15 novembre 2021

Dario Carratta e Giovanni De Cataldo, L’ora del Lupo – Spaziomensa

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Ultima esposizione della serie di bipersonali a Spaziomensa, l'artist run space romano. Per l'occasione Dario Carratta e Giovanni De Cataldo interpretano “L’ora del Lupo”

"L'ora del lupo". Dario Carratta e Giovanni De Cataldo a Spaziomensa. Ph. Giorgio Benni

L’artist-run space Spaziomensa chiude la serie di mostre bipersonali con l’ultimo appuntamento dedicato a Dario Carratta e Giovanni De Cataldo. Le opere pittoriche e scultoree dei due artisti romani sono riunite a indagare la dimensione sospesa del non luogo, nel limbo tra reale e non reale. Ad accompagnare l’esposizione “L’ora del Lupo”, il testo/racconto della critica d’arte e curatrice indipendente Manuela Pacella. Anche in questa occasione prosegue la collaborazione con la Litografia Bulla, con cui gli artisti hanno realizzato due opere litografiche inedite stampate in tiratura limitata. “L’ora del Lupo” si potrà vedere a Spaziomensa fino al 13 novembre, negli spazi del Citylab971, ex cartiera di Via Salaria a Roma.

L’ora del lupo a Spaziomensa

«Alma, sei stanca? Da molte sere siamo svegli fino all’alba… ma questa è l’ora peggiore. Sai come si chiama? Il popolo la chiama “l’ora del lupo”: è l’ora in cui molta gente muore e molti bambini nascono, è quando gli incubi ci assalgono e se restiamo svegli abbiamo paura». Nel testo d’accompagnamento alla mostra, Manuela Pacella richiama alla memoria le parole che il pittore Johan Borg rivolge a sua moglie, nel film “L’ora del lupo” (1968) di Ingmar Bergman. Il protagonista del film del cineasta svedese è un artista che, rifugiatosi su una piccola isola, di notte rimane sveglio, in bilico tra la percezione della realtà e quella delle sue visioni surreali.

“L’ora del lupo”. Dario Carratta e Giovanni De Cataldo a Spaziomensa. Ph. Giorgio Benni

In “L’ora del Lupo” a Spaziomensa, sono Giovanni De Cataldo e Dario Carratta a dare forma alle loro visioni, suggerite da quei momenti sospesi in cui, di notte, si illumina lo spazio del sonno e dei sogni. Contemporaneamente, la città acquisisce una nuova identità sotto le vesti della quale si legittima “l’accadimento di eventi che trovano la loro ragion d’essere nell’oscurità”. Il non luogo è pretesto di riflessione per i due artisti che hanno disseminato nelle stanze di Spaziomensa dipinti e sculture. Così, creando un nuovo ambiente in cui aleggia un’atmosfera notturna intrisa di mistero, i due artisti ci portano dentro questo “viaggio sincronico”, dove fa luce un neon sprayato di rosa.

Le sculture di Giovanni De Cataldo si modellano sulle forme di alcuni oggetti appartenenti all’immaginario metropolitano, della strada. Immagini rubate dalla città più vandalizzata d’Europa: la panchina rotta, la rete arancione dei cantieri, il martelletto rompivetro. Attraverso un gioco di détournement, queste opere rifanno uno spazio che conserva il ricordo della città di notte però con un carattere quasi metafisico. Qui, la pittura di Dario Carratta disegna personaggi e inquadrature enigmatici, provenienti da un mondo oscuro e lontano dalla quotidianità conformista. Infatti, i suoi dipinti raccontano in frames storie in divenire, come fossero la sineddoche di un più grande inconscio. Tra i nostri pensieri nascosti e quelli non detti, come quei pensieri che si fanno da soli, di notte, passeggiando nelle strade buie di Roma nell’ora del lupo.

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