15 marzo 2004

laboratori didattici Da Modigliani al contemporaneo- Scultura dalle collezioni Guggenheim Modena, Foro Boario

 
Come una mostra può costituire l’inizio di un viaggio verso l’arte… Intervista ad Elena Ciresola, responsabile del progetto educativo le Vie dell’arte ideato in occasione dellarecentemente conclusa mostra modenese delle collezioni Guggenheim…

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E’ il secondo anno che la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, in collaborazione con la Collezione Peggy Guggenheim e la Fondazione R. Guggenheim, promuove un’esposizione di opere del XX secolo a Modena. Quest’anno Da Modigliani al contemporaneo-Scultura dalle collezioni Guggenheim– offre una novità: un’attività didattica strutturata e ben organizzata. Come è nata l’idea?
La volontà, secondo la visione curatoriale di Luca Massimo Barbero, associate curator della Peggy Guggenheim Collection, e quella mia, educativa, era di stimolare la cultura e non la semplice divulgazione; sotto questo aspetto approcci didattici preventivamente progettati e strutturati per il mondo della scuola e per il pubblico adulto rappresentano un nodo fondamentale nella formazione dell’individuo e nell’avvicinamento alla cultura del XX secolo. Contatto è contagio e una azione didattica mirata aiuta a raggiungere meglio tali obiettivi. La scultura del Novecento, tema della mostra, è diventata, così, motivazione di approfondimento culturale, strumento di azione didattica, intesa come esperienza diretta di riflessione, turbamento, critica.

In quest’ottica di attenzione verso la didattica dell’arte contemporanea quali sono state le iniziative concrete messe in campo?
La prima iniziativa è stata l’ideazione e progettazione di un corso di formazione rivolto ad operatori didattici di un’associazione di Modena; la seconda, denominata Educare all’arte del ‘900, è stata una conferenza-incontro rivolta ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado della provincia di Modena, teso a chiarire ed approfondire il percorso espositivo in funzione di una possibile applicazione didattica: in quest’occasione è intervenuto direttamente il curatore, Luca Massimo Barbero, che ha illustrato l’itinerario espositivo, permettendo di riconoscere i momenti fondamentali che lo costituiscono e dando la possibilità agli insegnanti di confrontarsi direttamente con l’ideatore della mostra; la terza iniziativa, è un concorso, rivolto alle scuole elementari, medie inferiori e superiori del territorio modenese, il cui esito si potrà veder verso la fine di aprile, e legato ai temi trattati dalla mostra per stimolare i ragazzi e i docenti ad una ricerca personale e creativa.
educare al 900-1 dicembre
Quello della formazione è stato dunque un tema forte, sia nei confronti degli operatori attraverso il corso, che degli insegnanti con la conferenza-incontro?
Sicuramente. Il corso di formazione per operatori didattici si è svolto durante i due mesi precedenti all’apertura dell’esposizione. Progettazione e gestione dell’attività formativa è stata curata a quattro mani: da Luca Massimo Barbero e da me. L’obiettivo era quello di fornire strumenti di comunicazione nell’ambito dell’educazione all’arte contemporanea e non tanto contenuti specialistici, che potevano essere parallelamente assimilati dagli operatori in modo autonomo. Durante il corso gli operatori didattici hanno potuto conoscere da Luca Massimo Barbero le idee curatoriali e da me le idee educative e discuterne insieme per creare, come gruppo di lavoro, le proposte didattiche per la mostra. Alla base del corso di formazione c’è stata la volontà di collaborare tutti: curatore, esperta in didattica dell’arte, operatori didattici – per progettare le attività, condividendo metodologie, contenuti e significati.

Quali sono stati i risultati?docenti mosta-Guggenheim04
E’ stato strutturato un vero e proprio progetto didattico che prevede un’articolazione secondo i diversi pubblici. Per ogni ordine e grado di scuola è stato progettato un itinerario diverso, ma alla base di tutti è presente un tema didattico unico: Figurativo e astratto, regola e trasgressione. Problemi dalla scultura del ‘900 alla classicità, navigazioni possibili tra regola e trasgressione, da Venezia, con l’Europa, all’America. Il progetto si concretizza in itinerari didattici interdisciplinari, denominati Vie dell’arte, che permettono di affrontare con metodologie attive l’educazione all’arte in un allestimento temporaneo.

Come mai questo termine: Vie dell’arte ?
Durante il corso di formazione con gli operatori è stata evidenziata la caratteristica dell’opera d’arte di essere polisemica e perciò della possibilità di trattarla, dal punto di vista didattico, sotto aspetti diversi. Ci sono molte vie che ci permettono di entrare nell’opera e nell’operare artistico: i percorsi attivati per questa mostra ne esemplificano alcune, e le Vie dell’arte vanno intese come strade sempre nuove dentro un luogo fatto di opere d’arte, di artisti, della loro vita, di chi li ha conosciuti, criticati, raccontati. Le Vie dell’arte esprimono la capacità dell’operatore didattico di accompagnare il pubblico a leggere la mostra solo come un possibile sentiero da intraprendere per avvicinarsi all’arte contemporanea. In questo modo, l’operatore didattico, pur avendo in mente un canovaccio fisso per la gestione dell’attività, mantiene massima libertà operativa a seconda del gruppo con il quale lavora.

intervista a cura di roberta opassi


PROGETTO SCUOLE: EDUCARE ALL’ARTE DEL ‘900 :attività ideata in occasione della mostra DA MODIGLIANI AL CONTEMPORANEO. Scultura dalle collezioni Guggenheim. Fino al 7 marzo 2004. Foro Boario, via Bono da Nonantola, Modena. Orario: tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00; sito web per le scuole: www.mostre.fondazione-crmo.it/italiano/scuole.asp .
info: tel. 320 0452126


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14 Commenti

  1. ..speriamo che l’iniziativa non fosse della stessa scarsissima qualità del corso di aggiornamento per professori di scuola media superiore tenuto l’anno scorso dalla Guggenheim e la docente della SISS del Veneto: ridicolo, inutile, mal fatto e pieno di lacune.
    la Fondazione Guggenheim come la McDonald’s dell’arte?

  2. Ho partecipato agli incontri di Modena e devo dire che sono stati molto interessanti e ben progettati: consiglio l’esperienza ai colleghi, se si ripeterà.
    Ho partecipato anche lo scorso anno a Ve: devo confermare la stessa impressione, tenendo conto che la Guggenheim si rivolgeva a insegnanti non “specialisti”.
    Il commento della collega su Venezia mi sembra puzzare leggermente…

  3. Il viaggio verso l’arte, nato in occasione della mostra di scultura al Foro Boario di Modena, mi sembra testimoniare, ancora una volta, l’interesse della Fondazione Guggenheim nei confronti delle potenzialità di una didattica “polifonica” e come tale estremamente stimolante. Speriamo che simili occasioni si ripetano più spesso.

  4. Guggenheim come McDonald’s dell’arte? Non direi proprio. Iniziative come queste dimostrano quanto fecondo possa invece rivelarsi il rapporto scuola/ museo soprattutto se progettato con la cura e l’attenzione che sempre caratterizza le iniziative che promuove la Guggenheim.

  5. Catturare l’interesse e quindi l’attenzione degli studenti, soprattutto dei meno diligenti, oggi non è cosa facile.
    Benvengano allora le occasioni, come quelle promosse da Elena Ciresola, che permettono all’insegnante di trovare suggerimenti, idee nuove e che portano ad un confronto produttivo reciproco con altri colleghi per una didattica che “lasci un segno”.
    Di grande interesse anche avvicinare studenti e museo con esperienze al museo che rimarranno impresse nella memoria dei giovani molto più di tante ore ex catedra.

  6. Attirare l’interesse e quindi l’attenzione degli studenti, soprattutto dei meno diligenti, di questi tempi per un insegnante non è sempre facile.
    Benvengano allora le occasioni, come quelle promosse da Elena Ciresola, per trovare nuovi stimoli, idee fresche e confrontarsi in modo profiquo con i colleghi per costruire una didattica che “lasci il segno”.
    Su questa linea anche avvicinare scuola e museo; al museo gli studenti potranno fare esperienze che ricorderanno molto più di tante ore ex catedra.

  7. Este e Monselice, Pd. Ma perché, invece di porvi tanti problemi, non prendete, voi insegnanti, e non fate semplicemente un salto a Padova in qualche galleria privata, ad uno sputo da casa vostra, con i vostri studenti? Portateli da Perugi a vedere il cartone animato o i dipinti di Gilberti, i pupazzi deliranti o i disegni della R.A.L., il pianoforte di cartone sospeso nel vuoto di Gilmour, andate da Estro a vedere i video di Bertrand, le foto di Gea Casolaro, le performance diassacratorie di Impellizzeri. Organizzate degli incontri con questi artisti che, al massimo potrebbero essere fratelli-maggiori dei vostri studenti e sono, nella loro lucida follia, più “fuori di testa” di loro. Poi ne riparliamo degli studenti meno diligenti, quando si troveranno di fronte ad opere che pescano da internet, dalla musica rock, che utilizzano la tecnologia alla quale sono collegati tutto il giorno, ecc. Altro che corsi e ricorsi alla Guggenheim.

  8. Molto interessante “modest proposal”… ma io, in piena libertà, preferisco senza dubbio altre strade; la casa – museo di Peggy sul Canal Grande con alle pareti opere di “artisti – massimi” o il Mart dove, tra le altre cose, i ragazzi hanno la possibilità di vedere un’opera d’architettura che contiene opere d’arte….
    …e poi voglio sottolineare la positività, a mio avviso dell’esperienza fatta a Venezia alla Guggenheim che mi ha permesso di stringere contatti e confrontare la mia esperienza con quella dei colleghi sicuramente più esperti di me…ma questa è solo la mia modesta opinione…

  9. Sono un’insegnante di scuola elementare, attiva sostenitrice delle iniziative-guggenheim ideate da elena ciresola: la segnalo ai colleghi, e non solo, per la passione e la competenza con cui propone e realizza iniziative di qualità.

  10. Volevo rispondere alla collega di Venezia che ha trovato di scarsissimo livello il corso tenuto alla Collezione Guggenheim: é sempre costruttivo avere opinioni negative a patto che queste siano ben puntualizzate e per tanto utili “alla crescita”. E’ sempre facile parlare “a conti fatti”, come tagliare una tela dopo l’esempio di Fontana!
    Buon lavoro a tutti.

  11. Proprio a proposito di “altre strade”. non credete che l’idea di partire dallo storico per arrivare al contemporaneo possa essere messa in discussione? Perché non sperimentare la strada inversa? E’ logico che i giovani artisti contemporanei abbiano una sensibilità molto più vicina ai vostri studenti rispetto ai maestri storici. Restando in area padovana e agli esempi, invece di fare una lezione su Christo perché non analizzare Christo attraverso l’ironia di Gilmour che non ha mai negato di ispirarsi a quel grande maestro?
    Ma gli esempi potrebbero essere 1000. Tipo: perché non parlare di Giotto analizzando l’interpretazione che ne ha dato Chiasera, perché non confrontare le visioni di Costa con il surrealismo di Dalì, Botto & Bruno e la Lambri con la metafisica di De Chirico e Morandi, Warhol con Cattelan? Parlate di grandi maestri, ma tra loro e i giovani artisti, chi usa lo stesso linguaggio dei vostri studenti? Musicisti e pubblicitari ci sono arrivati da parecchio.

  12. Credo che aprire un legame tra l’arte del Novecento e il mondo della scuola utilizzando in maniera dinamica il patrimonio artistico e culturale sia una bella iniziativa. Far circolare opere, stimoli ed idee – a Modena come a Venezia – proponendo percorsi in grado di fornire, nella maniera più ampia possibile, strumenti di esperienza consapevole e critica mi sembra un modo rispettoso e stimolante di favorire la frequentazione creativa dell’arte contemporanea. Gli sviluppi dei progetti poi dipendono anche dal grado di investimento, in termini di intelligenza, passione e tempo, dei docenti e degli studenti.
    Per quanto riguarda l’esperienza recente, la risposta dei ragazzi della scuola dove insegno all’uscita-laboratorio alla Guggenheim a Venezia predisposta in accordo con Elena Ciresola è stata di curiosità, coinvolgimento e voglia di approfondimento.
    Buon lavoro a tutti

  13. Quando a scuola è arrivata la comunicazione della mostra e dell’approccio educativo, ho pensato che l’idea fosse molto bella. Ho partecipato volentieri ai due incontri di formazione e la mostra mi è piaciuta veramente. Ma la cosa interessante, quella che ha fatto scattare il di più che ritengo necessario perchè l’arte in genere (musica, teatro, cinema oltre che pittura e scultura) non rimanga ‘esperienza privata’, perchè diventi elaborazione e produzione di cultura, è stata la visita con i bambini e il percorso di laboratorio attuato a scuola. Sia con i piccoli (prima elementare) sia con i grandi (quarta), seguendo le indicazioni offerte dal corso di formazione, ma anche percorrendo le strade che le idee elaborate insieme ai bambini invitavano a intraprendere, noi insegnanti ci siamo trovate a gestire la creazione di piccole opere d’arte che dell’esperienza del Foro Boario traevano idee, slancio, passione. Nostro unico compito: disciplinare e organizzare il mare magnum delle proposte e offrire materiali per l’esperienza. E’ stata la scuola del fare. Grazie a tutti coloro che lo hanno permesso, peccato per chi non ha saputo approfittare della possibilità (a costo zero, cosa sempre piacevole soprattutto per le tasche dei genitori). Alla prossima (sperando che ci sia)
    Antonella Diegoli

  14. non ho seguito l’iniziativa modenese, ma ho frequentato il corso di aggiornamento a Venezia lo scorso novembre e sto lavorando con una classe di terza liceo classico (assieme alla collega di inglese) su un argomento legato alle opere viste durante una visita alla coll. guggenheim, guidata in lingua inglese da una competente, gentile e stimolante operatrice di nome Leigh. voglio dire anch’io che le iniziative di elena ciresola e della coll. guggenheim sono encomiabili e molto apprezzate dagli studenti, di buon livello e portate avanti con grande entusiasmo. voglio anche dire alla collega anonima che le voci di critica sono sicuramente utili, ma solo se condotte in modo costruttivo e collaborativo e non subdolamente malevolo…

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