21 ottobre 2022

Sezioni/Intersezioni. 25 anni della collezione del Museo Guggenheim Bilbao

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Il Guggenheim di Bilbao celebra il suo 25esimo anniversario con un'ambiziosa mostra che ne ripercorre la storia

Yayoi Kusama Infinity Mirrored Room — A Wish for Human Happiness Calling from Beyond the Universe, 2020 Mirrored glass, wood, LED lighting system, metal, acrylic panel Ed. Nr.: 1/5 293.7 × 417 × 417 cm Courtesy Ota Fine Arts ©YAYOI KUSAMA, Bilbao, 2022

L’intero museo dedicato all’esposizione delle opere della collezione. Il Guggenheim di Bilbao chiude le celebrazioni per il proprio 25esimo anniversario con una mostra, Sezioni/Intersezioni, che ha la dimensione poderosa del progetto che a fine XX secolo ha portato una città in crisi a reinventarsi – con enormi investimenti, ma anche con una visione di politica culturale fortissima – intorno a un edificio impossibile di Frank Gehry, divenuto rapidamente un simbolo del turismo globale. Dentro quello spazio museale è cresciuta una collezione che ora si mostra per quella che è, ossia una lampante negazione dell’idea, circolata per anni, che “il contenitore fosse meglio del contenuto”.

 

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Oggi che il museo celebra questa ricorrenza è possibile scrivere che l’edificio e la collezione si sono sviluppati insieme, simbioticamente, ciascuno in un certo senso integrandosi e ibridandosi con l’altro. Per ovvi motivi di dimensione: alcune opere sono universali anche nella misura, si pensi a certi Kiefer da fine del mondo o all’illuminante Rothko giallo e rosso del 1952-53: per contenerli serve uno spazio che sia sconfinato come le loro ambizioni.

Ma non si tratta solo di questo: c’è anche un elemento più sottile, ossia la fondamentale inafferrabilità sia dell’architettura, sia delle opere d’arte. Il mare di alluminio e rame di El Anatsui, 14 metri per 8 di pura meraviglia, per esempio, è un lavoro che va oltre i confini tradizionali di “un’opera da appendere alla parete” perché quello che vediamo è realmente un mare. La sala di Francesco Clemente, qualunque cosa si pensi della Transavanguardia (e si può esserne legittimamente scettici), non è solo una stanza con molti dipinti di uno stesso pittore, ma somiglia a uno spazio che prova ad aggiungere un’altra dimensione, esattamente come cercano di fare le strutture di Gehry. A partire da questa di Bilbao.

Alla luce di tutto ciò, anche se l’opera si trova al primo piano del Guggenheim, ha senso arrivare a Yayoi Kusama e alla sua Stanza dagli specchi infiniti a fine visita, dopo avere assorbito tutta la potenza monumentale di Jenny Holzer o di Richard Serra, di Baselitz, di Yves Klein o di Thomas Struth. In quel piccolo ambiente, l’artista giapponese si prende delicatamente gioco di noi, catapultandoci in uno spazio senza fine di cui, è chiaro, conosciamo i limiti fisici, ma del quale accettiamo la proiezione sconfinata, la serissima e decisiva facezia (verrebbe da dire, citando David Foster Wallace, l’Infinite Jest) che l’arte innesca quando vuole andare più lontano ancora.

E noi con essa.

Info:
Sezioni/Intersezioni
25 anni della collezione del Museo Guggenheim Bilbao
19 ottobre 2022 – 22 gennaio 2023
A cura di Lekha Hileman Waitoller, Manuel Cirauqui, Geaninne Gutiérrez-Guimarães, Lucía Agirre e Maite Borjabad

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