12 dicembre 2003

design_designer Collane da gustare, anelli da innaffiare

 
Piante grasse e vertebre di dinosauro, cera profumata o acciaio: l’anello ha nuova vita tra le mani di una designer vicentina. Tra collane da mangiare e catene rocciose da indossare, dalle mini-meteoriti da anulare alla preziosità più seriosa, ecco a voi le "collezioni private" di Barbara Uderzo…

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Forse nemmeno Alice (quella del Paese delle Meraviglie) rinuncerebbe all’anello Snarks placcato in oro giallo, che come lo strano essere del libro di Lewis Carroll, ha forme fluide e magmatiche, ma di certo per Biancaneve è disponibile un Blob Ring con mela rossa su panna montata: peccato la panna sia finta e la mela di ceramica. Se il principe azzurro preferisse portarle qualcos’altro, sulle circonferenze degli anelli sono pronti ad accamparsi animaletti in vetro di Murano, campanellini, tazzine di bambola (che piacerebbero al cappellaio Matto), pietre e piume. Il tutto aggregato da una massa plasticosa che, come quel gelatinoso essere Blob degli anni Cinquanta, ingloba felicemente tutto ciò che incontra! Barbara Uderzo - blob-rings
Barbara Uderzo, prima artista all’Accademia di Belle Arti di Venezia e poi designer orafa, inventa meraviglie, scatena emozioni e scavalca la fantasia, producendo insolite creazioni tutte da indossare. Il nord-est che si affanna, e in particolare Vicenza, che l’oro commerciale lo produce a peso, là dove stanno ditte di gran fortuna come Zancan, Pianegonda o Chimento, ospita fortunosamente anche il suo laboratorio, dove lei, trasgredendo ai principi della maniera e della misura, sa ottenere creazioni che giocano su un immaginario pop, ma anche meditato e delicato.
Per amanti in vena di affettuosità e originalità esistono i Candy Candel Rings, gli anelli-candela in cera profumata dall’animo di stoppino che sciogliendosi consegnano una veretta in argento massiccio o collane alla liquirizia dal ciondolo in glucosio, girocolli in morbidose gelèe tutte da mangiare (come quelli esposti di recente alla rassegna Food Design della Galleria One Off di Torino). Per legami più “tenaci” sono state forgiate le catene da collo Catene Montuose, in vari concatenamenti! In altre creazioni c’è posto per riflessioni serafiche e seriose sulle essenze ossee delle nostre vertebre o forse su quelle di dinosauri perduti: idee che dal 1992 danno forma ai Deinos Rings. Come cita il loro nome, questi anelli “terribili” hanno conformazioni organiche primordiali e dimensioni importanti ma sono superleggeri grazie al procedimento di realizzazione in elettroformatura in argento e non limitano i movimenti delle dita, così come gli Splash Rings, tra cui compaiono pure pendenti e posate in pezzi unici o multipli per realizzare “splash di materia preziosa sul corpo”.
Barbara Uderzo - candy-candle-ringsIl suo work-in-progess passa da un’idea concettuale del progetto attraverso lo studio di forme che mutano in cui vi è sempre racchiuso un sentimento, un sentire lieve l’animo delle cose, uno studio accurato delle materie e delle possibilità tecniche delle lavorazioni orafe, per scoprire organicità e tattilità del materiale. Barbara Uderzo, che lavora con importanti gallerie del settore e allestisce mostre anche all’estero, dall’Austria all’Ungheria, dalla Spagna alla Germania, è interessata alla sperimentazione di lavorazioni inedite, come per l’acciaio. Senza pretendere l’anello incantato, da lei anche il più eccentrico dei botanici può trovare un anello di fidanzamento: i Succulent Rings sono una famiglia di microsculture in legno da dito o da appoggiare a un supporto piano che alloggiano piccole piante grasse, con l’unica accortezza di ricordarsi di annaffiarle perché, in questo caso, l’anello è “vivo”!

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Barbara Uderzo

stefania portinari

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