25 dicembre 2019

I corpi celesti con i nomi delle opere di Van Gogh e Rembrandt

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Una stella e un esopianeta della costellazione di Andromeda sono stati rinominati ispirandosi a due celeberrime opere d’arte di Van Gogh e Rembrandt: ecco quali

An artistic impression of HAT-P-6b with its star HAT-P-6

Il giornale olandese NL Times  ha annunciato i vincitori di un concorso per rinominare la stella attualmente conosciuta come HAT-P-6 e il suo vicino esopianeta HAT-P-6-b. La IAU – Unione Astronomica Internazionale, per celebrare il centesimo compleanno del sindacato, aveva infatti chiesto agli abitanti dei Paesi Bassi di votare per rinominare tali corpi celesti e, a vincere, sono stati Vincent Van Gogh e Rembrandt van Rijn. Le varie proposte avrebbero dovuto rispettare una serie di regole rigorose: veto sull’utilizzo di termini offensivi, con forti connotazioni religiose e politiche, e sull’uso di nomi che si riferissero a marchi famosi. Inoltre per la IAU nominare una stella o un pianeta come una persona è permesso solo se la persona è morta almeno da cento anni.

Sebbene la poetica e delicatezza dei nuovi nomi abbia ricevuto grande accoglienza, il maggior numero di voti è inizialmente andato a “Nijntje” per il pianeta e “Moederpluis” per la stella: nomi di personaggi di un noto libro olandese per l’infanzia. Una legge sulla proprietà intellettuale protegge però i coniglietti di Dick Bruna, che sono stati immediatamente squalificati dal conteggio. Ecco così comparire nel cielo, a 905 anni luce dal nostro sistema solare, i capolavori di Van Gogh e Rembrandt, per due corpi celesti: Starry Night, una stella nana di colore giallo-bianco e Night Watch, un grande pianeta gassoso che le ruota accanto.

Lo storico d’arte francese Henri Focillon scrisse: «È di notte che nascono i pensieri più solenni, è di notte che l’uomo si avvicina all’eroe. […] Il giorno disperde lentamente la nostra data nelle epoche e distrugge la nostra identità. Ma la notte ce li rende. Di notte possiamo essere identici a noi stessi, come se una matrice imprimesse con forza il nostro ritratto e non in un qualsiasi materiale, ma nell’oro. La notte è prima di tutto un alchimista; inizia cercando in profondità, isolando le parti, poi nel suo crogiolo nero ci troviamo scintillanti».

E a noi, formiche in un pianeta lontano, non resta altro che restituire il fascino e la meraviglia della notte di questi capolavori umani all’immensità dell’universo.

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