26 febbraio 2020

ArcoMadrid apre l’edizione 2020, tra paura Coronavirus e nuove speranze

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ArcoMadrid non cede al panico da Coronavirus e apre le porte dell’edizione 2020: una fiera rinnovata e una corposa art week, per risollevare il mercato dell’arte spagnolo

Arcomadrid 2020

A Madrid è stato da poco registrato il secondo caso di Coronavirus ma Arco sembra essere immune al panico: la fiera d’arte contemporanea ha aperto regolarmente le porte della sua 39ma edizione il 26 febbraio e, con ogni probabilità, continuerà a tenerle aperte fino all’ultimo giorno, il primo marzo. Come specificato dagli organizzatori di ArcoMadrid 2020, nessuna delle 209 gallerie, provenienti da 30 Paesi da tutto il mondo, si è tirata indietro, comprese le italiane, che rappresentano una cospicua pattuglia di arte contemporanea della Penisola. C’è Galleria Continua, Monitor e Studio Trisorio, rispettivamente da San Gimignano, Roma e Napoli ma anche da Milano, Torino, Brescia e Bologna, come Francesca Minini, Massimo Minini, Giorgio Persano, P420. «Nessuna galleria italiana ha annullato la sua partecipazione. È vero che ogni giorno ci sono aggiornamenti e saremo attenti ma finora non è cambiato nulla», ha dichiarato Maribel López, nominata direttrice di ArcoMadrid 2020.

Il mercato dell’arte in Spagna: una questione irrisolta

D’altra parte, in Spagna, il mercato dell’arte contemporanea non è in un grande periodo e il suo peso incide per l’1% sulle vendite globali. E sul banco degli imputati è stata costretta a salire anche Arco, che non riesce a dare a Madrid la visibilità che hanno altre capitali europee come Londra e Basilea, trainate da Frieze e Art Basel. A gettare nello sconforto il sistema dell’arte spagnolo è stato anche il dietrofront della grande collezionista cubana Ella Fontanals-Cisneros, che era disposta a esporre parte della sua collezione proprio a Madrid, negli spazi del centro espositivo della Tabacalera. Si parlava di una sorta di museo, con più di 400 opere, da allestire nell’ex manifattura tabacchi ma poi non se n’è fatto più nulla e i lavori rimarranno a Miami.

Inoltre, nell’ultimo decennio, si è intensificata la tendenza che vede gli artisti spagnoli vendere le loro opere più costose al di fuori della Spagna. Le cause? Secondo i commentatori spagnoli, sono da ricercare in vari ambiti ma, soprattutto, nella mancanza di una politica fiscale che incoraggi il collezionismo e nelle tasse elevate. In sostanza, l’acquisto di opere d’arte in Spagna è relativamente più costoso che altrove.

E in questo panorama piuttosto grigio, qual è la posizione di ArcoMadrid? Indubbiamente la fiera può godere di una buona risonanza mediatica e attrare ogni anno migliaia di visitatori ma il problema è proprio questo. ArcoMadrid è infatti considerata più dai curiosi o dagli appassionati che dai collezionisti. Quindi, girano le persone ma non i soldi. E per una fiera non è proprio il massimo.

La ricetta di ArcoMadrid 2020 e gli appuntamenti della art week

Per risollevare il morale e il portafogli, Maribel López puntato sull’attrattività internazionale: sul totale delle gallerie, 70 sono spagnole – un numero leggermente maggiore rispetto alla scorsa edizione – e 139 le straniere, che provengono da tutti i continenti meno uno. Non si sono infatti gallerie asiatiche.

Oltre alla sezione principale, con le gallerie invitate dal comitato di Arco Madrid 2020, interessante è Latinoamérica, dedicata alle gallerie dell’America del Sud. Un tentativo di intercettare il collezionismo di quell’area che Arco porta avanti già da alcuni anni. C’è poi una sezione tematica, “Es solo cuestión de tiempo”, a cura di Alejandro Cesarco e Mason Leaver-Yap, che presenta le opere di 16 artisti rappresentati da 13 gallerie. Tra i progetti speciali, si segnalano grandi nomi: Ai Weiwei, Alfredo Jaar, Mario Merz, Tony Oursler, Kiki Smith, Voluspa Jarpa.

Come ogni fiera che si rispetti, anche ArcoMadrid 2020 è accompagnata da una art week che coinvolgerà tutta la città che, comunque, può vantare diverse sedi di primissimo piano. Per esempio, al Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, da non perdere “Moving Off the Land II”, ampio progetto espositivo di Joan Jonas, il cui primo capitolo è stato presentato all’ultima Biennale d’Arte di Venezia. Al Palacio de Santa Barbara, troviamo poi Drawing Room, una piccola fiera dedicata al disegno, dove ritroviamo anche l’italiana Shazar Gallery, con opere di Stefania Ricci e Rocco Dubbini. Da vedere anche il progetto di Francesc Ruiz al CA2M – Centro de Arte Dos de Mayo. Promosso dalla stessa ArcoMadrid è il progetto diffuso in vari spazi pubblici dedicato a Félix González-Torres, artista cubano prematuramente scomparso nel 1996.

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