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In provincia di Lecco ha aperto un nuovo museo dedicato al pittore Giancarlo Vitali
Arte contemporanea
A pochi passi dall’incantevole lungolago di Bellano, piccolo borgo lombardo adagiato sulle sponde del Lago di Como, sorge il settecentesco Palazzo Lorla, aristocratica dimora dalle origini antichissime incastonata tra le strette vie del centro storico. Oggi, la residenza, abitata fino alla fine dell’Ottocento da una nota famiglia di imprenditori tessili, è stata completamente trasformata e riadattata per ospitare un’esposizione permanente di cento dipinti del pittore e incisore bellanese Giancarlo Vitali. La sua realizzazione è stata possibile grazie alla famiglia dell’artista che ha donato un cospicuo numero di opere, al Comune e all’associazione culturale ArchiViVitali. Quest’ultima, nata nel 2016 e con sede nel comune lecchese, custodisce, ordina e valorizza l’opera del pittore, promuovendone l’arte attraverso numerosi progetti. La direzione artistica del museo è stata affidata alla storica dell’arte Chiara Gatti che definirà il programma culturale annuale affiancata dall’artista Velasco Vitali, figlio di Giancarlo.

Nato a Bellano nel novembre del 1929, Giancarlo Vitali si avvicinò alla pittura sin da giovanissimo, distinguendosi rapidamente per il suo talento, tanto da ottenere una borsa di studio presso la prestigiosa Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano. La svolta nella sua carriera arrivò, però, soltanto nel 1983, quando il critico Giovanni Testori, colpito da alcuni suoi lavori, decise di sostenerlo. Da questo incontro nacque la prima mostra personale di Vitali, inaugurata nel febbraio del 1985. La sua carriera artistica conobbe una continua ascesa, fino alla grande mostra antologica che il Comune di Milano gli dedicò nel 2017, solo un anno prima della sua morte, avvenuta nell’estate del 2018. A sette anni dalla sua scomparsa, nel suo paese d’origine viene inaugurato un museo che porta il suo nome: uno spazio dedicato alla sua memoria, pensato per raccontarne il percorso creativo, valorizzarne l’eredità culturale e rinnovare il legame profondo con la sua terra natale.

Il progetto allestitivo, firmato da Vitali Studio, rielabora totalmente gli ambienti preesistenti in chiave pop, partendo dalle scelte cromatiche vivaci e l’utilizzo di soluzioni reversibili che creano un contrasto con i dipinti, esaltandone la bellezza senza tempo. Il lavoro di Vitali è allestito secondo un criterio tematico, in relazione al nuovo spazio, dando forma a un percorso articolato che si sviluppa attraverso una sequenza di sale. Entrando colpisce immediatamente la prima sala, una vera e propria dichiarazione d’intenti sul concept attuato dai due architetti. Qui, una parete di alluminio riflettente taglia l’ambiente in diagonale, suddividendo la stanza in due sezioni distinte. In questi spazi sono raccolte le opere che ritraggono la famiglia, i volti amici e le presenze costanti nella vita di Giancarlo Vitali. Si tratta di dipinti che raccontano la sfera più intima dell’artista. Tra tutte spicca Germana (1959), ritratto della compagna di una vita, o Autoritratto, realizzato nel 1946 quando l’artista aveva appena diciassette anni, a testimonianza del suo precoce talento. Completano la raccolta i ritratti di Giovanni Testori, dei figli e di alcuni suoi concittadini.

Nella seconda sala sono raccolti, su un grande tavolo circolare, nature morte e rappresentazioni animali. Le viole, i gigli, i conigli o i pesci raffigurati su queste piccole tavole evidenziano uno stile espressionista, in cui le figure emergono attraverso pennellate energiche e spesse che creano composizioni in cui sono accentuati i contrasti cromatici. Le restanti opere, appese alle pareti, invece, ritraggono scene di vita popolare con particolare attenzione alle sfilate delle bande e ai cortei del borgo; sono quadri che celebrano Bellano come un teatro vivente, un luogo che più di qualsiasi altra cosa ha saputo ispirare il maestro lombardo. La sala si affaccia su un grande giardino che, per l’occasione, accoglie Uccelli al museo, un dipinto murale realizzato da Velasco Vitali. Il murale riprende un motivo iconografico più volte elaborato dal padre, ma al tempo stesso è un omaggio ad Agostino Lorla, l’ultimo eccentrico proprietario della casa, appassionato di botanica e animali.

Rientrando, il percorso museale continua attraverso un lungo corridoio nel quale sono collocati una serie di piccole nature morte composte da ortaggi e frutta: sono gli avanzi di tavole imbandite che idealmente ci conducono all’ultima sala, un grande ambiente blu che accoglie alcune tra le opere più suggestive dell’artista come Toro squartato IV. Si tratta di un imponente quadro alto più di due metri, realizzato nel 1984, raffigurante un bovino squartato e appeso. Un’opera drammatica e viscerale, resa ancor più cruda dalla pittura materica, gestuale e carica di colore, capace di evocare la carne viva e il sangue grondante. Osservando attentamente l’opera, si colgono alcune somiglianze con i lavori di Francis Bacon o Chaïm Soutine che ci permettono di immaginare un legame ideale tra la ricerca di Vitali e quelle correnti artistiche dalle quali l’artista ha sempre scelto di mantenersi distante.

Superata l’imponente carcassa, veniamo proiettati all’interno della stanza, dove due serie distinte si fronteggiano su file parallele contrapposte. La prima raccoglie opere che ritraggono corpi di animali smembrati, teste, bistecche, brandelli di carne. Di fronte, invece, si stagliano gruppi di girasoli appassiti e morenti, intrisi di una tragica bellezza. Due mondi solo in apparenza lontani, l’animale e il vegetale, ma entrambi vittime della voracità umana. Sono quadri «tetri, malinconici, claustrofobici, tristi e dolenti», per prendere in prestito le parole di Peter Greenaway, curatore della già citata retrospettiva milanese, che hanno un forte impatto emotivo sullo spettatore, ulteriormente accentuato dalle scelte cromatiche con cui gli architetti hanno concepito l’ambiente.

Il Museo Giancarlo Vitali è un progetto condiviso con il territorio. Come sottolineato dal sindaco Antonio Rusconi, l’apertura del museo contribuisce ad arricchire e impreziosire le politiche culturali promosse in questi anni, volte a valorizzare un territorio da sempre terra di numerosi artisti e intellettuali. L’istituzione mira a diventare il fulcro di un progetto denominato BAC: Bellano Arte Cultura, un vero e proprio itinerario che si sviluppa nel dedalo del centro storico e che comprende monumenti e beni naturalistici, oltre a una serie di eventi e rassegne che animano il piccolo borgo lacustre. Il percorso culturale costituisce una sorta di museo diffuso che riunisce il celebre Orrido, l’ex chiesa di San Nicola Arte Contemporanea, la chiesa di Santa Marta (che custodisce al suo interno un magnifico gruppo scultoreo ligneo di Giovanni Angelo del Maino), la chiesa dei Santi Nazaro e Celso, il Museo del Latte e della Storia della Muggiasca ed infine il Parco Lorla.

Tutti questi luoghi e monumenti costituiscono un insieme affascinante e suggestivo, capace di restituirci la profonda ricchezza culturale che si ritrova, in particolare, nei piccoli borghi disseminati lungo tutta la penisola italiana. In questo senso, Bellano si rivela una scoperta sorprendente per chi ancora non la conoscesse: un luogo dove alla bellezza del paesaggio si affiancano esperienze culturali di grande interesse, a partire dal nuovo Museo Giancarlo Vitali.