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Venezia, al via il restauro botanico del Giardino del Redentore
Attualità
Circa tre anni fa, nel novembre 2019, una violenta acqua alta, raggiungendo quasi i due metri di altezza, mise in seria difficoltà la popolazione veneziana, portando con sé caos e distruzione. Oltre a esercizi commerciali e ad abitazioni private, a subire ingenti danni furono le istituzioni e i beni culturali, così come le aree verdi della città; tra queste, fu rovinosamente colpito il giardino del cosiddetto Compendio del Redentore, che si estende per circa un ettaro dalla Giudecca sino alla Laguna.
Situati proprio nell’isola della Giudecca, il giardino e il convento del Redentore, insieme alla contigua Chiesa palladiana, costituiscono luoghi dal profondo significato storico e spirituale, a cui la comunità cittadina è ancora fortemente legata. Il complesso fu infatti realizzato come simbolo di rinascita in seguito alla peste del 1575-1577, per volontà della Serenissima e di Papa Gregorio XIII, ed è oggi il fulcro della festa del Redentore, celebrata annualmente nella terza domenica di luglio.
Al fine di preservare il patrimonio paesaggistico in questione, di recuperare lo splendore del luogo e di garantirne la riapertura, è intervenuta nel 2021 la Venice Gardens Foundation, fondazione impegnata nel restauro e nella conservazione di parchi e giardini, incaricata dalla Curia Provinciale dei Frati Minori Cappuccini e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio.
L’iniziativa “In Venetia Hortus Redemptoris”, quindi, prevede la riapertura al pubblico entro il 2024, con ingresso gratuito ai veneziani, dell’oasi verde nel cuore della Laguna, dell’Orto, delle Cappelle di meditazione, della Antiche Officine, della Serra e dell’Apiario, grazie a un progetto ideato dal celebre architetto paesaggista Paolo Pejrone, curato dall’architetta Alessandra Raso e finanziato, con un contributo di 2 milioni di euro, dal NextGenerationEU. Nel segno della sostenibilità e dell’autosufficienza, il piano prevede la piantumazione di oltre 2500 tra alberi (ulivi, cipressi, ninfee) e piante (rose, glicini, bignonie), con un’attenzione particolare riservata al benessere delle api, oltre alla creazione di un frutteto, di un pergolato in legno di castagno e di una biblioteca.
Si tratta di «Un percorso che ha coinvolto tanti professionisti, istituzioni e generosi mecenati che partecipano con entusiasmo a questo nostro progetto, condividendone la visione e i principi: il valore del restauro, del rispetto e della protezione della natura in armonioso accordo. Un progetto attento al passato, ma rivolto anche al futuro con responsabile impegno, fedele al senso di responsabilità, sostenibilità, autosufficienza e al riconoscimento del ruolo fondante che questi luoghi ricoprono in un contesto sociale e comunitario attraverso la loro apertura che avverrà nel rispetto dello spirito del luogo», ha dichiarato Adele Re Rebaudengo, presidente della Fondazione.
Un’operazione che, poco dopo il restauro botanico dei Giardini Reali di San Marco del 2019, vincitori del premio per il ‘’Parco più bello d’Italia 2022’’, vede la Venice Gardens nuovamente impegnata nel riconoscimento e nella riqualificazione di uno spazio che ricopre un ruolo tanto importante per la vita cittadina e per la storia della sua comunità, capace di accordare spirito e natura.