuc. Dopo Vicenza e Modena, a Cremona, Teatro Ponchielli, l’11 maggio. 

C’è vita su Venere

Ultima creazione della coppia artistica Abbondanza/Bertoni. Un assolo interpretato da Antonella Bertoni, nato dall’invito del Festival Natura Dèi Teatri di Lenz Fondazione (Parma) rivolto a diverse artiste per riflettere sul concetto di “sforzo”. Con una coreografia capace di far muovere e rendere presente ogni parte del corpo – dalle punte dei piedi fino ai capelli – in C’è vita su Venere Antonella Bertoni torna in scena da protagonista per indagare varie sfaccettature del corpo femminile e tentare, in quanto donna e danzatrice, di contrastare canoni estetici e rigidi preconcetti. Lo spettatore sarà trasportato in un altrove, un utopico e misterioso pianeta Venere dove potrà confrontarsi con una fisicità in continua metamorfosi e trasformazione.

C’è vita su Venere

C’è vita su Venere”, di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, con Antonella Bertoni, disegno luci Andrea Gentili, elaborazioni sonore Orlando Cainelli, maschera e oggetti di scena Nadezhda Simenova, tecnica Claudio Modugno, abito Chiara Defant. A Bologna, Arena del Sole, il 15 maggio con doppia replica alle ore 17.30 e 20.30.

Luciana Savignano

Due importanti serate attraverso parole, immagini e danza, dedicate all’intramontabile étoile Luciana Savignano, con lo spettacolo Magia di una stella di Susanna Beltrami, in omaggio alla sua lunghissima carriera. Luciana si racconterà al pubblico, partendo da alcuni preziosi cimeli video, che lei stessa commenterà dal vivo. Tra questi, la testimonianza emozionante de la Luna, coreografata per lei da Maurice Béjart, con la quale la grande danzatrice ha girato il mondo. Tra i momenti della serata, ci saranno ovviamente quelli danzati dall’étoile insieme ai danzatori Matteo Bittante e Fabrizio Calanna. Le coreografie sono creazioni di repertorio di Beltrami e rappresentano degli estratti de Le Sacre, ispirato a Le Sacre du printemps di Igor Stravinskij, e Tango di Luna, performance in cui una grande artista incontra il tango, e il tango incontra la sua vita, i suoi pensieri. A chiusura delle serate, l’intervento della giornalista Valeria Crippa per un’intervista diretta con Luciana Savignano, e l’intervento della coreografa Susanna Beltrami a testimonianza del legame pluriventennale con la grande artista.

Magia di una stella di S. Beltrami, Ph. Diego D’Attilio

A Milano, Teatro Fontana, il 14 e 15 maggio. Produzione DANCEHAUSpiù. 

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