12 aprile 2022

Turner Prize 2022: annunciata la shortlist dei finalisti. Ecco i loro profili

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La Tate Liverpool ha rivelato la shortlist del Turner Prize 2022: ecco i profili - molto eterogenei - di Heather Phillipson, Ingrid Pollard, Veronica Ryan e Sin Wai Kin, tutte donne o di genere non binario

Heather Phillipson, Ingrid Pollard, Veronica Ryan e Sin Wai Kin sono i quattro artisti nominati nella shortlist del Turner Prize 2022. I membri della giuria dell’ambitissimo premio dedicato all’arte contemporanea made in UK, che dopo 15 anni ritorna alla Tate Liverpool, sono Irene Aristzábal, Head of Curatorial and Public Practice di BALTIC, Christine Eyene, ricercatrice alla School of Arts and Media UCLAN, Robert Leckie, regista, e Anthony Spira, Direttore di MK Gallery. Insomma, se l’anno scorso la vittoria degli Array Collective fu storica, prima volta che il Turner veniva attribuito a un gruppo composito, questa volta si torna sulla tradizione dell’artista singolo, se si può usare il termine tradizionale per un premio del genere, che oltretutto, negli ultimi tempi, ci ha abituato a sorprese particolarmente interessanti, come quando, nel 2019, fu condiviso tra i quattro finalisti, Lawrence Abu Hamdan, Helen Cammock, Oscar Murillo e Tai Shani. Anche questa edizione, infatti, non è da meno: le finaliste sono donne e di genere non binario, tutte direttamente coinvolte in movimenti a sfondo sociale, anche al di là della pratica artistica.

La mostra collettiva dei finalisti si terrà dal 20 ottobre 2022 al 19 marzo 2023 alla Tate Liverpool, che pochi mesi fa ha annunciato un ambizioso progetto di riqualificazione da 27 milioni di euro. Ogni anno il Turner Prize viene assegnato a un artista nato o attivo in Gran Bretagna, con il vincitore che riceve un premio di 25mila sterline e un posto nell’Olimpo dell’arte contemporanea. Nel 2007, la Tate Liverpool è stata la prima sede espositiva fuori Londra a ospitare il premio, nell’ambito delle manifestazioni della Capitale Europea della Cultura.

Shortlist Turner Prize 2022: chi sono i finalisti

Nominata per la sua mostra personale “RUPTURE NO 1: blowtorching the bitten peach”, in corso alla Tate Britain, e per “THE END”, la sua commissione per il Fourth Plinth, Heather Phillipson è uno dei nomi più caldi dell’arte anglofona. La sua ricerca si traduce in una varietà di media tra cui video, scultura, musica, installazioni su larga scala, opere online, testi e disegni. Nata nel 1978 nel distretto di Haringey, nel nord di Londra e poi cresciuta a Greenwich, Phillipson è anche un’acclamata poetessa e il suo lavoro è stato presentato in varie sedi internazionali, dalla Serpentine Gallery di Londra alla Biennale d’arte di San Paolo, ricevendo numerosi premi per le sue opere. Attualmente vive e lavora ad Hackney, nell’East London e dal 2016 è mentor di Arts Emergency, ente di beneficenza con sede nel Regno Unito impegnato per favorire l’accesso alle arti ai ragazzi di età compresa tra i 16 e i 19 anni, provenienti da contesti svantaggiati.

Heather Phillipson THE END © David Parry PA Wire

Ingrid Pollard è stata nominata per la sua personale “Carbon Slowly Turning” alla MK Milton Keynes Gallery. Lavora principalmente con la fotografia ma anche con la scultura, il film e il suono, attraverso cui esprime temi incentrati sui concetti di razza, identità e sessualità. La giuria ha scelto per la sua capacità di «Scoprire vicende e storie nascoste in piena vista». A colpire i giurati, in particolare, gli ultimi sviluppi della sua ricerca, in particolare la nuova serie di sculture cinetiche e antropomorfe. Nata nel 1953, Pollard è fa parte di Autograph ABP – Association of Black Photographers, e attualmente vive e lavora a Londra, dove è anche docente di Fotografia alla Kingston University. Dal 2005 al 2007 ha curato Tradewinds2007, un progetto espositivo internazionale al Museum of London Docklands. Ha partecipato a mostre collettive alla Hayward Gallery e al Victoria & Albert Museum.

Ingrid Pollard, Self Evident (detail), 1992 © and courtesy of the artist

A valere a Veronica Ryan la nomina nella shortlist del Turner Prize 2022, sono stati la sua mostra personale “Along a Spectrum” e il suo lavoro per la Hackney Windrush Art Commission a Londra. Ryan crea oggetti scultorei e installazioni utilizzando combinazioni di forme naturali e materiali fabbricate, per fare riferimento ai temi dello spostamento, della frammentazione e dell’alienazione. La giuria ha citato il nuovo corpus di lavori realizzato durante una residenza a Spike Island, inerente l’ecologia, la storia e la dislocazione, nonché l’impatto psicologico della pandemia. Ryan è nata nel 1958 a Plymouth, la capitale de jure dell’isola di Montserrat, un territorio d’oltremare del Regno Unito situato nella catena delle Piccole Antille, e città fantasma, abbandonata nel 1997 a causa delle eruzioni vulcaniche. È cresciuta e si è formata in Gran Bretagna e nel 2021 è stata nominata OBE – Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico per i servizi resi all’arte.

VERONICA RYAN, ALONG A SPECTRUM (2021) INSTALLATION VIEW, SPIKE ISLAND, BRISTOL. COMMISSIONED BY SPIKE ISLAND, BRISTOL AND SUPPORTED BY FREELANDS FOUNDATION. PHOTOGRAPH BY MAX MCCLURE. COPYRIGHT VERONICA RYAN. COURTESY SPIKE ISLAND, BRISTOL, PAULA COOPER GALLERY, NEW YORK AND ALISON JACQUES, LONDON

Nominat* per il suo coinvolgimento al British Art Show 9 e per la sua presentazione alla Blindspot Gallery per Frieze London, Sin Wai Kin, FKA Victoria Sin, è nat* a Toronto, nel 1991, e si è trasferit* a Londra nel 2009. Sin Wai Kin è not* per le sue performance incentrate sulla pratica del travestimento, usata per «Interrompere i processi normativi di desiderio, identificazione e oggettivazione», sovvertendo riferimento di matrice pop e popolare, da Jessica Rabbit a Marilyn Monroe. La giuria ha messo in evidenza il suo film “Dream of Wholeness in Parts” del 2021, nel quale la filosofia tradizionale cinese si ibrida con la musica e la poesia contemporanea, coltre che con l’estetica drag.

Sin Wai Kin (FKA Victoria Sin) nel 2018 al Live Art Bistro, Leeds. Ph Josiefraser

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