23 ottobre 2019

L’Accademia di Roma in bilico? Arriva la replica di Dalma Frascarelli

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In merito all'elezione del nuovo direttore dell'Accademia di Belle Arti di Roma e al paventato ricorso del TAR, pubblichiamo la replica della vicedirettrice Dalma Frascarelli

Riceviamo e pubblichiamo la replica di Dalma Frascarelli, docente di Storia dell’Arte Moderna e vicedirettrice dell’Accademia di Belle Arti di Roma, in risposta all’intervista rilasciata ieri alla nostra testata dal consigliere dell’Accademia Gabriele Simongini, in merito all’elezione del nuovo direttore.

1) Non esiste una legge che vieta la candidabilità dei docenti di II fascia per la carica di Direttore. L’unico atto normativo che regola tali procedure sono gli Statuti delle singole accademie, che godono di autonomia statutaria. Lo Statuto dell’Accademia di Roma non esclude i docenti di II fascia e infatti nelle elezioni del 2013 una collega di II fascia si è candidata ed è stata regolarmente ammessa e votata. A riprova del fatto che non esiste una legge che restringa ai soli docenti di I fascia la possibilità di candidarsi per la carica di Direttore, è il decreto di nomina di Direttore che meno di un anno fa il Ministro ha firmato proprio ad una professoressa di II fascia subentrata ad un’altra sempre di II fascia che ha svolto bene due mandati presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata. Nella mia fattispecie, inoltre, faccio presente da sei anni svolgo il ruolo di Vicedirettrice con delega di firma. In forza di tutto ciò  la mia candidatura è stata tutt’altro che una pretesa, ma un atto basato su un diritto assolutamente lecito e legittimo;

2) Il vero motivo della contestazione che ha spinto prima una commissione elettorale a dimettersi (formata da 5 docenti di sola I fascia) e poi ben 72 docenti su 113 a disertare il voto  sta nella gestione irrituale delle procedure elettorali. Il bando è stato modificato ben due volte a procedure già in corso. La prima modifica ha sostanzialmente cambiato i requisiti richiesti per la candidatura, quando i termini della presentazione delle domande era già scaduta. E ciò in virtù non di una legge, ma di un parere del Miur, giunto solo dopo la pubblicazione del bando e la scadenza dei termini per la presentazione delle candidature. Per questo, il 16 e 17 ottobre 72 docenti su 113, di cui circa una trentina di I fascia,  non hanno votato e ciò, secondo il bando (art. 7) avrebbe dovuto sancire l’annullamento delle elezioni per il mancato raggiungimento del quorum di votanti richiesto dal bando. Ma il giorno dopo è stata fatta una seconda modifica al bando, in modo da eliminare il quorum necessario per rendere valida l’elezione e consentire, dunque,  il proseguimento delle elezioni con nuove, ennesime, tornate elettorali, senza la pubblicazione di un nuovo bando che riaprisse i termini per nuove candidature.

3) Ora si attendono i pronunciamenti del TAR, con lo svolgimento di due ricorsi. Al mio ricorso se ne è aggiunto un altro avanzato da oltre 30 docenti dell’Accademia. Ma, comunque vadano le sentenze, un dato è incontrovertibile e cioè che il nuovo Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Roma  è stato votato ieri solo da 26 professori su 113, poco più del 22% dell’intero corpo docente. Questo dato di fatto drammatico dovrebbe di per sé far riflettere sul modo in cui le procedure elettorali si sono svolte…

4) Infine le OO.SS. che si sono schierate in difesa dei diritti di tutti i docenti dell’Accademia, di I e II fascia, di eleggere il proprio Direttore secondo normali procedure elettorali sono state due tra le maggiori a livello nazionale, CGIL e UIL, e la seconda attualmente sta patrocinando gratuitamente il ricorso dei docenti. Inutile ricordare, mi auguro, che i sindacati hanno il diritto/dovere di intervenire nei luoghi di lavoro nel caso in cui reputino un mancato rispetto dei i diritti dei lavoratori. A tal riguardo le segnalo il comunicato pubblicato questa mattina dalla CGIL.

(Dalma Frascarelli)

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