10 settembre 2004

design_tendenze design fatto a mano

 
Quando design e arti decorative s’incontrano. Tra tecnologia e tradizione. E allora può succedere che trine preziose siano ricamate con il laser. che qualcuno si diverta a reinventare gli intramontabili old classic. In nome di un filone neoromantico che fa proseliti…

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Più che una tendenza, quella dell’avvicinamento tra arti decorative e design è un vero e proprio dato di fatto. Parla per tutti Tord Boontje (olandese London based, con alle spalle una collaborazione con Alexander Mc Queen), tra i giovani capofila del filone neoromantico del design, incoronato reuccio da un’installazione (firmata Hermes, noblesse oblige) al Design Museum di Londra nel 2003 ed acclamato da design addict e non negli spazi dello showroom Moroso, durante l’ultima -alquanto fiacca- Design Week Milanese. Boontje -affascinato tanto dalle arti applicate quanto dalle nuove tecnologie- lavora lungo il margine sottile tra artigianato e design: il risultato è un capolavoro di trine esili e complicate come cristalli di ghiaccio, un universo floreale, sospeso tra malinconia e glam. Così è il candeliere Blossom, disegnato per Swarowski (una delicata, preziosa acrobazia di rami), così è la serie Wednesday, esempio di arredamento totale che fa tanto Wienerwerkstätte (un incunabolo del genere è la lampada, avvolta in un leggero intreccio fiorito, o il tavolo con il piano di cristallo percorso da un vero e proprio ricamo).
Dove Boontje gioca –mai troppo lezioso- tra paradisi perduti, mondi di fiaba e giardini raffinati, il duo Electricwig (Johanna Van Daalen + Tim Denton) spesso e volentieri rispolvera e rielabora quei pezzi di buona famiglia che la tradizione –very british- vorrebbe intoccabili: un esempio è la classica teiera Brown Betty ridisegnata con due beccucci (Tea for two set, 2003) o le tazzine –ancora da the- hot mug con due manici invece che uno, per evitare di scottarsi le dita nel rituale passaggio dalla mano di chi versa il the a quella del commensale. Altro divertissement è la serie degli Embroidered tables che ripropone in chiave low i ricami a mezzopunto: il piano del tavolo è preforato, pronto da decorare con ago e filo, con l’aggiunta di un dettaglio gustoso per il bedside table (praticamente un comodino) dove il bandolo della matassa si reinvesta utilissimo segnalibro. In parte inseribili in quest’ondata -seppur con un’identità spiccata ed una verve decisamente personalissima- anche il duo scandinavian surface
Thélermont Hupton
(David Hupton e Yve Thélermont): è loro una divertente riedizione del battiporta georgiano in cui la classica manina è diventata intercambiabile (da sostituire a seconda dello stato d’animo del padrone di casa), o una serie di tazze appositamente scanalate -in modo da potersi poggiare in perfetto equilibrio sulle gambe incrociate o sul ginocchio- in nome di una maggiore scioltezza dei costumi contemporanei.
Un discorso a parte meriterebbe il revival della carta da parati, due segnalazioni sono però d’obbligo: Kuboaa -con una serie di pattern che pescano, con stile, tra geometrico, art nouveau e pittura giapponese- e Scandinavian Surface che, non pago delle pareti, garantisce di poter ripetere ovunque il medesimo decor. Su qualsiasi superficie.

link correlati
www.tordboontje.com
www.electricwig.com
www.thelermonthupton.com
www.kuboaa.co.uk

mariacristina bastante

[exibart]

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