30 luglio 2012

MADRE: parlano Eduardo Cicelyn, associazioni e deputati. La lunga estate del rilancio, accolta da una selva di polemiche

 

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Certo, intorno alle nomine di direzione si è sempre fatta un’ampia letteratura, ma intorno al MADRE tutti gli animi paiono infuocarsi. Alla notizia del nuovo concorso per l’assunzione di un nuovo direttore, basato su termini di trasparenza e controllato da un team di cinque esperti, di cui ancora non si conoscono i nomi, oltre che dal CdA della Fondazione Donnaregina, qualcuno ha pensato che finalmente forse qualcosa di buono si muoverà nell’impantanata situazione del contemporaneo napoletano, qualcun altro non ha esitato a graffiare ferite già esistenti: il deputato Sel, Gennaro Migliore, ha sparato a zero sull’assessore regionale ai Beni Culturali Caterina Miraglia, accusata di aver fatto terra bruciata nel campo culturale partenopeo negli scorsi due anni: «È stata sempre animata da una furia spartitoria tesa ad azzerare tutto quello che c’era prima di lei. Ora si sono trovati finalmente i soldi, che poi sono sempre gli stessi, e ci sarà un nuovo management siamo curiosi di comprendere se questo cambierà la natura del Madre. Vogliamo capire se si intende continuare a scommettere sulla strada tracciata, garantendo investimenti pubblici duraturi che consentano alla struttura Madre di andare avanti. Se, al contrario, ci dovessimo trovare, come è stato nel recente passato, davanti a forzature di tipo politico che puntano nel lungo periodo a smantellare uno degli istituti culturali della città, piegandoli a fini privatistici, la nostra opposizione sarà durissima».
E oggi, in un articolo apparso sulla versione napoletana di “Repubblica”, l’ex front-man Eduardo Cicelyn attacca: «Per avere i 5 milioni di fondi Ue hanno presentato il nostro progetto: perché hanno congelato quelle risorse per due anni?».
E sulle parole della Miraglia, che ha parlato di 5 milioni e mezzo di fondi per la produzione delle attività museali e affrontare i debiti pregressi, affonda il colpo: «La scheda in questione per riformulare l’assetto del Madre è quella da me presentata nel gennaio 2010, controfirmata da Antonio Bassolino, messa a finanziamento nel febbraio 2011 e bloccata dal presidente Stefano Caldoro. Se quei fondi non sono destinabili ad altri settori perché furono sottratti al Madre e messi in frigorifero? Se dopo due anni sono assegnati alla Fondazione in base alla medesima scheda sarà legittimo sostenere che quella revoca fu una manovra politica? E se i debiti della Fondazione sono notoriamente superiori agli 8 milioni, come si ripianerà la situazione gestendo e producendo attività nel prossimo biennio con soli 5 milioni e mezzo?». Tralasciando poi gli altri sassolini che Cicelyn continua a togliersi, sull’ex stipendio che afferma essere stato di 150mila euro annui, c’è un’altra associazione che in questi giorni non ci andata per il sottile: si tratta di “Save Madre”, presieduta dal commissario regionale dei Verdi Ecologisti Francesco Emilio Borrelli, dal consigliere della provincia di Napoli del Pd Livio Falcone ed Emilio Di Marzio, che hanno dichiarato che la Campania si trova di fronte un museo che è “cadavere freddo”: «Questo bando internazionale per un nuovo direttore appare quasi una beffa. Ci auguriamo di non trovarci di nuovo di fronte all’ennesimo sperpero di denaro pubblico o all’ennesima prebenda per qualche amico del politico di turno. Se l’obiettivo era di distruggere uno dei musei di arte contemporanea più importanti in Italia dobbiamo riconoscere che i governanti della Regione ci sono riusciti in pieno». Domani intanto esce il bando sulla Gazzetta Ufficiale, e si prospetta per il Madre, e quel che ne sarà, un’estate caldissima.

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