18 novembre 2003

design_tendenze Design per gioco

 
Contaminazioni sinestesiche per un design in erba che unisce le esigenze dei bambini a quelle dei loro genitori. Quando il design lascia il posto al marketing è subito business. Oggetti e designer al servizio dei bambini. Vediamo chi sono…

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Il design è solo roba da grandi? Stando alla pubblicità, il design nazionale e internazionale sta rivolgendo sempre più l’attenzione verso i piccoli acquirenti. Più che i genitori adesso sono i bambini a scegliere l’arredamento delle loro camerette o le sedie sulle quali trascorrere le loro ore di studio.
Per le esigenze dei bambini non basta un esercito di geniali creativi che lavorino con ironia e con impegno per accattivare il loro gusto estetico. Li vediamo scorazzare nei mobilifici e nei negozi d’arredamento, accomodandosi su poltrone colorate per saggiarne la loro comodità dopo aver soddisfatto le esigenze meramente estetiche con i colori fluorescenti dei tessuti di rivestimento… provare “l’usability” di lampade dal Il gioco del design design avveniristico diventa il passatempo preferito per i pargoli a carico.
Oggi disegnare oggetti d’arredo per bambini necessita di una profonda conoscenza delle loro esigenze, dei materiali sicuri e atossici, e non da ultimo, bisogna pensare “in piccolo”. Ridurre le dimensioni e poi tentare i loro cinque sensi.
Sedie, lampade, passeggini, scrivanie che verrebbe voglia di mordere, tappeti colorati e soffici al tatto per non parlare di biberon dalle forme aerospaziali o semplicemente nomi che rimandano ad esperienze plurisensoriali come il seggiolone pieghevole Tiramisù di Adriano Design capace perfino di risolvere le esigenze di spazio dei genitori.
Negli ultimi anni le aziende di design, ponendo nelle loro collezioni numerosi complementi d’arredo per l’infanzia, hanno creato un vero business. Plurisensorialità come scelta di marketing per un mini-business? Sì certo, basti andare un sabato pomeriggio in qualsiasi centro commerciale o grande magazzino d’arredamento d’interni e notare come la messa in scena dell’oggetto da vendere in quel momento, unita ad una musica soft di sottofondo e a sensazioni olfattive gradevoli, riuscirebbe a convincere anche i compratori più oculati.
Il gioco del designMa quali sono le matite che creano questi capolavori compatti? Fino a qualche anno fa i soli grandi nomi che si sono cimentati con successo nelle creazioni di arredamento per bambini erano Bruno Munari ed Enzo Mari. Oggi c’è il francese Philippe Stark, il guru del design contemporaneo che per i compiti a casa del suo terzo figlio ha progettato Miniskool.
Ma l’oggetto d’arredo più disegnato, e in fondo quello che potenzialmente può far raggiungere l’apice del successo anche ad un designer in erba, è la sedia. Pensiamo a quanti artisti si sono cimentati nel progetto di una sedia più o meno comoda comeIl gioco del design quella per sedute brevissime di Munari, o ancora quella super leggera di Giò Ponti, la poltrona Proust di Mendini, coloratissima e dal sapore rètro. Ma la creatività dello studente Lucas Maasen della Design Academy di Eindhoven ha pensato anche alle mamme nell’originale prototipo di sedia per mamma e bambino.

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rosita fanelli

[exibart]

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