10 giugno 2003

Giovani artisti in Zona

 
Finalmente svelata l’identità di Alessandra Ariatti, la pittrice sconosciuta invitata da Massimiliano Gioni ne La zona, il nuovo padiglione italiano della Biennale di Venezia, dedicato alla giovane arte nostrana. Il curatore ci guida, in anteprima, in una visita alla sua mostra…

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La zona, di reminiscenza tarkovskiana (“Stalker”, Urss 1979), è il nuovo padiglione dei Giardini della Biennale dedicato all’arte italiana. Progettato dal gruppo di architetti A12 è, secondo la definizione di Massimiliano Gioni, un “territorio inquieto, un’area dai confini difficili da comprendere”. Una costruzione essenziale, di materiali prefabbricati, effimera, La Zona è stata progettata ripensando le linee di intersezione tra i percorsi all’interno dei Giardini, valutando le nuove congiunzioni tra i diversi padiglioni nazionali. La posizione centrale (subito dietro la libreria di Stirling) e sua la struttura aperta – una vasta piattaforma (700 m2) su cui sorge un parallelepipedo (200 m2) con un taglio che lo attraversa per tutta la sua lunghezza – rendono La Zona un’ideale area di scambio, una grande piazza, un punto di incontro per il pubblico e per gli artisti. L’incontro e lo scambio sono proposti sia all’esterno che all’interno dell’edificio. Il curatore Massimiliano Gioni ha infatti scelto più di un artista per rappresentare l’Italia, con una selezione che porta in primo piano la produzione più giovane.
Alla mostra si può accedere da vari punti della piattaforma, tuttavia seguendo ilD. Perrone - Naturmuseum percorso ideale suggerito da Gioni, la visita inizia con Brazil: le sfere metacrilate sorte dall’immaginario tecnologico di Patrick Tuttofuoco (Milano, 1974). Il giovane artista milanese è alla continua ricerca di un interlocutore con cui comunicare e spesso con cui condividere anche l’esperienza della creazione, si ricordino a questo proposito opere come Otto (2000) o come Grattacielo (2000). Di seguito, in notevole contrasto con l’opera di Tuttofuoco, vedremo i dipinti della scoperta più recente dell’arte italiana: Alessandra Ariatti (Reggio Emilia, 1968) pittrice di ritratti che realizza su commissione a parenti e amici del paesino in cui vive e lavora, Borzano di Romagna. Gioni racconta come a lui e a Francesco Bonami capitò di vedere un suo quadro quasi per caso. Notevolmente impressionati dall’immagine cominciarono a cercare l’artista consultando l’elenco telefonico della provincia di Reggio Emilia e pare addirittura che abbiano dovuto insistere per farsi ricevere. L’artista sarà presente nel padiglione con otto quadri eseguiti negli ultimi otto anni, non le si poteva commissionare un’opera appositamente per l’evento perché lei dipinge un solo quadro all’anno e solo d’estate. Alessandra Ariatti è una pittrice matura e di grande abilità tecnica, spiega Gioni, ma forse il motivo principale per cui si trova tra gli artisti de La Zona è per quel desiderio di costruire un immagine polifonica in cui, accanto alle tendenze più innovative e anticonformiste, persiste un’antica tradizione, un’identità ancora legata al microcosmo della cultura rurale, lontana dalla frenesia moderna e fedele ai cicli delle stagioni.
Proseguendo nel percorso, incontreremo Diego Perrone (Asti, 1970) che presenta un video dai tempi dilatati in cui si assiste alla lenta agonia di un cane. Vicino Torino muore un cane vecchio presenta immagini di un realismo assoluto, ma realizzate totalmente in digitale.
La negazione della vita si ritrova anche in Stop kidding di Anna de Manincor (Bologna, 1974), un video realizzato con il gruppo ZimmerFrei contro l’intervento bellico dell’Italia in Iraq, in cui gli attori, uno dopo l’altro, affermano decisi: “non farò figli per questo paese”.
Micol AssaelIl giro si chiude con l’opera di Micol Assaël (Roma, 1979), tra le più giovani artiste presenti alla Biennale. Il suo immaginario ci porta lontano, verso glaciali paesaggi siberiani, rievocati nei suoi lavori da spazi intimi ma freddi. Per La Zona Micol ha costruito una stanza dalle pareti metalliche dietro le quali sono poste due ventole che produrranno un vento fortissimo che investirà i visitatori.
E’ un interessante polifonia carica di “sogni e conflitti” quella che porta Gioni alla 50. Biennale, proponendo una “geografia della partecipazione” attraverso spazi aperti che favoriscano lo scambio e il dialogo.

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Scarica e stampa la guida del presenzialista della Biennale by Exibart

mara sartore


50. Esposizione Internazionale d’Arte
Sogni e Conflitti – La dittatura dello spettatore
Vernice e inaugurazione
Giornata dedicata alla stampa: 12 giugno, dalle 10 alle 14
Vernice anche per la stampa: 12 giugno, dalle 14 alle 18
13 e 14 giugno, dalle 10 alle 18
Inaugurazione: 14 giugno,
Giardini della Biennale Padiglione Italia ore 15.
Palazzo Ducale ore 17.
Periodo di apertura dal 15 giugno al 2 novembre 2003 Orario: dalle 10.00 alle 18.00
www.labiennale.org


[exibart]

4 Commenti

  1. Riuscite ad immaginarvi il direttore della Biennale che sfoglia le pagine dell’elenco telefonico per trovare il numero dell’artista misterioso?

    Questa roba faticherebbe a trovare spazio perfino nel libro cuore.

    meno male che poi alla fine, mettendocisi d’impegno in due, il numero lo hanno trovato.
    Altrimenti sai che perdita: avremmo avuto una edizione della biennale monca.
    Invece così mi è tutto chiaro.

  2. Artista misteriosa che non può creare un lavoro o un progetto apposta per la biennale perchè dipinge un solo quadro all’anno e solo d’estate…
    Continuiamo così, facciamoci del male.

  3. Mi sembra che si voglia polemizzare sempre e a tutti i costi. Polemiche se vengono premiati i soliti artisti sponsorizzati da gallerie potenti e di tendenza, polemiche ugualmente se alla biennale viene selezionata un’artista sconosciuta e fuori dai circuiti di mostre e gallerie come la Ariatti.

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