02 agosto 2023

Reportage da Bolzano Danza Festival 2023, tra compleanni e gradite scoperte

di

Al Bolzano Danza Festival, la Gauthier Dance Company festeggia 15 anni di attività, tra gli spettacoli anche il croato Rijeka Ballet e Moriah Evans, oltre alle collaborazione con Museion

15 Years Alive Minus 16. Ph. Jeanette Bak

Il ricco e variegato Bolzano Danza diretto da Emanuele Masi è sempre punto di riferimento della danza nella stagione estiva dei festival della Penisola. Offre sempre sorprese, ricerca novità, apre a nuovi nomi, performer e compagnie soprattutto internazionali. Alcune sono di casa, vedi la Gauthier Dance Company, altre giungono per la prima volta. Come il Rijeka Ballet, compagnia storica all’interno del Teatro d’Opera Nazionale Croato, diventata indipendente nel 1990, e dal 2017 guidata da Maša Kolar, con collaborazioni di coreografi contemporanei.

Rijeka Ballet, ph. Andrea Macchia

L’ultimo è lo spagnolo Cayetano Soto che firma Tchaikovsky. Uno spettacolo visivamente di grande impatto sia per la vasta scena delle azioni, dominata inizialmente dal nome del compositore russo esposto a terra e dal manichino di un astronauta; sia per i momenti corali molto espressivi, altri più intimi, virtuosistici, anche grotteschi; e sia per il folto numero di danzatori, 22, dagli scuri costumi plastificati. Peccato che la drammaturgia tesa a “raccontare”, seppur nello stile astratto del coreografo, la vita privata e nascosta di Tchaikovsky ricavata da recenti documenti segreti d’archivio, risulti molto debole e senza un più chiaro appiglio che ci ricordi che lo spettacolo “parli” del personaggio in questione. Solamente la voce fuori campo che recita diversi brani di lettere, e la musica – meno nota, ma sempre meravigliosa – del compositore, non bastano a restituirci quanto espresso nelle intenzioni del coreografo. Danzatori comunque d’impeccabile bravura, tecnica ed espressiva, nel padroneggiare il ricco vocabolario gestuale di Soto.

Out of and Into PLOT, ph Andrea Macchia

Tchaikovsky era preceduto dal luminoso Afternoon of a Faun, della croata Maša Kolar che, sulla musica di Debussy, affida all’esecuzione dell’intenso Nicola Prato, il suo fauno narcisista che si bea dentro un colorato cerchio ruotante, indifferente all’apparire di una sensuale Ninfa – Tea Rušin -.

Nel continuo dialogo, ad ogni edizione del festival, con il museo d’arte contemporanea Museion, nell’ambito della mostra interdisciplinare Plot di Asad Raza, la coreografa americana Moriah Evans insieme a tre altre danzatrici, hanno realizzato la performance site-specific Out of and into: Plot. Muovendosi – e sollevando molta polvere – con posture scomposte, animalesche, isteriche, sul pavimento di una sala espositiva cosparsa di terriccio ricavato da diversi materiali, la pratica dell’artista – nel risultato visto, alquanto datata – si concentra sui processi di rigenerazione della terra.

Rijeka Ballet, ph. Andrea Macchia

Fiore all’occhiello del festival è stato, senza dubbio, la presenza della Gauthier Danza Company del brillante direttore artistico canadese Eric Gauthier, compagnia che ha festeggiato tre lustri di attività con lo spettacolo, fresco di debutto a Stoccarda, e in prima nazionale a Bolzano, 15 Years Alive. A precederlo un “aperitivo” della Juniors Company con tre brevi lavori: Butterflies don’t understand why flowers don’t fly di Itzik Galili sulla leggendaria Born, Never Asked di Laurie Anderson, e il recente duetto Les Adieux di Gauthier, brano che, sulla celebre Nothing Else Matters dei Metallica, mostra l’amore e il dolore della perdita che due amanti vivono nell’ultima notte trascorsa insieme.

Il terzo brano, lo spassoso Ballet 101, si basa su 101 posizioni del balletto accademico eseguite da un danzatore prima in ordine numerico, poi sempre più velocemente e confuse, incitato da una scherzosa e perentoria voce fuori campo. 15 Years Alive si compone di cinque coreografie acquisite nel repertorio della compagnia tedesca, con l’aggiunta di due cortometraggi a firma uno di Hofesh Shecther, Return, e l’altro di Marco Goecke, Rats, in prima assoluta. Return si svolge in un algido obitorio e in uno vasto spazio industriale. Qui un uomo vorrebbe riportare in vita la sua amata, trascinandola con sé, tenendola tra le braccia, per poi riposizionarla inerte dopo che una danza corale ha amplificato il suo delirio d’amore. L’ambientazione notturna di Rats è un albergo abbandonato cosparso di foglie, dove i danzatori, dagli arti scattanti e le mani come artigli, vagano sbattendo e squittendo coi corpi.

Gauthier Dance, 15 years alive, ph Andrea Macchia

Oltre all’assolo Abc di Gauthier, e Ayda della serba Dunja Jocić, nel programma il divertente Pacopepepluto di Alejandro Cerrudo. Tre assoli, con i ballerini seminudi, alle prese, sulla musica di Dean Martin e Joe Scalissi, con combinazioni vivaci e fantasiose fino a fondersi l’uno nell’altro. Spassosi i tre bravi interpreti Luca Pannacci, Giovanni Visone e Shawn Wu.

I pezzi forti della serata celebrativa sono stati Pression e Minus 16. Del 1994, Pression, opera giovanile di Mauro Bigonzetti, rivelava il grande talento del coreografo romano dallo spiccato orecchio musicale, abilissimo nell’invenzione continua di forme e passi, qui nei movimenti inquieti di una coppia maschile dai corpi annodati che, sul sottofondo del suono sinistro di un violoncello che graffia, si sciolgono per ricomporsi e infine fondersi, mentre una lineare coppia femminile compare e attraversa la scena. Una danza raffinata e primordiale, nitidamente articolata che rappresenta la trasfusione di moduli classici in altri contemporanei, così nella coreografia come nella musica (di Franz Schubert e Helmut Lachenmann), tormentata la prima nel patetismo melodico come lo è la seconda nella tortuosità plastica.

Gauthier Dance, 15 years alive, ph Andrea Macchia
15 Years Alive Minus 16. Ph. Jeanette Bak

Minus 16, inossidabile capolavoro di Ohad Naharin, è una sorta di patchwork di precedenti lavori del coreografo israeliano. Vigorosa e abbagliante, sensuale e divertente, la coreografia alterna vitalistiche esplosioni di energia collettiva a momenti meditativi. L’assolo iniziale si allarga a tutto il gruppo, si restringe in passi a due e torna all’intero ensemble sull’onda di tante musiche – klezmer, barocca, mambo, techno sound e altre -; quindi passando al semicerchio di sedie dove, sopra e attorno, i danzatori si stendono, ripetono salti, cadute, acrobazie, mentre via via impetuosamente si spogliano buttando al centro cappelli, giacche, pantaloni, rimanendo in canottiera; fino a scendere in platea, rivestiti delle loro divise nere, scegliere persone tra il pubblico e invitarle a danzare sul palco a ritmo del  cha cha cha. Compagnia, questa di Erich Gauthier, di virtuosismo mercuriale, che celebra con questa coreografia finale una festa piena di sentimento e gioventù, un’idea di umanità positiva. 145 minuti che sono volati via.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui