12 dicembre 2022

ARCOmadrid 2023 guarda al Mediterraneo: tutte le novità della fiera

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ARCOmadrid torna nella capitale iberica per la sua 42ma edizione, con una sezione speciale dedicata all’arte dell’area mediterranea: ecco tutte le novità in programma e le presenze italiane

ARCOmadrid. Ph. Armando Toril

L’arte contemporanea è pronta a ripartire alla grande, lasciandosi alle spalle definitivamente – a quanto pare – le incertezze della pandemia. Già febbraio 2023 sarà un mese di fuoco. Si inizierà, dal 3 al 5 febbraio, a Bologna, per la 46 edizione di Arte Fiera (qui tutte le ultimissime novità), per proseguire, poche settimane dopo, con un’altra fiera storica, questa volta nella penisola iberica. Aprirà infatti dal 22 al 26 febbraio 2023 la 42ma edizione di ARCOmadrid, la fiera madrilena che ritorna negli spazi del centro eventi IFEMA, con l’obiettivo di diffondere e favorire il riconoscimento delle ultime tendenze artistiche. ARCO, che si svolge sia nella capitale spagnola che a Lisbona, è organizzata dalla Fundación ARCO, composta dalle istituzioni comunali di Madrid, dalla Fondazione Montemadrid e dalla Camera di Commercio di Madrid.

Mediterraneo: un mare rotondo

Questa volta, il focus sarà incentrato sul “Mediterraneo: un mare rotondo”, questo il titolo di ARCOmadrid 2023 che, con la curatela di Marina Fokidis e la consulenza di Bouchra Khalili, Hila Peleg e Pedro G. Romero, indagherà, in particolare, le scene artistiche dei Paesi affacciati nel bacino mediterraneo. Oltre a una speciale selezione di gallerie, si terrà anche un forum dedicato alla cultura mediterranea condivisa, con collezionisti, curatori, teorici, scrittori e performer.

«Approcciare il tema del “Mediterraneo” nel contesto di ARCOmadrid sembra un’impresa complessa», spiega Fokidis. «Come aprire una discussione su questa creatura incontrollabile e agrodolce? Come possiamo aprire un incontro incentrato su questo mare conteso, che è stato (e continua a essere) modellato dalle conquiste e dalle regole imperiali, nonché da una peculiare idea di convivenza: un insieme di alleanze trasformative Sud-Sud, che ha avuto un impatto sulle società di tutto il mondo», continua la curatrice. «Cosa significa il “Mediterraneo” per le persone che ne abitano le coste e le isole e ne attraversano la superficie?».

A fornire gli elementi “oggettuali” per ipotizzare una o più risposte, una selezione tematica di gallerie provenienti da 23 Paesi dell’area, che permetteranno di esplorare le ricerche di artisti come Anna Boghiguian (KOW), Iman Issa (Rodeo), Jumana Manna (Hollybush Gardens), Mohamed Bourouissa (Kamel Mennour), Silvina Der Meguerditchian (Kalfayan Galleries), Stefania Strouza (A. Antonopoulou.Art), Laia Estruch (Ehrhardt Flórez), Hana Miletić (Lambda Lambda Lambda). Tra le invitate, anche alcune gallerie italiane, come Francesco Pantaleone, M77 Gallery.

Ispirata al tema anche la Guest Lounge, commissionata agli studi HANGHAR ed estudio DIIR, a seguito di una open call.

Maquette della Guest Lounge

ARCOmadrid 2023: le gallerie

Oltre al focus sul Mediterraneo, ARCOmadrid 2023 ospiterà le consuete sezioni espositive, con le gallerie spagnole e internazionali selezionate dal comitato organizzatore, tra cui David Zwirner, Perrotin, Chantal Crousel, Lelong, Thaddaeus Ropac e poi Mendes Wood DM, Nicolai Wallner, Rüdiger Schöttle, Timothy Taylor, Mehdi Chouakri, Neugerriemschneider, Ruth Benzacar. Nutrita e ben distribuita anche la presenza italiana. Segnaliamo Giorgio Persano, Galleria Continua, Enrico Astuni, Laveronica, MAAB Gallery, Monitor, Pinksummer, Prometeo Gallery Ida Pisani, Studio Trisorio.

Tra le sezioni curatoriali, confermata “Opening by Allianz” che, con una selezione di Julia Morandeira e Yina Jiménez Suriel, presenterà le proposte di gallerie internazionali all’avanguardia, con la partecipazione di spazi come Constitución, Foro.Space, HOA, Pequod Co., The Liminal, Zina. Tra le italiane, East Contemporary, Gilda Lavia e UNA.

Ritorna anche la sezione dedicata all’Arte Latinoamericana, a cura di Mariano Mayer e Manuela Moscoso. Tra le gallerie e gli spazi espositivi, provenienti da nazioni come Guatemala, Perù, Brasile, Argentina e Messico, Jaqueline Martins, Max Mayer, Karen Huber, Crisis, Proyectos Ultravioleta e Hache.

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