13 luglio 2021

Nino Migliori, Via Elio Bernardi, 6. Ritratti alla luce di un fiammifero – Museo Civico Archeologico

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Fermando l’istante in cui il viso viene illuminato dalla luce, Nino Migliori a Bologna mostra il suo interesse verso la natura, e la sua interazione con il mondo circostante

Nino Migliori, Via Elio Bernardi, 6. Ritratti alla luce di un fiammifero - Museo Civico Archeologico

Il Museo Civico Archeologico di Bologna ospita la personale del fotografo Nino Migliori, fino al 31 luglio 2021, a cura di Alessandra D’Innocenzo Fini Zarri, promossa da Do Ut Do, cantiere di progetti artistici dell’Associazione Amici della Fondazione Hospice e Fondazione Nino Migliori, in collaborazione con Istituzione Bologna Musei e Fondazione Cineteca di Bologna. Seicento ritratti fotografici in bianco e nero, in formato 18×24 cm, di personaggi famosi e persone comuni, dai giovani all’età matura, realizzati tra il 2016 e il 2021, nel suo studio di Bologna, in Via Elio Bernardi, 6, caratterizzati da una grande peculiarità: l’essere stati scattati alla luce di un fiammifero. Il noto fotografo bolognese in queste opere prosegue la sua ricerca narrativa e concettuale, focalizzandosi sullo studio della luce, da sempre elemento fondamentale del suo lavoro.

Nino Migliori, via Elio Bernardi 6

Ma non solo, egli vi associa l’elemento performativo dell’accensione del fiammifero e l’attenzione al tempo entro cui si consuma, fermando l’istante in cui il viso protagonista dello scatto, viene illuminato dalla luce. L’interesse verso la natura, sia inanimata che animata, nata da Lucrezio, spinge Migliori ad approfondirne l’aspetto di interazione con il mondo circostante e partendo dalla serie Lumen nella quale aveva fotografato opere del mondo antico a “lume di candela”, approda ai seicento ritratti raccolti nella grande sala del Museo Civico Archeologico enfatizzandone come i volti riflettano diversamente la luce e come il fuoco sia un elemento costitutivo della sua pratica artistica, iniziata con i Pirogrammi, d’ispirazione per diversi artisti quali ad esempio Burri e proseguita fino ai giorni nostri. L’amore per la sperimentazione nata dallo studio di Leonardo e l’andare contro le regole artistiche predefinite sulla scia del suo modello Duchamp lo hanno da sempre portato a rompere gli schemi classici dell’immagine, cercandone una nuova dimensione, nuovi domini di rappresentazione. Ed è proprio osservando i seicento volti ritratti nelle fotografie in mostra, che è possibile ammirare e navigare attraverso una cartografia umana degli anni 2000, dove è rappresentata l’intera umanità caratterizzata dai propri stati d’animo, espressioni, emozioni.

Nino Migliori, via Elio Bernardi 6

Lo si evince da tutti i protagonisti, da cui emergono dei tratti distintivi della loro personalità, come ad esempio la solarità, la bellezza, il fascino, il sorriso, l’entusiasmo, lo sgomento, lo stupore, la meraviglia, l’enigma, la riflessione sul mistero della vita. Un viaggio lungo un percorso espositivo osservando e fermando lo sguardo sui differenti volti ritratti attraverso l’obiettivo, l’occhio, la personalità di Nino Migliori. La fotografia diviene mezzo per esprimere, comunicare, imprimere la realtà attraverso un differente modo di guardarla e immortalarla tramite la macchina fotografica, che diviene mezzo e strumento per sperimentare, innovare prolungare lo sguardo dell’artista. La mostra, inserita nel programma di Bologna estate, è al contempo parte di un progetto più ampio, composto da tre fasi: la mostra stessa, il catalogo formato da oltre 600 pagine, il libro d’artista intitolato Museum, in cui tutte le fotografie esposte saranno raccolte in un Libro d’Artista, in copia unica, a firma di Nino Migliori, composto da 12 volumi e un contenitore interamente rilegati a mano.
Presente, inoltre, una finalità etico-sociale: il ricavato delle varie fasi del progetto, sarà devoluto alla Fondazione Hospice MT. Chiantore Seràgnoli, Bologna.

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