28 gennaio 2024

Zuppa sulla Gioconda: blitz degli attivisti per l’ambiente al Louvre

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Due attiviste per l’ambiente del collettivo francese Risposta Alimentare hanno lanciato della zuppa di zucca sul vetro protettivo della Gioconda, al Louvre di Parigi

Nuovo blitz degli ambientalisti che, questa volta, hanno colpito una delle opere d’arte più iconiche al mondo. Nella mattinata di domenica, 28 gennaio, due attiviste del gruppo Riposte alimentaire, Risposta alimentar hanno lanciato della zuppa di zucca sul vetro blindato che protegge la Gioconda, al Louvre di Parigi. Immediato l’intervento del personale del museo che, tramite alcuni teloni neri, ha tentato di ostacolare le riprese della scena, mentre i tantissimi visitatori presenti nella sala venivano fatti evacuare. Le scene hanno comunque fatto immediatamente il giro del web. Nelle immagini si vedono le due attiviste superare agilmente la barriera che protegge il capolavoro di Leonardo Da Vinci e gettare la zuppa arancione sul vetro protettivo, gridando frasi come «Cosa è più importante?» e «Il nostro sistema agricolo è malato». Secondo quanto diffuso dall’agenzia AFP, le due attiviste sono state poi arrestate.

Gioconda, una zuppa alla zucca per l’alimentazione sostenibile

L’azione è stata rivendicata dal collettivo Riposte alimentaire, «Una campagna di resistenza civile francese che mira a realizzare un cambiamento radicale nella società a livello climatico e sociale», concentrandosi in particolare sulla filiera dell’agricoltura. Il lancio della zuppa sulla Gioconda viene presentato come «Il calcio d’inizio di una campagna di resistenza civile, che porta con sé una richiesta chiara, vantaggiosa per tutti: la sicurezza sociale per un’alimentazione sostenibile».

«Che cosa è più importante? L’arte o il diritto al cibo sano e sostenibile? Il nostro sistema agricolo è malato. I nostri agricoltori stanno morendo sul lavoro. Un francese su tre non consuma tutti i pasti ogni giorno», hanno gridato le due attiviste, posizionate ai due lati della Gioconda, sul cui vetro colavano le chiazze di zuppa.

Il Louvre ha spiegato che la zuppa sarebbe stata nascosta in un thermos da caffè. In passato il museo ha sperimentato il divieto di introdurre prodotti alimentari ma vi ha poi rinunciato, anche perché all’interno è possibile acquistarne. Dopo l’incidente, la direzione del Louvre ha aperto un’unità di crisi. Al momento, il vetro protettivo è già stato ripulito.

Ma l’attacco alla zuppa contro la Gioconda è solo l’ultima delle azioni che stanno scuotendo la Francia in questi giorni, sempre sullo sfondo delle politiche agricole. Da settimane gli agricoltori stanno bloccando le strade con i loro trattori, con una recrudescenza nei dintorni di Parigi. «L’idea è che nessun camion potrà rifornire la capitale», ha spiegato il funzionario sindacale Maxime Buizard, amministratore nazionale del sindacato Jeunes Agricolteurs, Giovani Agricoltori. Per venire incontro alle richieste degli agricoltori, il primo ministro Gabriel Attal ha annunciato una serie di provvedimenti per snellire la burocrazia – che causerebbe un ritardo nei rimborsi e negli indennizzi, fondamentali per le piccole imprese – oltre che per calmierare il prezzo del gasolio agricolo.

Il nuovo attacco è avvenuto all’indomani di un diffuso inasprimentpo delle pene nei confronti degli attacchi alle opere d’arte. Nelle scorse settimane, in Italia, la Camera ha approvato il cosiddetto decreto eco-vandali, che prevede sanzioni più dure per chi imbratta le opere d’arte. Inoltre, sono stati rinviati a giudizio i tre attivisti di Ultima Generazione di età compresa tra i 23 e i 39 anni che, lo scorso anno, lanciarono della vernice lavabile sull’opera Love, di Maurizio Cattelan, installata in piazza Affari, a Milano.

In Spagna, le autorità hanno arrestato un gruppo di attivisti accusati di aver organizzato una serie di azioni nei musei d’arte di tutta Europa. Lo scorso giugno, inoltre, in Svezia due manifestanti dall’associazione Restore Wetlands sono stati arrestati dopo aver spruzzato vernice su un dipinto di Claude Monet, Il giardino dell’artista a Giverny, conservato al Museo Nazionale di Stoccolma.

La Gioconda: una lunga storia di attacchi

Nonostate sia una delle opere più importanti al mondo, la storia della Gioconda è piuttosto travagliata. Nell’agosto 1911, l’opera venne rubata dal Louvre: era la prima volta che un dipinto veniva trafugato da un museo. Responsabile era un ex-impiegato del Louvre, Vincenzo Peruggia, originario di Dumenza, nei pressi di Luino, che voleva “restituire” il dipinto all’Italia. Peruggia credeva erroneamente che la Gioconda fosse stata sottratta da Napoleone. L’opera fu ritrovata solo nel 1913.

Durante la Seconda Guerra Mondiale fu spostata dal Louvre a causa del rischio bombardamenti ma a colpirla fu, nel 1956, un atto vandalico: fu danneggiata la parte inferiore della tavola, colpita da un acido. Si pensò quindi di usare un vetro di protezione e fu una fortuna perché, solo pochi mesi dopo, una persona vi lanciò contro un sasso, che ruppe la teca e provocò il distacco dello strato pittorico all’altezza del gomito sinistro della Gioconda.

Nel 1974 fu attaccata con della vernice rossa, durante una esposizione al Museo Nazionale di Tokyo, in segno di protesta contro la politica del museo, che rendeva difficile l’accesso ai disabili. Si trattava del secondo viaggio internazionale della Gioconda, il primo fu dal 14 dicembre 1962 al 12 marzo del 1963, alla National Gallery di Washington e al Metropolitan Museum di New York.

In anni più recenti, nel 2009 una donna russa vi scagliò una tazza da tè in porcellana, appena acquistata nel bookshop del museo, probabilmente a causa di una richiesta di cittadinanza negata. Quindi, nel 2022 un uomo, travisato da donna, vi lanciò contro una torta alla panna, spargendo anche delle rose tutto intorno, prima di essere allontanato dalla sicurezza. Anche in quel caso, il movente era a favore dell’ambiente ed era uno dei primi casi che prevedeva il coinvolgimento di opere d’arte: «Ci sono persone che cercano di distruggere la Terra. Pensa alla Terra! Ecco perché l’ho fatto», spiegava l’uomo.

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