24 giugno 2025

100 anni d’arte italiana, da rivivere con ironia: la mostra al MAMbo di Bologna

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Dalle Avanguardie del Novecento alle sperimentazioni dei primi 2000, al MAMBo di Bologna una mostra che capovolge la storia dell’arte contemporanea italiana con la leva dell’ironia

Giuseppe Chiari, L'arte è finita smettiamo tutti insieme, 1974, Courtesy MAMbo

Se pensiamo al piccolo orgasmo del riso come esito alla capacità di alludere, ammiccare, ricondurre verso un significato altro un singolo enunciato, risulterà chiaro come anche il titolo di Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo al MAMbo di Bologna, presuppone in realtà un contesto quanto mai complesso, da leggere e interpretare a seconda della società, del tempo e del luogo in cui si colloca l’ideazione dell’opera. Titolo non propriamente fuorviante, semmai esso stesso paradossale, introduce a quel tipo di contraddittorietà che caratterizza così alacremente la messa in piega della quasi totalità delle opere esposte. E se la vera storia (dell’arte) fosse scritta col metro dell’ironia? Un nuovo parametro che cerca di sondare il pensiero novecentesco e contemporaneo mediante le sue manifestazioni all’apparenza più spontanee, ma a volte anche e criticamente intrise di politica.

Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo, veduta della mostra, MAMbo, Bologna, 2025, ph. Carlo Favero
Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo, veduta della mostra, MAMbo, Bologna, 2025, ph. Carlo Favero

Una delle attuali e più significative esposizioni nell’ambito nazionale, concepita all’interno del programma di ART CITY Bologna 2025 e in occasione dei cinquant’anni dalla fondazione della Galleria d’Arte Moderna, sarà visitabile per tutta l’estate, fino al 7 di settembre. Curata da Lorenzo Balbi e Caterina Molteni, autori anche dei primi contenuti critici all’interno dell’ampio catalogo, la mostra trova sede nella Sala delle Ciminiere, ambiente completamente rinnovato e dai connotati visivi resi ora pregni e significanti, anche a livello strutturale, come sulla base del progetto iniziale ideato da Aldo Rossi a partire dagli anni novanta. Ribaltamento dello spazio museale in un immaginario urbano, secondo le originarie intenzioni dell’autore, le opere vi emergono come visioni di passaggio e monumenti di piazza, un ritorno del rimosso che ammicca all’importanza del rito e della sua natura precipuamente collettiva.

Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo, veduta della mostra, MAMbo, Bologna, 2025, ph. Carlo Favero

La mostra si sviluppa così su sette livelli narrativi, a partire dalle diverse declinazioni dell’ironia intesa come tratto cardine della poetica artistica: il paradosso, il gioco linguistico, la lotta femminista, la critica istituzionale, l’ironia come strumento di propaganda politica e satira, il nonsense, il dark humor e il suo ultimo utilizzo nelle alterne reti del web.

Ad accoglierci l’invito di Gino De Dominicis nella sua Mozzarella in carrozza, dove la consueta frittura è impreziosita dal processo metaforico che vede saltare l’alimento sul mezzo in un paradosso dai tratti metalinguistici e letterali. A emergere è poi il bianco della “finta” scultura di Pino Pascali, da non confondere con l’accento di giallo paglierino nel manto dell’opera di Paola Pivi, buffa riproduzione dell’orso polare in scala 1:1, col muso dimessamente poggiato a terra: Have you seen me before? Sovrastano la grande sala i Ghosts di Maurizio Cattelan, variato il titolo dai precedenti Tourists e Others, provocazione che accomuna gli stormi dei piccioni alle frotte di turisti tipicamente dilaganti nelle città d’arte. Sotto di loro anche alcune tracce significative del lavoro di Piero Manzoni, proprio gli astucci e i barattoli che contengono Linea m 1,76 long e la celebre Merda d’artista.

Paola Pivi, Have you seen me before, 2008, Courtesy MAMbo
Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo, veduta della mostra, MAMbo, Bologna, 2025, ph. Carlo Favero

È dedicato ampio spazio alle Macchine inutili di Bruno Munari, ricerca avviata dagli anni trenta agli anni novanta come ribaltamento del concetto di quella utilità che tanto caratterizza il sistema produttivo del design, in un’ottica di democratizzazione del processo creativo. Nella cornice del Sessantotto la Banda del marameo di Aldo Spoldi fissa un’azione che pare diffondersi in tutto il sociale fino a diventare inarrestabile, dove la beffa è considerata «contemporaneamente gesto di guerra e di gioco», secondo lo spirito dell’epoca.

La mostra testimonia poi come anche le rivendicazioni del movimento femminista abbiano utilizzato il riso come mezzo di riflessione, capace di sovvertire, mettere in discussione e porre domande rispetto ai costumi più assodati della società. Riallestito quindi l’ambiente di Carta da parato di Tomaso Binga, a seguito della performance originale del 1976, si gioca sul significato della condizione femminile in ambito domestico, dove alcune donne, ridotte al silenzio, finiscono per potere solo confondersi con la propria tappezzeria. Segue la pungente critica agli usi e costumi nei collage di Ketty La Rocca, i frammenti assemblati da Lucia Marcucci, la ricerca verbo-visuale di Mirella Bentivoglio, fino al più recente femminismo anarchico di Chiara Fumai, dove conservare le voci di quelle donne che nel corso del tempo finiscono per rimanere fisse sui margini.

Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo, veduta della mostra, MAMbo, Bologna, 2025, ph. Carlo Favero
Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo, veduta della mostra, MAMbo, Bologna, 2025, ph. Carlo Favero

Tra le opere di critica istituzionale spicca On the edge di Piero Golia, il quale porta testimonianza di come nel 2000 durante la Fiera Artissima, si fosse arrampicato in cima a una palma rifiutandosi di scendere finché qualcuno non avesse acquistato una sua opera, insieme vetta e potenziale baratro “sulla cresta dell’onda” del mondo dell’arte. Eva & Franco Mattes propongono invece Copycat, dove è possibile ottenere una fotocopia materiale dell’immagine virale del gatto, mediante lo stesso animale tassidermico disteso su di una fotocopiatrice.

Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo, veduta della mostra, MAMbo, Bologna, 2025, ph. Carlo Favero
Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo, veduta della mostra, MAMbo, Bologna, 2025, ph. Carlo Favero

Non manca il coinvolgimento delle figure dei diretti interessati nel campo della politica come in Piero Gilardi e Roberto Cuoghi, in senso insieme apotropaico, tragico e in parte liberatorio, mentre la sezione del nonsense si conclude con la sperimentazione nel linguaggio poetico di Arrigo Lora Totino, Adriano Spatola, Giulia Niccolai e Patrizia Vicinelli, iniziata tra gli anni cinquanta e sessanta.

Un linguaggio automatico eppure così dissimile nei contenuti dall’esposizione dell’atlante dei meme proposta da Valentina Tanni ma che sembra cogliere puntualmente le due anime della mostra, in bilico tra la rivendicazione propria degli anni dei nostri padri e le storture della sua evoluzione nel nostro attuale «folklore postmoderno».

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