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Jeff Koons vince la causa per plagio per le sue opere con Cicciolina
Arte contemporanea
di redazione
Nel mondo dell’arte contemporanea, le dispute legali legate al copyright sono il pane quotidiano delle cronache e Jeff Koons spesso deve pagare il conto ma, questa volta, può tirare un sospiro di sollievo. Il 26 febbraio 2025, un tribunale statunitense ha respinto la causa intentata dallo scultore e scenografo Michael Hayden, stabilendo che il tempo per avviare un’azione legale era scaduto. Hayden, originario del Canada, aveva accusato Koons di aver utilizzato senza autorizzazione una sua scultura in diverse opere della notissima serie Made in Heaven (1989-1990), senza il dovuto riconoscimento dei diritti d’autore.
Il plagio di Jeff Koons: un serpente conteso
Al centro della disputa per plagio, una scultura creata da Michael Hayden nel 1988 per la performer Ilona Staller, nota come Cicciolina, allora musa e compagna di Jeff Koons. La scenografia realizzata da Hayden raffigurava un serpente avvolto intorno a una roccia e veniva utilizzata durante le esibizioni di Staller. Secondo Hayden, l’elemento era stato riprodotto senza autorizzazione in alcune opere chiave della serie Made in Heaven, che fu esposta anche alla Biennale di Venezia del 1990, tra cui la litografia Made in Heaven (1989), la scultura policroma Jeff and Ilona (1990) e il dipinto Jeff in the Position of Adam (1990).
Prescrizione e mancata tempestività
Hayden ha dichiarato di aver scoperto l’uso non autorizzato della sua opera solo nel 2019, quando un conoscente gli ha segnalato un articolo su una controversia tra Staller e la casa d’aste Sotheby’s, legata proprio alla serie Made in Heaven. Solo nel 2020 l’artista canadese ha registrato il copyright della sua scultura e nel 2021 ha intentato la causa contro Koons.
Il giudice distrettuale Timothy Reif ha però respinto la causa, sottolineando che le opere di Koons avevano già ricevuto ampia copertura mediatica dal 1990 in poi. Secondo la corte, Hayden avrebbe potuto e dovuto accorgersi prima della presunta violazione, pertanto, la sua denuncia è stata considerata prescritta.
Koons e i plagi: la giurisprudenza
Nonostante la decisione sfavorevole, Hayden ha annunciato l’intenzione di presentare appello. Il caso si inserisce in una lunga serie di controversie che hanno coinvolto Koons nel corso della sua carriera, spesso accusato di trarre ispirazione in modo troppo spregiudicato da opere preesistenti. A prescindere dagli esiti e dal giudizio estetico, l’esperienza di Koons di certo ha aiutato molto la giurisprudenza.
Già nel 1992, Koons fu citato in giudizio dal fotografo Art Rogers per aver copiato senza autorizzazione la sua fotografia Puppies (1985). Koons aveva trasformato l’immagine in una scultura intitolata String of Puppies (1988), senza riconoscere né compensare Rogers. La corte stabilì che l’opera di Koons non poteva essere considerata fair use, poiché riproduceva fedelmente la composizione della foto originale.
Nel 2018, fu i pubblicitario Franck Davidovici a intentare una causa contro Koons per la scultura Fait d’hiver (1988), che riprendeva un’illustrazione da lui creata per una campagna pubblicitaria del brand Naf Naf nel 1985. Il tribunale francese riconobbe la violazione del copyright e condannò Koons e il Centre Pompidou, che aveva esposto l’opera, a risarcire Davidovici.