30 marzo 2020

Le misure per supportare l’arte, in Europa: i casi di Germania e Inghilterra

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Un super fondo da 50 miliardi, aiuti per gli affitti e la mano di Netflix: le misure adottate dai governi europei per supportare l'arte, in piena emergenza Covid-19

British Museum

Dopo il report sulle misure economiche a favore dell’arte adottate dagli Stati Uniti per l’emergenza Covid-19, proseguiamo il nostro approfondimento in Europa. Cosa stanno facendo gli Stati del vecchio continente per rispondere alla crisi cha sta devastando il settore della cultura? Ecco tutte le misure per supportare per i vari ambiti dell’arte e della creatività, adottate dai governi della Germania e del Regno Unito.

Il pragmatismo della Germania

Il governo della Germania sta intervenendo con un sostegno economico sbalorditivo, diretto a piccole società, gallerie e liberi professionisti dell’industria culturale, mettendo a disposizione un fondo da 50 miliardi di euro che, si spera, farà giurisprudenza anche per gli altri Stati Europei. «Gli artisti non sono solo indispensabili, ma anche vitali, soprattutto ora», ha dichiarato la ministra della cultura Monika Grütters, che si è detta consapevole delle difficoltà che il settore culturale sta vivendo in questo momento buio.

Poca burocrazia, tanto pragmatismo è il motto tedesco per avviare le procedure per richiedere i sostanziosi incentivi. Il finanziamento avverrà sotto forma di sovvenzioni progettate per supportare spese necessarie, quali l’affitto di locali da parte di aziende e artisti. Oltre agli individui e alle organizzazioni legate all’arte, il finanziamento sosterrà anche le imprese dei media, giornali compresi.

Oltre agli incentivi, si prevede sia messo a disposizione dei liberi professionisti anche il sussidio di sicurezza sociale per un periodo di sei mesi: non solo si include l’assicurazione per la disoccupazione, ma sono riconosciute le spese impiegate per affitti e mutui. Il governo vuole essere certo che «Tutti possano rimanere a casa» e ha decretato la protezione dallo sfratto per quegli inquini non in grado di pagare l’affitto.

Insomma, si possono chiedere prestiti e anticipi, ma la soluzione potrebbe non essere così rapida come sembra: fin dall’annuncio iniziale, due artisti hanno dichiarato ad Artnet News che l’applicazione è in realtà «Altamente burocratica», con diversi moduli da completare e oltre 60 pagine di caratteri piccoli.

C’è sempre un ma

L’associazione professionale di artisti visivi di Berlin BBK ha condotto un sondaggio per verificare la situazione economica degli artisti della capitale tedesca. BBK ha rilevato che i tantissimi artisti non appartenenti all’Unione Europea che lavorano a Berlino non possono accedere al reddito di base offerto. Si richiede un reddito di base professionale di 1500 euro al mese per gli artisti che aderiscono alla Künstlersozialkasse, il fondo di previdenza sociale per gli artisti indipendenti. Oltre i tre quarti dei 2.021 artisti intervistati hanno dichiarato di essere preoccupati di non essere in grado di pagare l’affitto del mese prossimo o altri costi di vita basilari. Tuttavia, si deve portare la dovuta pazienza. In ogni caso, la somma messa a disposizione dal governo tedesco sminuisce i totali offerti da altre nazioni.

In Germania, la legislazione di emergenza avrà importanti implicazioni per le istituzioni e i musei finanziati con fondi pubblici. Il governo afferma che le richieste di rimborso di finanziamenti devono essere evitate nel caso in cui i progetti non possano essere attuati. Al contrario, il governo cercherà di adattare i budget esistenti e i programmi finanziati per soddisfare le esigenze attuali. «Il coraggio creativo può aiutare ad uscire dalla crisi», dichiara ancora Grütters, la quale crede che dovremmo cogliere l’opportunità di cooperare per creare cose buone per il futuro.

Nel Regno Unito, l’Arts Council lancia un fondo di emergenza da £160 milioni

In Inghilterra, teatri, gallerie, musei e artisti riceveranno un aiuto da parte dell’Arts Council del valore di 160 milioni di sterline. L’impatto del Covid-19 ha provocato redditi ridotti e futuri incerti nei settori dello spettacolo e della cultura, ma un forte messaggio di sostegno arriva alle industrie creative del Paese da parte del Governo. Attraverso un piano di salvataggio senza precedenti, il Covid-19 Support sarà in grado di distribuire 20 milioni di sterline ad artisti e lavoratori autonomi, £90 milioni alle organizzazioni supportate dal portafoglio nazionale, come il Southbank Centre, lo Yorkshire Sculpture Park e la Whitechapel Gallery e £50 milioni alle società che non ricevono regolarmente fondi dall’Arts Council.

Il ministro delle finanze Rishi Sunak ha promesso di pagare l’80% degli stipendi dei dipendenti, ma che ai i lavoratori autonomi potrà destinare solo £94 la settimana. Le critiche non sono mancate, soprattutto perché pare non essere molto chiaro chi potrà beneficiare del fondo e chi no.

Il denaro è stato ricavato deviando i fondi delle sovvenzioni ai progetti della lotteria nazionale, dai fondi riservati allo sviluppo del Paese e dalle riserve destinate alle emergenze. I primi pagamenti dovrebbero essere effettuati entro sei settimane.

Tate Modern

Si tratta di responsabilità

Sir Nicholas Serota, presidente dell’Arts Council England, ha dichiarato che «Il Coronavirus sta avendo un impatto globale, ben oltre il settore culturale -ma è nostra responsabilità sostenere il nostro settore nel miglior modo possibile, in modo che artisti e organizzazioni possano continuare a nutrire l’immaginazione delle persone in tutto il Paese, sia durante la crisi che nel futuro periodo di ripresa».

Con un’immagine poetica, ha aggiunto «Nessuno di noi può sperare di superare questa tempesta da solo, ma lavorando insieme credo che possiamo uscirne più forti, con idee condivisi, nuovi modi di lavorare e nuove relazioni forgiate a livello locale, nazionale e persino internazionale. Speranzoso e positivo. Vedremo.

Hans Ulrich Obrist

Più diretto è stato Hans-Ulrich Obrist, direttore artistico delle Serpentine Galleries, sostenendo l’importanza del governo nel sostenere un ambizioso progetto di arte pubblica, sul modello del PWAP – Public Works of Art Project di Franklin Roosevelt e del WPA – Works Progress Administration, che durante la Grande depressione degli anni ’30, tra le altre cose, non solo supportarono il lavoro degli artisti ma contribuirono allo sviluppo di una nuova arte. Come nel caso della grande stagione della fotografia sociale di Dorothea Lange, Walker Evans, Edward Steichen e molti altri, le cui immagini riuscirono a raccontare l’America di quegli anni difficili.

Anche Netflix fa la sua parte

Anche Netflix corre in aiuto dei creativi e degli artisti, donando £1 milione di sterline al fondo di emergenza degli enti di beneficienza culturale più importanti del Regno Unito, BFI e The Film and TV Charity, le quali supporteranno i lavoratori che operano nel settore cinematografico e televisivo che necessitano di aiuto immediato.

Alex Pumfrey, amministratore delegato della Film and TV Charity, ha dichiarato che i soldi arrivano in un momento in cui «L’industria cinematografica e televisiva sta affrontando una grave minaccia. Molti liberi professioni sono stati privati dei propri mezzi di sostentamento nel giro di una notte. Lieto che Netflix e il BFI stiano lavorando con noi per dare il via a questo nuovo fondo di soccorso».

L’amministratore delegato di BFI, Ben Roberts, ha aggiunto che «I liberi professionisti sono la spina dorsale delle nostre industrie cinematografiche e televisive» e sono tra i «Più colpiti in questo straordinario momento di bisogno».

Il fondo di emergenza in Francia

Più modeste le risorse annunciate dal Ministero dei Beni Culturali francese, presieduto da Franck Riester, contagiato dal Covid-19 e poi guarito. 22 milioni di euro saranno divisi tra i vari settori culturali: 10 milioni per la musica, 5 per lo spettacolo, 5 per l’editoria e 2 per le arti visive. In particolare, il fondo per le arti visive sarà gestito dal CNAP – Centre National des Arts Plastiques e dai DRAC, le potenti direzioni regionali degli affari culturali, e sarà destinato alle gallerie, ai centri d’arte, agli artisti e agli autori.

 

 

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