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Oltre 20 artisti partecipanti alla mostra New Contemporaries, presso l’ICA Institute of Contemporary Arts di Londra, hanno partecipato a una protesta durante l’anteprima dell’esposizione organizzata dalla omonima associazione londinese, fondata nel 1949 per supportare la ricerca artistica. Gli artisti hanno voluto manifestare solidarietà con i dimostranti pro-Palestina riuniti all’esterno dell’istituzione. I manifestanti chiedevano all’ICA di interrompere i legami con Bloomberg Philanthropies, sponsor della mostra in corso, ma il museo ha chiarito di non aver ricevuto finanziamenti da Bloomberg Philanthropies già dal 2020.
La protesta è stata sostenuta dal Palestinian Youth Movement e guidata dagli organizzatori della Biennale di Gaza, il progetto internazionale che riunisce oltre 60 artisti palestinesi in tutto il mondo. Le loro opere sono state proiettate sui muri esterni dell’ICA durante la manifestazione. Gli attivisti hanno accusato Bloomberg Philanthropies di finanziare progetti infrastrutturali in Israele e Cisgiordania, contribuendo alla costruzione degli insediamenti. L’organizzazione filantropica non ha risposto alle richieste di commento.

«28 di noi hanno firmato una dichiarazione di solidarietà con la Gaza Biennale e hanno lasciato la mostra per unirsi alla protesta», ha raccontato Fi Isidore, tra gli artisti coinvolti nella protesta. Da parte, sua l’ICA ha spiegato che i fondi destinati alla mostra sono stati inviati da Bloomberg direttamente all’associazione New Contemporaries, ribadendo il proprio impegno a favorire il dialogo e il dibattito, riconoscendo il diritto di protesta su temi urgenti. La mostra New Contemporaries, visitabile fino al 23 marzo 2024, presenta 35 artisti emergenti selezionati tramite open call e mira a promuovere nuove voci nel panorama artistico contemporaneo.
Un portavoce di New Contemporaries ha confermato il finanziamento ricevuto da Bloomberg Philanthropies, sottolineando il peso specifico dalle sponsorizzazioni private nel panorama artistico britannico. Ha inoltre espresso supporto per il diritto degli artisti a manifestare e solidarizzare con la Biennale di Gaza.
I manifestanti hanno richiamato l’attenzione anche sui licenziamenti di 14 dipendenti dell’ICA nel 2024, presumibilmente a causa al loro sostegno pubblico alla causa palestinese. L’ICA ha respinto tali accuse, attribuendo i licenziamenti a motivi finanziari. «Un aspetto chiave del genocidio è la cancellazione culturale. Mostrare la Biennale di Gaza all’ICA è un atto di resistenza artistica contro il tentativo di cancellare l’identità palestinese», ha dichiarato un portavoce del Palestinian Youth Movement.