11 gennaio 2023

Inaugurato il Polo culturale della città di Trevi, dall’archeologia al multimediale

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Trasformato in un polo museale, culturale e archivistico moderno e accessibile, il Complesso di San Francesco, a Trevi, è stato finalmente aperto al pubblico nella sua interezza

«Il nostro Polo culturale è uno strumento con grandi potenzialità, la casa dell’identità culturale della nostra città, tra tesori e mirabilia. Una fucina di idee e progetti per la crescita umana e culturale dei cittadini trevani». Con queste parole, il sindaco Bernardino Sperandio ha inaugurato, nel complesso dell’ex convento di san Francesco, il Polo culturale della Città di Trevi. Alla cerimonia, che si è tenuta il 5 gennaio all’interno della chiesa monumentale, oltre al sindaco Sperandio, hanno partecipato anche Donatella Tesei, presidente della Regione Umbra, e lo storico dell’arte Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura.

«Nel ritorno a Trevi – ha commentato Sgarbi – la cosa che mi ha toccato di più, come non sarebbe stato 25 anni fa, quando vidi inaugurare questo museo, è l’integrità del paesaggio olivato. Qui c’è un paradiso nella coscienza degli amministratori e nella beatitudine di chi viene a vedere un paesaggio integro e francescano. Da tempo c’è questa passione a Trevi. La passione di chi in un museo può affiancare Pinturicchio a Orbetto determina l’importanza di un museo che, senza finanziamenti particolari, è stato allargato alla parte paesistica, che è importante, e alla parte archeologica che non era allestita in questi termini. La natura e l’arte vivono insieme. Inaugurare un museo vuol dire celebrare un rito che riguarda il Creato e la creazione propria di Dio, gli artisti tengono in sé una parte divina che è di continuare la natura».

Il Polo museale, nato dall’istituzione del museo civico 155 anni fa, un tempo complesso conventuale francescano e centro propulsore della vita spirituale del territorio, è oggi finalmente visibile al pubblico nella sua interezza. Dopo restauri lunghi ed impegnativi, la struttura si è trasformata in un centro culturale in risposta all’esigenza di una città che, in questi ultimi anni, ha puntato sulla conservazione e valorizzazione del proprio patrimonio culturale, accogliendo nei secoli i linguaggi artistici più disparati e che oggi raccontano l’intera storia artistica di Trevi dal XIII al XX secolo.

Il nuovo itinerario museale ha origine nella sezione archeologica, ponendo l’accento sugli ultimi scavi in località Pietrarossa, per proseguire nelle sale della pinacoteca, che annovera dipinti dal XIV al XVII Secolo, tra cui i capolavori del maestro del crocifisso di Trevi, del maestro di Fossa e un polittico con le storie della vita di Cristo di Giovanni di Corraduccio. Una raccolta di opere che spazia dalla pittura medievale e rinascimentale, fino ai più alti esiti del Seicento con la personalità artistica di Alessandro Turchi detto l’Orbetto e di Ottavio Leoni, per giungere alle opere di Giovanni Chiaramonti, artista post macchiaiolo, definito il poeta della pittura dai suoi contemporanei. Un percorso espositivo rinnovato che si avvale di nuovi sistemi multimediali e di una sala per accogliere conferenze, proiezioni di video e documentari d’arte.

Il polo culturale si arricchisce, inoltre, di una sezione dedicata alla prima società tipografica documentata al mondo, nata a Trevi nel 1470, mentre nelle sale del piano terra ed inferiori è stato allestito il Museo della civiltà dell’ulivo, il primo a carattere pubblico in Europa. Salendo al secondo piano, invece, una parte degli spazi del chiostro vengono destinati alle mostre temporanee.

Accanto alle raccolte museali, sempre più complete grazie alle nuove acquisizioni di Chiaramonti, vengono inaugurate diverse biblioteche, tra cui una intitolata ad Alberto Donati e un archivio storico, creando un unicum nel panorama delle istituzioni museali e dando vita alla nuova sigla MAB, acronimo di Museo Archivio e Biblioteca.

Un polo che unisce l’arte e la cultura di Trevi, nucleo e promotore delle radici cittadine, racconta l’eco del territorio e di una dimensione più alta, testimoniata attraverso una lunga tradizione pittorica, in cui natura e arte si ibridano.

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