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Cosa c’è di nuovo? L’importanza di salvaguardare il patrimonio culturale in tempi di emergenza climatica
Attualità
Mentre in Romagna le idrovore pompano, le ruspe scavano, i cittadini spalano, i media accorrono, i politici presenziano e “mai più” dicono… anche gli artisti piangono, e da Forlì il direttore del Festival di arti intermediali Davide Mastrangelo mi racconta della totale distruzione di Deposito Zero Studios, un enorme magnifico spazio polivalente con teatro di posa, studi di registrazione audio, di videoartisti e creativi del cinema, un luogo splendido che dava gioia quando entravi e percepivi l’architettura e il clima perfetti per far diventare realtà idee e progetti.
E poi, tra i molti altri, lo storico laboratorio ceramico Gatti a Faenza invaso dalle acque, e addio alla collezione di ceramiche moderne e contemporanee e disegni e quadri… Così, ora non ci resta che ragionare su una delle cause primarie di questa tragedia, e ricordare che l’Emilia Romagna è leader in Europa per cementificazione felice, erosione del paesaggio rurale e consumo di suolo, e poveri i cittadini, cornuti e mazziati come si dice a Napoli, visto che il governatore Bonaccini li osanna per generosità e altruismo, e tutto dice tranne che le proprie responsabilità di liberista che “non disturba chi vuole fare”.
Ma se la bellezza salverà il mondo anche i libri non scherzano, perciò teniamoci cari due ultimi libri di Tomaso Montanari, lo storico dell’arte davvero stravagante, visto che continua a scrivere intorno all’ ineliminabile necessità di educare alla protezione del paesaggio e all’amore del patrimonio culturale. Innanzi a tutto: Art.9.costituzione italiana (Roma, Carocci editore, 2022, nuova edizione aggiornata), e poi, Se amore guarda (Torino, Einaudi 2023).
Il primo dei due è un libro da tenere a portata di mano, leggere e rileggere, per sapere come sia nato, grazie a chi, con l’opposizione di chi, e perché sia stato recentemente “riformato”, questo articolo della Costituzione italiana di cui la politica tutta straparla, soprattutto chi nei fatti se ne infischia. “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.
Il secondo è un intenso, prezioso, conseguenziale al primo, discorso amoroso per il patrimonio culturale, un invito all’educazione, cioè alla possibilità “di attingere in noi stessi quella inclinazione al rapporto con i luoghi e le cose che abbiamo coltivato per secoli, che pure, oggi, pare in larga parte smarrita. E, d’altra parte, questa educazione non solo razionale, ma appunto sentimentale, al patrimonio dovrebbe permetterci di trarre fuori dalle nostre viscere quell’umanità di cui abbiamo bisogno, e che tanto stentiamo a vedere nel mondo e in noi”. Così Montanari, uno dei pochi intellettuali rimasti a difendere ciò in cui noi italiani viviamo quotidianamente, si muove nel solco dei grandi combattenti per la comprensione dell’importanza di quel sistema di relazioni storiche e artistiche che ci circondano, combattenti in “battaglie senza eroi”, come ebbe a scrivere Salvatore Settis.