12 maggio 2022

L’estate espansa di Centrale Fies: tre appuntamenti da maggio a luglio

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Centrale Fies celebra 43 anni di attività con una serie di appuntamenti estivi, da giugno a luglio, per approfondire temi ed espressioni delle arti performative, tra mostre, incontri e Live Works

Centrale Fies, credits Alessandro Sala

Una serie di appuntamenti diffusi negli spazi, dilatati nel tempo, espansi tra i linguaggi delle arti performative contemporanee, per celebrare 43 anni di attività in prima linea, al di qua e al di là del palco, della scena: Centrale Fies apre al pubblico con una programmazione scandita in tre momenti, dal 26 maggio al 3 luglio, contraddistinti dalle linee di ricerca messe in pratica durante l’anno: “Un Weekend Cannibale da sogno” (27 – 29 maggio), “apap-Feminist Futures” (17 – 19 giugno), “Live Works Summit” (1 – 3 luglio).

Da archeologia industriale a strumento culturale

Tutto iniziò nel 1999, su impulso di Barbara Boninsegna e Dino Sommadossi che, insieme alla Cooperativa il Gaviale, ripresero l’esperienza del festival drodesera, nato nel 1981. Già importante testimonianza di archeologia industriale del Trentino, negli anni Centrale Fies è diventata, di fatto, una vera e propria impresa culturale, la cui attività è connotata da un modello di sostenibilità ibrido, cui concorrono contributi pubblici e privati.

CollettivO CineticO, Manifesto Cannibale, ph. Carolina Farina

«In questi anni, Centrale Fies sceglie di farsi strumento culturale e politico dando visibilità e voce non solo all’atto finale che si porta in scena, ma anche al costante e quotidiano lavoro di chi opera nell’arte, in rete insieme a festival, teatri e centri di produzione in Italia», racconta il Direttore Dino Sommadossi. «Oltre agli spettacoli e alle performance Centrale Fies sceglie di aprire al pubblico studio visit, scuole libere per la formazione informale e momenti di confronto e dialogo diretto con gli artisti e le artiste, creando una programmazione diffusa. Una nuova programmazione diffusa che da due anni rilancia, anche nell’immaginario collettivo, una realtà -quella di Centrale Fies – che da anni produce performance, spettacoli e mostre, oltre a simposi sulle politiche culturali, laboratori per bambini e per ragazzi under 35, momenti continui di studio e formazione per artisti e artiste, curatori, ricercatrici all’interno di un panorama nazionale e internazionale complesso e articolato».

Chiara Bersani, ph. Rebecca Lena

Un festival espanso: gli appuntamenti di Centrale Fies

A sviluppare il calendario delle attività di Centrale Fies aperte al pubblico, un board composto da curatori e curatrici, sociologhe, artisti e ricercatrici formato da Barbara Boninsegna, Simone Frangi, Claudia D’Alonzo, Filippo Andreatta, Mackda Ghebremariam Tesfau’, Denis Isaia, Justin Randolph Thompson con la curatela esecutiva di Maria Chemello. Quest’anno la programmazione diffusa vede la presenza di Francesca Pennini e CollettivO CineticO a curare il progetto speciale di maggio.

Muna Mussie, Curva Cieca, ph. Claudia Pajewski

«L’idea della curatela condivisa in linea con la filosofia e le pratiche di ricerca di altri centri internazionali, arriva in anni dove si sperimentano anche modalità di co-direzione e co-curatela, potenziando il lavoro comune e le competenze di ognuno, e dando la possibilità a un centro come Fies di esplorare le tematiche e le discipline più urgenti del contemporaneo attraverso più sguardi che puntano in direzioni molto diverse. La programmazione di quest’anno ne è la riprova», ha commentato Barbara Boninsegna, Direttrice artistica, curatrice e co-founder di Centrale Fies.

Naomi Velissariuo, The SK Concert © Sanne Peper

Ad aprire la programmazione, giovedì, 26 maggio, cnKAS”, collettiva di natura performativa con Mohamed Abdelkarim, Simon Asencio, Miriam Cahn, Giulia Damiani & Le Nemesiache, Alessandra Ferrini, Belinda Kazeem-Kamiński, Vanja Smiljanić, a cura di Simone Frangi e Barbara Boninsegna. La mostra costituisce il terzo episodio di “Trilogia anti-moderna”, ciclo di esposizioni che Centrale Fies ha dedicato alla relazione tra gli oggetti e le loro attivazioni.

Dopo la mostra collettiva “Storia Notturna” (2020) e la bi-personale di Josefa Ntjam e Joar Nango (2021), “KAS” riflette sulla funzione delle città mitologiche e delle urbanità immaginarie come processi fondativi delle comunità, a partire da una leggenda territoriale che narra di un’antica città sepolta sotto Fies. Come le altre due mostre della trilogia, KAS sarà visitabile nella forma exhibit dal 26 maggio al 3 luglio, e accompagnata da un ciclo di performance live in occasione di Live Works Summit 2022, in un formato speciale che mira a un dialogo ancora più intenso e diretto col pubblico.

Farm Fatale – Philippe Quesne
Münchner Kammerspiele
Avec : Peter Brombacher, Leo Gobin, Stefan Merki, Damian Rebgetz, Julia Riedler. Ph. Martin Argyroglo

Si prosegue il 27-28-29 maggio con “Un Weekend Cannibale da sogno”, curato da Barbara Boninsegna con Francesca Pennini e CollettivO CineticO. Una tre giorni che si ramifica a partire dal “Manifesto Cannibale” di CollettivO CineticO, un focus sulla compagnia che diventa esercizio di evasione in ambiti altri come foraging e yoga fino alle gare di resistenza, in un invito all’esperienza diretta, alla complicità, al gioco, alla condivisione come paradigma fondamentale della relazione con spettatrici e spettatori. Ospiti del weekend saranno, con le loro opere, Alessandro Sciarroni, 19’ 40’’, SINTETICO (Marco Calzolari), Danilo Correale, Binta Diaw, e il filosofo Paolo Pecere.

buren, Spare Time Work, courtesy the artist

Dal 17 al 19 giugno, Centrale Fies riporta nei suoi spazi la rete europea di apap –  Feminist Futures. Progetto ispirato ai concetti di femminismo intersezionale, apap immagina futuri ripensando i corpi, che siano animali, vegetali ma anche meno “immediati”, come l’aria, l’acqua o la terra stessa. Curato da Barbara Boninsegna con Filippo Andreatta, artista e curatore, il programma include un’ampia selezione di performance e installazioni ma anche dibattiti e incontri tenuti da artiste e artisti internazionali prodotti e sostenuti dalla rete apap ma non solo: Chiara Bersani, buren, Silvia Calderoni/Ilenia Caleo, Naomi Velissariou, Muna Mussie, Selma Selman, BABA ELECTRONICA. Durante le tre giorni, legata alla visione della programmazione performativa e da quest’anno aperta al pubblico, avrà luogo la Feminist Futures School, condotta da ricercatrici ambientali, sociologhe del lavoro, artiste e artisti, tra cui Angela YT Chan, Florinda Saieva / Farm Cultural Park, Muna Mussie, Harun Morrison e OHT. 

CollettivO CineticO, Benvenuto Umano, foto Salvatore Laurenzana (foto di repertorio, Cagliari, Teatro Massimo, 2017)

Dall’1 al 3 luglio per LIVE WORKS SUMMIT 2022, a cura di Barbara Boninsegna e Simone Frangi, si incontreranno gli alumni della scorsa edizione con i nuovi otto selezionati tramite la call internazionale di quest’anno. I nuovi fellows inizieranno un periodo di residenza collettiva e di free school – aperta a chiunque voglia parteciparvi previa iscrizione – focalizzato sulla ricerca e lo studio, condotto dal team curatoriale insieme a Gaia Giuliani, ricercatrice, docente associata in Filosofia Politica, Patricia MacCormack, filosofa, scrittrice e curatrice, Valentina Desideri, artista e curatrice, attualmente PhD al Social Justice Institute presso University of British Columbia, Vancouver, e Denise Ferreira da Silva, filosofa, scrittrice e filmmaker.

In occasione del summit sarà possibile assistere alle performance degli alumni di LIVE WORKS 2021: Sergi Casero, Gabbi Cattani, Selin Davasse, Joannie Baumgärtner, Ivan Cheng, Ada M. Patterson & Clementine Edwards, Silvia Rosi. Ad accompagnarli quattro special guest, Philippe Quesne, Omar Souleyman, Giulia Crispiani, Alok Vaid-Menon.

Danilo Correale, No more sleep no more, courtesy l’artista

Dallo scorso anno, all’interno di LIVE WORKS free school of performance, Centrale Fies ha messo a punto una affirmative action con la collaborazione di Razzismo Brutta Storia e BHMF, che mira all’agevolazione dell’entrata nel mondo delle pratiche performative di artiste e artisti italiani razzializzati italiani, appartenenti a minoranze etniche o con background migratorio. La speciale fellowship titolata ad Agitu Ideo Gudeta è a cura di Barbara Boninsegna, Simone Frangi, Mackda Ghebremariam Tesfau’, Justin Randolph Thompson. Un modo per rendere più fruibile l’accesso alla formazione e al circuito dell’arte contemporanea a persone che per ragioni materiali e simboliche, ne sono strutturalmente escluse.

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