13 agosto 2019

Ponte della Costituzione: arriva la condanna per Santiago Calatrava

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Santiago Calatrava condannato per il Ponte della Costituzione a Venezia

78mila euro di risarcimento al Comune di Venezia per danno erariale. Questa la pena stabilita dalla Corte dei Conti del Veneto per Santiago Calatrava, condannato in appello per l’aumento dei costi di costruzione del ponte della Costituzione. Nella sentenza si cita una «macroscopica negligenza» accorsa nella progettazione firmata dall’archistar spagnolo, ritenuto responsabile dell’aumento dei costi, dai 6,7 milioni di euro della stima iniziale agli oltre 11,3 milioni. A essere condannato è stato anche l’ingegnere comunale Salvatore Vento, che dovrà risarcire le casse del Comune 11mila euro, per dei mancati ribassi sull’asta di una parte dei lavori.

Calatrava è stato ritenuto responsabile di un «aggravio di costi legati alla sottostimazione delle dimensioni di alcuni tubi ma anche dei tempi di usura dei gradini, in parte in vetro». Ancora più grave, considerando «l’elevatissima competenza» di uno «stimato professionista di fama mondiale, con lunga e provata esperienza proprio nella costruzione di ponti», si legge nella sentenza. Calatrava ha infatti realizzato molti ponti famosi, dal puente de la Mujer di Buenos Aires, al puente del Alamillo sul Guadalquivir, fino all’Oberbaumbrücke di Berlino. In Italia ha progettato diverse grandi opere, fra cui la stazione dell’Alta Velocità di Reggio Emilia, la Marina d’Arechi a Salerno e le Vele di Tor Vergata, rimaste incompiute. Senza contare il Peninsula Place Cultural Hub di Londra, a Greenwich e ancora in fase di costruzione, che costerà quasi 1 miliardo e mezzo di dollari.

Si chiude così una storia lunga, che ha visto architetti come Le Corbusier, Louis Kahn, Frank Lloyd Wright e Álvaro Siza proporre i propri progetti per un nuovo Ponte sul Canal Grande che, fino al 1850, era oltrepassato solamente dal ponte di Rialto. Nel 1997, fu Santiago Calatrava a regalare alla città di Venezia il progetto esecutivo per un quarto ponte sul Canal Grande, reso ormai indispensabile anche per lo straordinario sviluppo del turismo. Nel 1999, il Comune di Venezia affidò all’architetto spagnolo la preparazione della documentazione ma, dopo anni di rinvii, dubbi e polemiche sui costi, i lavori iniziarono solo il 28 luglio 2007.

Fu Massimo Cacciari, allora sindaco della città lagunare, a voler dedicare il nuovo ponte sul Canal Grande alla Costituzione italiana ma, subito dopo l’inaugurazione dell’11 settembre 2008, fu subito identificato come il ponte di Calatrava. La struttura in acciaio è immediatamente antistante la stazione ferroviaria di Venezia Santa Lucia. I pavimenti sono in vetro della Saint-Gobain, pietra d’Istria e Trachite Grigia Classica di Montemerlo. Di vetro anche i parapetti, con corrimano in ottone all’interno dei quali sono installate lampadine a led che dissipano il raggio di luce nei parapetti in vetro. Dagli scalini, la lunghezza è di 94 metri, mentre nella parte centrale l’altezza arriva a 9,28 metri, dai 3,20 delle sponde.

Il costo dell’opera arrivò intorno agli 11,3 milioni di euro, a cui vanno aggiunti 1,8 milioni di euro per l’ovovia, che dovrebbe permettere l’accesso al ponte ai disabili ma che non è mai entrata in funzione. Senza contare gli altri costi per la manutenzione e il controllo. Una cifra ben più alta dei 6,7 milioni di euro previsti nella gara d’appalto.

Così, nel febbraio 2008, il procuratore aggiunto Carlo Mastelloni dispose l’acquisizione della documentazione sulla gara d’appalto e dei progetti tecnici del ponte. L’inchiesta conoscitiva fu prima archiviata per insussistenza di reato ma nel febbraio 2013 un dossier della Procura Generale della Corte dei Conti imputò la levitazione dei costi a «comportamenti colpevoli del progettista e del direttore dei lavori». Nel marzo 2015, il giudice non ravvisò colpe gravi a carico di Calatrava e dei tre tecnici dell’ufficio Lavori pubblici del Comune che seguirono il cantiere. E oggi è stata letta la nuova sentenza, che ha ribaltato quella di primo grado, anche se la richiesta di danni erariali inizialmente era stata di 3,9 milioni di euro.

Calatrava dovrà pagare poco meno di 78mila euro, di cui 36mila imputabili ai gradini, la sezione più contestata del ponte. In questo caso, però, non tanto per la scivolosità quanto per il piano di manutenzione, che ne prevedeva la sostituzione ogni vent’anni. Una previsione decisamente ottimistica, visto che già nei primi quattro anni Ca’ Farsetti è stata costretta a sostituire otto lastre rotte, spendendo oltre 36mila euro.

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