23 marzo 2020

L’ex direttore del Madre, Eduardo Cicelyn, in quarantena per un articolo

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Eduardo Cicelyn, ex direttore del Madre di Napoli, raggiunto dal provvedimento di quarantena domiciliare, in seguito al suo articolo sulle passeggiate in scooter

eduardo cicelyn

Andare a zonzo in motorino per le strade deserte di Napoli, senza una meta precisa, senza l’assillante rumore del traffico e la presenza incombente delle altre innumerevoli attività antropiche. Vis a vis con gli scorci silenziosi che si aprono tra un palazzo e l’altro, all’improvviso dopo una curva. Un’esperienza che tutti dovrebbero fare almeno una volta nella vita, un’esperienza rara, che può capitare giusto in qualche ora di qualche giorno di metà agosto. In questi giorni invece è piuttosto comune (qui potete collegarvi a una webcam live sul lungomare di via Caracciolo, ovviamente solitario) ma nessuno può fruirne, tranne chi è impegnato per lavori di pubblica utilità e, quindi, non è propriamente concentrato sul paesaggio e sull’atmosfera. E chi lo fa, violando le leggi che limitano gli spostamenti per contenere la diffusione del Coronavirus, è passibile di sanzioni varie, che vanno dalla multa all’arresto. Isolamento domiciliare per 14 giorni nel caso di Eduardo Cicelyn, insomma, quarantena, una “condanna” appioppatagli dalla Asl di Napoli, non in seguito una “flagranza di reato” ma a causa di una sua pubblica ammissione, non troppo candida.

Anish Kapoor ed Eduardo Cicelyn. Photo Casamadre

L’ex direttore del Madre e attuale direttore di Casamadre, galleria d’arte contemporanea a Palazzo Partanna, qualche giorno fa scriveva, sulla pagine del Corriere del Mezzogiorno, che «Ogni giorno alle 12:30 prendo lo scooter e per un paio d’ore vado a zonzo nella città deserta e bellissima. Non credo di far danno a nessuno. Non costituisco pericolo di contagio. I miei simili li vedo da lontano, da una distanza che neanche un campione mondiale di sputo potrebbe sognare di coprire». Il novello Umberto Masetti racconta di aver sfidato il coprifuoco e di essere sfuggito «Al panopticon di De Luca, il politico più occhiuto dai tempi di Bentham. Fingo di andare a far la spesa. Certo qualche volta mi fermo a far la fila al supermercato, ma una volta su quattro. Con la tessera di giornalista in tasca mi sento al sicuro da eventuali annunciatissime denunce».

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E poi via su questo filone narrativo, descrivendo le meraviglie della città che solo i più fortunati o scaltri con il manubrio possono vedere. Apriti cielo. Chiaramente l’articolo è finito sulla scrivania dell’Unità di Crisi regionale, che ne ha segnalato il contenuto alla Prefettura di Napoli, «per ogni possibile conseguente azione». E così la Asl Napoli 1 Centro ha emanato il suo verdetto, come da ordinanza del presidente della Regione Campania n°15 del 13 marzo 2020, attivando il Dipartimento di Prevenzione e l’Unità Operativa Prevenzione Collettiva per porre in domiciliazione fiduciaria il reo confesso Cicelyn. Fiduciaria, cioè su base volontaria, non forzata. In soldoni, 14 giorni in cui è caldamente consigliato evitare gite fuori porta su due ruote. Ma anche su quattro o a piedi.

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«Un assurdo e ignobile attacco alla libertà di stampa, di pensiero e di espressione», ha commentato Cicelyn nel suo accorato J’accuse. «Non ho violato l’ordinanza ma vengo “arrestato” per un reato di opinione, per aver raccontato i fatti miei in pubblico, come neanche in epoca fascista. È una roba da potestà, sindaci e governatori stanno facendo campagna elettorale sulla nostra pelle. Posso aver scritto tutte le sciocchezze di questo mondo, ma ho la libertà di farlo e nessuno può mettermi in carcere per questo, neanche sotto i bombardamenti». «Si dice che bisogna salvare i nostri valori democratici, in questo caso la salute dei più deboli, per costringere tutti o almeno la maggioranza a dismettere pensieri critici e argomenti polemici».

«Non vi è alcun attacco alla libertà di stampa» o «repressione di reati di opinione», ha risposto la Asl Napoli 1 Centro, che «si è limitata a dare esecuzione a provvedimenti adottati in base alla legge». Secondo la Asl, «Cicelyn ha raccontato di avere violato sistematicamente le prescrizioni e i divieti imposti da provvedimenti amministrativi contingibili e urgenti, adottati a tutela della salute pubblica e per tali violazioni, oggetto di spontanea dichiarazione confessoria, l’ordinanza n. 15 del 13 marzo 2020, adottata dal presidente della Regione Campania, impone l’obbligo immediato per il trasgressore di osservare la permanenza domiciliare con isolamento fiduciario, mantenendo lo stato di isolamento per 14 giorni, con divieto di contatti sociali».

Insomma, da una parte l’appello alla libertà di parola, dall’altra l’applicazione della legge, essa stessa parola. Quindi niente di nuovo, si tratta di due scritture che spesso, nella storia, non sono andate d’accordo: Cicelyn sarà “punito” per un comportamento che va al di là della norma e, d’altra parte, sarà proprio il fardello di questa “punizione” a rendere efficace il movente del suo articolo.

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