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La nuova Fondazione Emilio Scanavino rilegge se stessa attraverso la storica Triennale del 1954
Arte contemporanea
A Milano, fino al 22 giugno 2025, la nuova sede della Fondazione Emilio Scanavino ospita la mostra Les Monstres Amis. Emilio Scanavino e la X Triennale, a cura di Michel Gauthier e Marco Scotini. L’esposizione propone una lettura storica e critica di uno degli snodi fondamentali del Novecento artistico e industriale: la X Triennale del 1954.
«Caro Sergio, preferirei così; Ripensate a digiuno:
1. Vediamo solo ciò che crediamo di vedere
2. Una cellula è un sole (non il Sole)
3. L’uomo trova se stesso quando il caos sta per sopraffarlo
4. Il moto naturale delle cose. Il loro linguaggio!
5. Assetati di verità. Esprimerla…….
Saluti e grazie.
Scanavino. Genova, 20-10+-54»
La mostra si apre proprio con questa lettera: parole che anticipano una poetica, una ricerca,un uomo che trova se stesso nel caos. Les Monstres Amis, dal forte carattere storico e con un’impostazione storicistica, ricrea l’ambiente originario della sala delle ceramiche della X Triennale, curata da Joe Colombo. Uno spazio che riuniva opere realizzate nei laboratori di Albisola durante l’estate del 1953 da artisti come Enrico Baj, Sergio Dangelo, Corneille, Asger Jorn, Roberto Matta, Lucio Fontana e, naturalmente, Emilio Scanavino.

Quell’edizione della Triennale si inseriva in un momento in cui il design funzionalista veniva
apertamente messo in discussione dal Movimento Internazionale per un Bauhaus Immaginista, destinato a confluire nell’Internazionale Situazionista. La mostra nasce da
questa sinergia, una commistione di nomi, linguaggi e approcci che generò nuove forme di
espressione artistica. In questo contesto, la sezione dedicata alla ceramica divenne un
punto d’incontro tra artisti e produzione industriale, tra arte e artigianato. Scanavino fu
protagonista di un processo di sperimentazione e rottura. Le sue ceramiche testimoniano
una ricerca profonda sulla deformazione dell’immagine e sull’espressività corporea, elementi che si ritroveranno poi nella sua pittura e scultura.

Ecco allora grandi vasi, vasi tagliati, vasi neri, piatti decorati, sculture e dipinti: oggetti che
restituiscono un altro senso del graffio, un segno inteso come traccia, come gesto che
esprime. Opere cariche di trasporto emotivo, dense del colore e delle terre che le hanno
generate. Oggetti corporei, in cui la funzione sfuma, si dissolve, evade dal proprio
significato. In mostra trovano ampio spazio i materiali d’archivio: lettere, appunti, parole germinali. Rettangoli di carta dove l’uomo si cerca e si ritrova nel caos, nelle idee, tra tagli,
segni, interruzioni.
L’opera-oggetto si trasforma in narratrice di storie: un involucro di ceramica che, per sua
natura e funzione, racchiude visioni duali, geografie che da pittura diventano scultura, e da
scultura oggetto ceramico.

Il titolo della mostra, Les Monstres Amis, rimanda proprio a questo spirito di non-conformità: tratto da un’incisione su un vaso, evoca creature che rifiutano di adattarsi, che abitano i confini tra arte e design, tra industria e manualità.
La mostra racconta anni di ricerca della Fondazione, attraverso documenti d’archivio
ritrovati, lettere, schizzi, spunti concettuali, e mette in dialogo dipinti con vasi, stampe con
piatti, ricreando una sorta di diorama della X Triennale. Un evento che, nel 1954, non si
limitò a presentare oggetti, ma si trasformò in un crocevia di idee, alimentando una
riflessione profonda sulle trasformazioni sociali e culturali del dopoguerra.
Questa è la prima mostra organizzata nella nuova sede della Fondazione Emilio Scanavino,
e si propone di indagare a fondo il contesto storico, artistico e teorico dell’artista, mettendo in luce il suo ruolo cruciale in quel fiorente momento creativo.