22 agosto 2020

Svelato il mistero dei pesci oceanici dalla pelle ultra-nera, anzi, Vantablack

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Un team di scienziati ha scoperto 16 specie di pesci delle profondità oceaniche con il corpo "Vantablack", in grado di assorbire totalmente la luce e diventare invisibili

Karen Osborn / Smithsonian

Anish Kapoor dovrà farsene una ragione: anche facendo affidamento sui migliori avvocati della terraferma, difficilmente potrà spuntarla in tribunale contro i pesci delle profondità oceaniche, regolarmente detentori, per “diritto di natura”, del Vantablack, il nero più nero dell’universo. Un team di scienziati, guidato da Sönke Johnsen, biologo della Duke University, e da Karen Osborn, ricercatrice del Museo Nazionale di Storia Naturale dello Smithsonian Institute, ha scoperto ben 16 specie di pesci la cui pelle ultra-nera è in grado di assorbire più del 99,5% della luce che li colpisce, rendendoli praticamente invisibili.

In effetti, gli scienziati si sono resi conto di questa proprietà solo quando Osborn ha tentato di fotografare in studio alcuni degli esemplari che avevano precedentemente portato in superficie dai fondali dell’oceano. Dopo aver impostato obiettivi e luci e fatto alcuni scatti di prova, Osborn ha notato che un pesce in particolare si era trasformato in un “buco nero” in cui la luce scompariva.

È stato allora che Osborn ei suoi colleghi si sono accorti di star osservando dei pesci dalle incredibili capacità mimetiche. Nelle più remote profondità marine, dove i raggi del sole non penetrano, l’unica fonte di luce scaturisce dalla bioluminescenza emessa da diversi animali, per accoppiarsi ma anche per cacciare. Per sfuggire ai predatori, questi pesci Vantablack hanno sviluppato una pelle in grado di assorbire ogni singolo fotone, fondendosi perfettamente con l’oscurità che li circonda.

Questa capacità è dovuta alla melanina, pigmento che colora anche la pelle degli esseri umani e che è abbondante non solo nella pelle di questi pesci ma anche in tutto il loro corpo. Come barriera iniziale, le cellule pigmentate formano uno strato densamente compatto lungo la superficie esterna del pesce, assorbendo una grande quantità di luce. Tutto ciò che non viene assorbito immediatamente viene spinto nelle altre cellule più in profondità, che si prendono cura di fare il resto. «In effetti, quello che hanno fatto è stato creare una trappola per la luce super efficiente», ha spiegato Osborn. «La luce non li attraversa, entra al di sotto della loro pelle e scompare».

Sono già note diverse specie di uccelli con piume ultra-nere ma il sistema di assorbimento utilizzato da questi pesci è abbastanza diverso. In quel caso, l’effetto mimetico è dato da una combinazione di melanina e di altre strutture che catturano la luce, i pesci, invece, usano solo la melanina. Fino a questo momento, molti designer hanno usato i principi di assorbimento della luce degli uccelli come ispirazione per realizzare le proprie opere ma non è detto che questa nuova scoperta non possa aprire un mondo di nuove possibilità. Intanto, per vedere le prime opere di Anish Kapoor realizzate con il Vantablack dovremo aspettare la Biennale d’Arte di Venezia del 2022, anche se la BMW ha già presentato da diverso tempo un modello di auto interamente rivestito dal nero più nero.

1 commento

  1. A parte che un anno fa hanno inventato un materiale che assorbe il 99,996% della luce, ma il vantablack assorbe il 99,96 della luce, ben più di questi pesci che assorbono 99,5.

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