09 dicembre 2020

“Ogni epoca si rinnova gli occhi”, grazie ai Maestri

di

Pasquarosa con Claire Fontaine e Marinella Senatore, per raccontare il femminile e il femminismo come percorsi in trasformazione, e terreni vivi di nuove ricerche e prospettive critiche. E c'è anche Piero Golia

Claire Fontaine, Beauty is a ready-made, 2020, mixed materials (led tube, metals, electrical equipment), 31 x 462,2 cm, private collection - La Fondazione, CLAIRE FONTAINE | PASQUAROSA | MARINELLA SENATORE a cura di Pier Paolo Pancotto, 20 ottobre 2020 – 16 gennaio 2021. Ph Daniele Molajoli

“Ogni epoca si rinnova gli occhi”, come disse Max Friedländer. E questo sguardo che muta, questa seconda chance che storicamente ci è data, è la forza motrice che ha consentito la progressione stessa del gusto e del pensiero critico nei secoli. Tale suggestione ci accompagna nel percorrere lo spazio espositivo de La Fondazione, che in occasione della Quadriennale di Roma riunisce le opere di Claire Fontaine (collettivo artistico fondato nel 2004), Marinella Senatore (Cava de’ Tirreni, 1977) e l’artista del Novecento Pasquarosa Marcelli (Anticoli Corrado, 1896 – Camaiore, 1973), conosciuta più comunemente come Pasquarosa.
La linea sposata dal curatore Pier Paolo Pancotto apre a contaminazioni e variazioni su tema che attraversano lo spazio e il tempo, stimolando dialoghi cronologicamente impossibili ma profondamente significativi. La riscoperta e il confronto con gli autori del passato, d’altronde, è esercizio necessario per il nutrimento del linguaggio contemporaneo, e questo si rivela ancor più vero per quanto riguarda la produzione artistica femminile, che ancora paga lo scotto delle numerose lacune critiche e storiche imposte dal sistema patriarcale.

Pasquarosa, Angelina, 1915, oil on canvas, 50 x 50 cm, ANPB, Roma – La Fondazione, CLAIRE FONTAINE | PASQUAROSA | MARINELLA SENATORE a cura di Pier Paolo Pancotto, 20 ottobre 2020 – 16 gennaio 2021. Ph Daniele Molajoli

In effetti, seppur poco riconosciuto in termini storici, il percorso artistico di Pasquarosa fu, in vita, tutt’altro che adombrato, tanto che Cipriano Efisio Oppo arrivò addirittura a parlare di un “fenomeno” Pasquarosa. La vivace materia pittorica dell’artista si muove attraverso i generi classici, dal ritratto alla natura morta, esprimendo un’attenzione pregevolissima per il dettaglio che si arricchisce di esiti e soluzioni pittoriche di grande libertà. In forza di tale qualità, Pasquarosa è stata inclusa nelle manifestazioni artistiche più riconosciute del suo tempo, come la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Roma, al punto da vedersi dedicata, nel 1929, una mostra personale alla Arlington Gallery di Londra.
E forse proprio l’intensità di questa parabola di vita ha reso Pasquarosa l’interlocutrice ideale per le ricerche artistiche di Claire Fontaine e Marinella Senatore, permettendo non solo di raccontare un femminile e un femminismo come percorsi in trasformazione, ma anche di affermarli come terreno vivissimo di nuove ricerche e prospettive critiche. Confrontando i dipinti novecenteschi con le opere più contemporanee, si ha percezione lampante di uno sguardo femminile che muta il suo tono, diviene graffiato e graffiante, racconta del valore universale della solidarietà femminile come forza motrice ruggente. Valori che ancora oggi, nel tempo delle emozionanti immagini delle proteste in Polonia, si presentano come espressione di una potenza sociale concreta, strabordano dall’ambito artistico ed investono la totalità dell’esistenza.

La Fondazione, CLAIRE FONTAINE | PASQUAROSA | MARINELLA SENATORE a cura di Pier Paolo Pancotto, 20 ottobre 2020 – 16 gennaio 2021. Ph Daniele Molajoli

Oggi, che le attività della Fondazione e la mostra “Claire Fontaine | Pasquarosa | Marinella Senatore” sono visibili solamente online, un altro appuntamento da non perdere è per domani, 10 dicembre, con la presentazione del catalogo di Piero Golia, la cui mostra – la scorsa primavera – è stata colpita in pieno dal lockdown. Come ricorda Pier Paolo Pancotto:

“La mostra di Golia, la sua prima personale presso un’istituzione privata in Italia, presentava i resti della performance inaugurale tenutasi il 21 gennaio 2020: una grande festa aperta a tutti con musicisti, cantori e una squadra di operai. Contestualmente, nella cosiddetta project room presentavamo la prima mostra in un’istituzione italiana dell’artista Radu Orejan (Tarnaveni, 1984). Programmata per chiudere al pubblico il 21 marzo 2020, la mostra è stata purtroppo sospesa prima della data stabilita, colta dal primo lockdown generale emanato dal governo italiano per il contenimento del contagio di Covid-19. Questa conversazione intende finalmente restituire al pubblico la possibilità di scoprire il progetto espositivo, la sua genesi, come si inserisce in “La stagione romana” e fare esperienza dell’opera dell’artista”.

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