18 giugno 2022

Il manifesto di ORLAN

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Figura chiave dell'arte della seconda metà del ventesimo secolo, il lavoro di ORLAN si concentra sull'identità e sul suo corpo di donna: una mostra la celebra a Les Abattoirs

ORLAN, ORLAN- OÏDE, 2018, sculpture robotique en métal, sonore et animée, 2 m x 0,75 cm, installation robotique et vidéo, dim. variables © Adagp, Paris, 2022 ; photogr. courtesy de l’artiste

“Manifeste ORLAN. Corps et sculptures”, è il titolo di una grande retrospettiva che ripercorre la carriera di ORLAN dagli anni sessanta ad oggi, presso Les Abattoirs, Musée – Frac Occitanie Toulouse fino al 28 agosto. Ideata in collaborazione con l’artista, curata da Julie Crenn, storica dell’arte e curatrice indipendente, e da Annabelle Ténèze, direttrice del museo tolosino, la mostra punta soprattutto sulla produzione scultorea, si va dunque dai drappeggi alla scultura robotica. ORLAN  – scritto rigorosamente con lettere maiuscole – è meglio conosciuta come performer che come scultrice, per cui la proposta tolosina è un’ottima occasione per scoprire i molteplici aspetti di questa creatrice poliedrica. Il percorso espositivo presenta un centinaio di opere lungo sette sezioni come Corps-Sculptures, Inter-Actions, Musée ORLAN, Hybridations o Performances Chirurgicales.

“Manifeste ORLAN. Corps et sculptures”, les Abattoirs, April-August 2022 © Adagp, Paris, 2022; photographs Margot Montigny

Figura chiave dell’arte della seconda metà del ventesimo secolo, il lavoro di ORLAN si concentra sull’identità e sul suo corpo di donna. Plastico, malleabile e mutevole, il corpo dell’artista francese rivela senza fronzoli le pressioni socio-politico-religiose esercitate sulle donne negli ultimi 50 anni. “È la spina dorsale di tutto il mio lavoro, mettere in discussione la nostra società in relazione al corpo e in relazione allo status del corpo nella nostra società” Dichiara ORLAN. Icona dell’arte femminista, anti-formalista e anti-conformista, l’artista fece scandalo durante la quarta edizione della FIAC. Siamo nel 1977 quando irrompe, senza invito, al Grand Palais di Parigi con Le Baiser de l’Artiste, una performance in cui offre un bacio ai visitatori per 5 franchi.

“Manifeste ORLAN. Corps et sculptures”, les Abattoirs, April-August 2022 © Adagp, Paris, 2022; photographs Margot Montigny

Soldi che vengono poi infilati in un distributore-scultura che la raffigura. Se prima viene ferocemente criticata, l’opera sarà poi acquistata dal Frac (Fondo Regionale Arte Contemporanea), e omaggiata durante il trentesimo anniversario della FIAC in segno di gratitudine e per aver segnato la storia della fiera parigina. L’artista guarda all’iconografia giudaico-cristiana, vedi Maria, la santa, e Maria Maddalena, la prostituta, quali modelli di riferimento della donna occidentale, e Le Baiser de l’Artiste ne è un esempio. Strip-tease occasionnel à l’aide des draps du trousseau (versione 2) del 1974-1975, è invece un’installazione-performance composta da 17 stampe fotografiche in bianco e nero, dove ORLAN assume posizioni fisiche che guardano alla Venere o alla Madonna. Avvolta completamente dalle lenzuola del suo corredo da sposai qui l’artista se ne libera progressivamente fino alla completa nudità.

“Manifeste ORLAN. Corps et sculptures”, les Abattoirs, April-August 2022 © Adagp, Paris, 2022; photographs Margot Montigny

Nella sezione Action ORLAN-CORPS ritroviamo le lenzuola con le quali realizza Robe des MesuRages (1977) e parte di MesuRages, ossia un insieme di fotografie, oggetti e documenti acquistato dal Centre Georges Pompidou nel 2009. ORLAN stravolge così l’uso delle lenzuola del corredo che sono un simbolo di perpetuazione dell’ordine sociale. Le lenzuola diventano poi ampi drappeggi in ORLAN Baroque, dove ci si avvolge con teatralità e umorismo per rompere i codici della rappresentazione femminile della sposa come della santa, con un clin d’œil all’Estasi di Santa Teresa d’Avila di Gian Lorenzo Bernini. I drappeggi sono invece immortalati in quattro bellissime sculture, di recente creazione, esposte nell’atrio del museo. Vuote all’interno, il movimento leggero di pieghe scomposte, il volume come le tinte scelte (argento, dorato, nero e bianco), conferiscono loro sollenità e mistero. Piega dopo piega, queste si dispiegano con forza e dinamismo per narrare di un corpo assente. In L’Origine de la Guerre (fotografia a colori, 1989) ORLAN rappresenta un uomo con le gambe divaricate e il fallo eretto evocando il noto dipinto di Gustave Courbet, L’origine del mondo (1866). L’artista rifiuta la riduzione della donna a semplice anatomia – qui senza braccia, gambe e viso – e associa la mascolinità alla violenza e alla guerra. La scultura robotica in metallo ORLAN-OÏDE (2018), parte di un’installazione video e sonora, è invece dotata di intelligenza artificiale e collettiva. Generatore di testo e movimento – la scultura riproduce il corpo e la voce di ORLAN – questo ibrido dialoga con due volti dell’artista proiettati su schermo.

ORLAN, Septième opération chirurgicale-performance à New York, dite Omniprésence.Ambiance du bloc opératoir pendant la lecture du texte d’Eugénie Lemoine-Luccioni avec traduction en anglais et en langage des signes, 1993, tirage photogr., 168 x 113 cm © Adagp, Paris, 2022 ; Courtesy de l’artiste et Ceysson & Bénétière

Le domande scambiate sono proposte da varie personalità del mondo culturale e scientifico. Un’opera che si colloca nella continuità della sua produzione artistica, che ha fatto del proprio corpo mezzo e espressione della propria arte. Artista pioniera si è appropriata di tecniche scientifiche come la chirurgia e la biogenetica, il suo corpo è per lei un luogo di dibattito pubblico. Nella sezione Prestazioni Chirurgiche si ripercorrono le operazioni eseguite dal 1990 al 1993, e messe in scena a mo’ di reality show, dove il suo corpo viene modificato sotto la sua direzione da chirurghi. Per parlarci di violenza sul corpo delle donne e di stereotipi di bellezza, l’artista si pone degli impianti, usati di solito per alzare gli zigomi, sull’arcata sopraccigliare, creando protuberanze ben visibili sulle tempie.

ORLAN, Empreinte de la bouche sur masque de calque, 1991, cibachrome sous Diassec, 110 x 160 cm, édition 1/7 © Adagp, Paris, 2022 ; photogr. courtesy de l’artiste et Ceysson & Bénétière

Molto sollecitata dalle istituzioni come dai privati, il museo Picasso di Parigi, nel lanciare un nuovo appuntamento con l’Arte Contemporanea, ha invitato ORLAN a presentare un lavoro ispirato all’artista catalano. Un’occasione per vedere la nuova serie Le donne che piangono sono arrabbiate, di cui alcune opere sono esposte a Tolosa. Sono delle fotografie ibride che sviluppano il tema delle modelle e muse, e come lei stessa dice: “Ho riletto l’opera di Picasso per rimettere al centro il soggetto-donna”. ORLAN attraverso scultura, performance, foto, immagini digitali, intelligenza artificiale, realtà aumentata o biotecnologie, ha portato alla luce realtà sociali e politiche, metodicamente sminuite o occultate da norme e consuetudini, mostrando ciò che era, o è ancora oggi per alcuni, intollerabile.

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