12 aprile 2005

There’s a party?

 
Parte la Design week milanese. Ed è l’ultimo anno in città, prima del trasferimento nella nuova struttura fieristica. Piccola guida tra il Salone del Mobile e quello che c’è fuori. Tra edizioni limitate ed ambienti sensibili. Con un inedito elogio della lentezza…

di

Entrez lentement”. Ovvero, al Salone (del Mobile) quest’anno entrate lentamente. Esortazione che può sembrare quantomeno paradossale, visti i ritmi frenetici della movida della Design Week, a Milano. L’invito, a scanso d’equivoci, lo abbiamo preso di peso proprio da un evento del Cosmit: è il titolo della consueta mostra fuorisede voluta dall’ente organizzatore dei Saloni, allestita per il 2005 nel loftone di via Stendhal 36, a cura di Pierluigi Nicolin. Protagoniste alcune celeberrime maison d’autore a cui, come si farebbe con delle vecchie dive, tributano omaggio e restyling alcuni architetti contemporanei. Ecco qualche esempio: Villa Mairea (1938-39) di Alvar Aalto a Noormakku ripensata da Steven Holl o la casa ad Arzachena (1962-66) di Marco Zanuso restituita da Pierluigi Cerri, che della mostra firma anche il progetto dell’allestimento.
Si diceva dell’esortazione alla lentezza, in aperta salone del mobile, foto allestimento courtesy cosmit controtendenza. Eppure non è un caso che il design stia riscoprendo il gusto –ed il lusso- dei dettagli, applicato al quotidiano: che vuol dire, tradotto in termini pratici, da un lato restringere l’obiettivo, dall’altro dilatare ad oltranza il campo d’azione. Che può essere una stanza, la spalliera di una chaise longue, il manico, decorato o ergonomico, di una posata.
L’ultima edizione della fiera in città (prima del trasferimento a Rho, nella struttura targata Fuksas) cade nell’anno di Euroluce: ed è proprio alla città che la biennale dedicata all’illuminotecnica rende omaggio, con una serie di interventi nella zona tra Brera e Garibaldi. In quattro luoghi individuati ad hoc intervengono quattro lighting designer, l’aspetto originale è il fatto che questi siano coadiuvati da alcuni meritevoli cives milanesi: dai fotografi Gabriele Basilico e Gianni Berengo Gardin alla gallerista Antonia Jannone a Philippe Daverio.
Vero è che –Satellite a parte- la Design Week è fuori e che la fiera, un po’ scelta, un po’ per naturale attitudine, resta appannaggio di buyers e operatori del settore: fuori invece è un susseguirsi di interventi e installazioni tra showroom e spazi alternativi. Sul filo di quella tendenza che impone -un po’ per gioco, ma pure per necessità- al design di assomigliare all’arte contemporanea. Così Interni festeggia i suoi primi cinquant’annimartì guixè, top manta (ed un nuovo corso editoriale sempre sotto la direzione di ferro di Gilda Bojardi) nel rinato giardino del palazzo della Triennale, con una serie di sculture firmate dal consueto parterre di big. Da Ron Arad a Aldo Cibic a Fabio Novembre. Markus Benesch allestisce una casa di Alice lisergica nello spazio di Post design, il Centro Culturale francese ospita un Ora Itoin veste museale, gli olandesi Droog bissano in due spazi, al solito Postart (value for money) e allo Hublab in zona Tortona. Ancora nella zona calda del design: William Brand e Annet van Egmond presentano la loro White Collection, mentre una nutrita crew di designer olandesi (da Jurgen Bey, a Bertjian Pot, a Frank Bruggemann) si trasferisce nella Sala Prove per l’intera settimana del Salone. Mostrando –tra tranche de vie e happening- che di (e con il) design si vive, anche.
Li Edelkoort, coolhunter per antonomasia, presenta i giovani talenti dell’Accademia di Eindhoven (gli spazi sono quelli nuovi di Trussardi, palazzo Marino alla Scala), mentre Paul Smith fa da padrino ad alcuni Great Brits. E poi un paio di oggetti da vedere: la sedia Nobody’s perfect di Gaetano Pesc e in versione swatch (alla Sala Pericoli), la sedia country (lo schienale è un covone di fieno) di Pavel Grunert nello spazio di Paola Colombari in via Maroncelli, il servizio di bicchieri –solo uno è perfetto- di Philippe Starck per Baccarat (in mostra da chez Celine in via Montenapoleone). A proposito di preziosi, il catalano ex designer Martì Guixè s’è inventato Top manta: Very Lustre: ovvero i diamanti venduti per strada come cd e dvd pirata. Le pietre le mette il brand Very Lustre, il luogo è lo spazio Lima, la colonna sonora è di Wang inc. L’idea è sovvertire il senso comune, come da guixè pensiero.

mariacristina bastante


Salone del Mobile
13-18.IV.2005 Fiera di Milano (fermata metro amendola fiera) 9.30-18.30 www.cosmit.it

scelti dal Fuori Salone:

Great Brits
c / o Paul Smith, viale Umbria 95

Un parfait – Philippe Starck per Baccarat
c / o Celine, via Montenapoleone, 25

grazie dei fior / thank you for the flowers
c/ o sala prove, via tortona 2
13 – 17, 11 am – 7 pm
cocktail 15, 6 pm – 9 pm

droog design at Io donna
c/o spazio hublab, via sartirana 2 (angolo via vigevano)
12-18, 10-20

ordini,
concept by li edelkoort,
c/o palazzo trussardi, marino alla scala, ground floor, piazza della scala 5
13 – 18, 11 am – 8 pm
cocktails 13, 14 and 15, 6pm -8 pm

the ‘ora-ito museum’
c/o centre cultural français of milan
corso magenta 63
13 – 18, 10 am – 8 pm
cocktail giovedì 14, 6 pm – 11.30 pm

markus benesh : la casa di alice
c/o gallery postdesign, via della moscova 27
13-18, 10 am – 9 pm
cocktail mercoledì 13, 7 pm

droog design – value for money
c/o gallery postart, via giannone 10
13 – 17, 11.am – 9 pm / dom 11.pm – 7 pm

edizioni galleria colombari
c/o via maroncelli 10
14 – 18, 11 am – 8:30 pm
opening mercoledì 13, 6 pm – 10:30 pm

Martì Guixè – Top manta
c/o spazio Lima via masera, di fronte al civico 10
www.spaziolima.it
opening mercoledì 13, 7 p.m
14-18, 12-7 p.m


[exibart]

1 commento

  1. caro exibart,
    mi chiamo silvia e sono una economista sociale…vi scrivo perchè ero stata invitata recentemente in via stendhal 36 per un incontro da parte di una azienda…non sono potuta venire..mi propongo comunque di passare nelle vostre zone per valutare il contenuto della proposta
    un slauto
    silvia

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