11 ottobre 2019

Morto Ettore Spalletti: l’arte perde il maestro del colore e della forma

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Un enorme lutto ha colpito la storia dell’arte: Ettore Spalletti è morto nella sua casa nel centro storico di Spoltore, in provincia di Pescara, a 79 anni

Ettore Spalletti, maestro dell'arte contemporanea, morto da poche ore

Un enorme lutto ha colpito la storia dell’arte: Ettore Spalletti è morto nella sua casa nel centro storico di Spoltore, in provincia di Pescara, a 79 anni. Secondo alcune fonti vicine alla famiglia, il decesso è avvenuto intorno alle 20, probabilmente per le complicazioni dovute a una polmonite. Maestro tra i più influenti a livello internazionale, Spalletti ha contribuito a formare il gusto dell’epoca contemporanea, con le sue pitture e sculture dalle raffinatissime linee cromatiche, delicate, a tratti diafane ma presenti con coerenza nello spazio, non senza una sottile velatura di ironia e di gioco. La triste notizia arriva a poche ore dalla scomparsa di Cesare Manzo, altro grande personaggio dell’arte e della cultura italiane, storico gallerista che portò a Pescara artisti come Andy Warhol, Joseph Kosuth e Maurizio Cattelan.

Nato nel 1940 a Cappelle sul Tavo, in provincia di Pescara, frequentò i corsi di scenografia all’Accademia di belle arti di Roma. Il suo percorso artistico iniziò negli anni ’60, influenzato dalle teorie sulla Gestalt e sullo studio della forma. Fin dalle sue sue prime opere, come Curva 32 (Struttura), del 1966, si riflette un vivave interesse per le variazioni di colore e di luce, trasposto in una sapiente manualità, sia pittorica che plastica. Concrete nella struttura ed estese in uno spazio che si attenua, come forme pure delle sensazioni in dialogo con l’idea e la materia, le opere di Spalletti riescono a definire tutte le sfumature del termine “oggetto”. Immerse nella luce e comprese nell’ombra degli angoli, perfettamente incluse tra il verticale e l’orizzontale, creano una continuità leggera nella rigidità del reale, spazi nei quali tutto appare in velata sospensione, come un’icona della forma e della superficie.

Tantissime le mostre, negli spazi espositivi più prestigiosi, da Documenta di Kassel, nel 1982 e 1992, alle Biennali di Venezia del 1982, 1993, 1995 e 1997, passando per le mostre personali a Parigi, a New York, ad Anversa, a Strasburgo. Nel 2014 una completa e ambiziosa retrospettiva dedicata a Ettore Spalletti, intitolata “Un giorno così bianco, così bianco” – del cui progetto qui raccontavamo la genesi – è stata allestita in un circuito museale composto dal MAXXI di Roma, dalla GAM di Torino e dal MADRE di Napoli.

«Gli stringo la mano, finalmente: una presa decisa e un sorriso accogliente, mentre i suoi occhi mi guardano e mi invitano ad entrare. «Vuoi un caffè?»: è la prima cosa che mi dice, lasciandomi sorpresa. È lui a prepararlo per me, con una linea di movimento che non conosce oscillazioni brusche, ma che sa di eleganza anche nella gestualità delle piccole cose quotidiane. La sua bocca tace, comprendo il senso del silenzio, i suoi occhi scrutano e mi osservano», scriveva Alessandra Angelucci, nel 2014, in occasione di una “intervista silenziosa”.

Nel 2017, è stato insignito della laurea honoris causa in architettura presso l’Università Gabriele D’Annunzio dì Pescara. Una sua mostra è visitabile, fino al 3 novembre, a Villa Paloma di Monaco.

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