08 novembre 2013

Artissima/Tre musei, tre mostre e un solo artista. Ettore Spalletti è il nome su cui scommettono MAXXI, GAM e MADRE

 

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GAM: Stanza, casa Spalletti 1996, Territorio italiano, Cappelle sul Tavo, 1996 Foto: Attilio Maranzano

Ḕ la prima volta, ma non sarà l’ultima. MAXXI; GAM e MADRE si mettono insieme per realizzare tre mostre diverse dedicate a Ettore Spalletti che inaugureranno tra marzo e aprile 2014. «Un’occasione straordinaria», così l’hanno definita all’unanimità Anna Mattirolo (direttrice MAXXI Arte), Danilo Eccher (direttore della GAM di Torino) e Andrea Viliani (direttore del MADRE di Napoli) nel presentare l’iniziativa questo pomeriggio ad Artissima. Sottolineando però, ciascuno dal proprio punto di vista, il significato di questo tributo a un grande artista italiano ma anche il senso che il progetto riveste per il singolo museo ospitante. Per Eccher «la presenza di alcuni grandi artisti, come è Spalletti, sono la migliore spinta che si possa dare ai musei per ripartire in momenti critici come l’attuale». Mattirolo ha tenuto a precisare come anche questa occasione sarà per il MAXXI il banco di prova della funzionalità del museo soprattutto dal punto di vista degli spazi che direttore e curatori conoscono sempre meglio e sanno come valorizzare. «Ci sarà un’unica installazione in un unico spazio, ma vorrei che da questo progetto emerga la capacità di Spalletti di essere un artista bidimensionale e tridimensionale», afferma Mattirolo. Viliani sottolinea la forza di «un progetto espositivo che attraversa l’Italia da nord a sud, un viaggio tra modelli istituzionali diversi che restituisce al museo l’essere tempio delle muse».
Ma l’aspetto più interessante dell’ iniziativa è che tre grandi musei italiani si mettono insieme per approfondire e far conoscere un maestro italiano contemporaneo, e non solo per fare economia di scala e per ragioni organizzative, ma soprattutto per fare sistema. Perché solo con uno scatto in questa direzione e l’impegno per procedere in un percorso che vede i musei uniti nel valorizzare sinergicamente la nostra arte, si può ragionevolmente dare un segnale forte di controtendenza e di concreta capacità propositiva. Di risposta alla crisi, insomma.
La prospettiva entro cui collocare un simile lavoro deve essere necessariamente internazionale, ma avendo fatto bene i “compiti a casa” propria, il che vuol dire essersi  rinsaldati come “sistema Italia”, insiste Mattirolo. Per l’insieme delle implicazioni che un’iniziativa del genere solleva “Ettore Spalletti” si annuncia come una mostra importante. Verifica non solo delle nostre istituzioni a valorizzare al meglio un artista contemporaneo italiano, dopo un po’ di tentennamenti in questa direzione, ma anche a lavorare concretamente insieme. Guardando a quello che succede fuori dell’Italia, per non essere da meno e forse  per cominciare a “vendere” un bel prodotto Italia.

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