20 gennaio 2021

Musei aperti ma per chi? La lettera di AMACI a Conte e Franceschini

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Musei aperti ma solo nei giorni feriali e, allora, chi potrà andarci? Lo chiedono i musei d’arte contemporanea della rete AMACI al Presidente Giuseppe Conte e al Ministro Dario Franceschini

Castello di Rivoli, Museo d'Arte Contemporanea

I musei, finalmente, possono riaprire ma è una parola grossa. Secondo il DPCM del 14 gennaio 2021, sono infatti riaperti esclusivamente i musei delle Regioni in Zona Gialla e solo nei giorni feriali, dal lunedì al venerdì. Insomma, passi il vincolo legato al colore e alla gravità della diffusione del Covid-19, ma chi potrà avere la fortuna di andarci, in questi musei aperti solo durante gli orari di ufficio? È la domanda implicita che AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani esprime nella sua lettera indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, e al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, in cui si chiede, questa volta testualmente, «Di riconsiderare le norme vigenti e in particolare il vincolo dell’apertura nei soli giorni feriali». Aprire al pubblico i musei senza dare al pubblico la possibilità di visitarli, cui prodest?

«Dopo oltre due mesi di chiusura completa dei musei e delle istituzioni culturali – durante i quali l’Associazione ha fatto appello al senso di responsabilità dei propri associati, chiamati a contribuire con la propria chiusura al contenimento delle potenziali occasioni di contagio – oggi AMACI intende sottolineare come questa riapertura parziale rischi di penalizzare ulteriormente il loro ruolo e la loro funzione sociale, mettendo a rischio la sostenibilità, non soltanto economica e finanziaria, per molti di essi», scrivono dall’Associazione che, fondata nel 2003, riunisce 24 tra i più importanti musei d’arte contemporanea del nostro Paese, dal nord al sud della Penisola.

Insomma, alla fine anche AMACI ha alzato la voce, mettendo l’accento sul fattore della differenziazione: «I musei e i luoghi di cultura non sono tutti uguali tra loro. A undici mesi dall’inizio della pandemia, l’indice di contagio in territori vasti come le Regioni non può più essere l’unico elemento a determinare la chiusura o la riapertura di queste istituzioni», continua la lettera.

La richiesta, chiaramente, non quella di un’apertura tout court, sognando la vecchia gloria delle domeniche gratuite, quando le file davanti ai musei – ma, in effetti, erano più quelli d’archeologia che quelli di arte contemporanea – si ampliavano a dismisura anche sulle ben pubblicizzate fotografie social. Nella lettera si invoca, invece, una partecipazione più attiva, un coinvolgimento diretto dei diretti interessati: «AMACI chiede che i musei e i loro rappresentanti vengano coinvolti nella valutazione sulle riaperture di questi luoghi in relazione, non soltanto all’indice del contagio, ma anche alla densità della popolazione e alla media annuale dei visitatori, in modo che possano essere fatte tutte le valutazioni necessarie affinché riescano a mantenere vivo il legame con il proprio pubblico e con il proprio territorio».

Legame che, in questi tempi difficili, si racconta anche attraverso funzioni totalmente diverse dal solito. Per esempio, abbiamo già scritto di come il MADRE di Napoli – che rientra nel novero dei musei AMACI – abbia preso a cuore la campagna di vaccinazione, diffondendo l’immagine di un abbraccio che ha dato il prurito a molti (soprattutto ai giornalisti di Libero). Recentemente, poi, il Castello di Rivoli, altro socio AMACI, in collaborazione con la Città di Rivoli e l’ASL TO3, ha definito un progetto-pilota che prevede di destinare alcuni spazi del museo a sede per le vaccinazioni.

«I musei d’arte contemporanea sono stati fin qui responsabili, attenti e rispettosi delle direttive anche in relazione alla situazione delle singole aree geografiche», conclude la lettera. «Ora chiedono di continuare a fare la propria parte in relazione alle proprie specificità e alla propria funzione, di cui è fondamentale che si prenda coscienza, mettendoli nella condizione di esercitare, nelle forme e nei modi possibili, il proprio compito nei confronti della società».

Questi sono i musei AMACI, firmatari della lettera:

Castel Sant’Elmo, Polo museale della Campania, Napoli
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli
Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana, Prato
Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee – Madre • museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli
Fondazione Musei Civici di Venezia – Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna
Fondazione Museion. Museo di arte moderna e contemporanea, Bolzano
Fondazione Torino Musei – GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino
Fondazione Modena Arti Visive
Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, Verona
GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo
ICG – Istituto Centrale per la Grafica, Roma
Istituzione Bologna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Kunst Meran Merano Arte
MA*GA – Fondazione Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Silvio Zanella, Gallarate
MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma
MACTE Museo di Arte Contemporanea di Termoli
MAN_Museo d’Arte Provincia di Nuoro
Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma
Museo del Novecento, Milano
Museo Marino Marini, Firenze
MUSMA – Museo della Scultura Contemporanea Matera
PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano
Palazzo Fabroni – Arti Visive Contemporanee, Comune di Pistoia

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