23 aprile 2021

LIAF 2022: Francesco Urbano Ragazzi curerà la biennale delle Isole Lofoten

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Sarà il duo curatoriale italiano Francesco Urbano Ragazzi a curare l'edizione 2022 di LIAF - Lofoten International Art Festival, biennale che si svolge al largo della Norvegia, nel Circolo Polare Artico

A seguito di una open call, sarà il duo Francesco Urbano Ragazzi a curare l’edizione 2022 di LIAF – Lofoten International Art Festival, manifestazione biennale d’arte contemporanea che si svolge nelle omonime isole al largo della costa settentrionale della Norvegia. «Siamo lieti di annunciare che Francesco Urbano Ragazzi curerà l’edizione 2022 del Lofoten International Art Festival», ha dichiarato Helga-Marie Nordby, Chair dell’Artistic Advisory Board di LIAF. «Il duo ha un’esperienza di progetti espositivi radicali e avvincenti. Scrivere e raccontare storie è una parte vitale della loro pratica, e non vediamo l’ora di vedere a cosa porterà il loro incontro con le isole Lofoten e il Nord», ha continuato Nordby.

LIAF: la biennale delle Lofoten, l’arcipelago delle storie che si incrociano

Il suggestivo arcipelago, che si trovato appena sopra il Circolo Polare Artico ma il cui clima risulta comunque mitigato grazie all’influsso della Corrente del Golfo, è molto conosciuto per la bellezza dei suoi paesaggi, con le caratteristiche montagne a picco sul mare. Inoltre, Svolvær, capoluogo delle isole Lofoten, è la città più antica del Circolo polare artico: la sua struttura risale all’epoca dei Vichinghi, quindi tra la fine dell’VIII e l’XI secolo, ma vi si trovano anche reperti archeologici risalenti a molto tempo prima, fino al 4000 a.C..

Istituita nel 1999, nel corso delle varie edizioni, la biennale LIAF ha presentato opere e progetti di artisti e autori internazionali come, tra gli altri, Gillian Wearing, Lawrence Weiner, Ken Lum, Olafur Eliasson, Elmgren & Dragset, Pipilotti Rist, Eija Liisa Athila, Amar Kanwar, John Giorno, David Horvitz, Shilpa Gupta, chiamati a confrontarsi con la specificità del contesto locale. Proprio dalla complessità del luogo, della sua storia e della sua posizione geografica – e quindi, inevitabilmente, anche politica – parte LIAF che, come anche altre manifestazioni simili, periodiche e ospitate in luoghi topograficamente “marginali”, si propone di ampliare la piattaforma di discussione, accogliendo temi di interesse e di influenza globali su una scala territoriale ben identificata. In questo senso, LIAF ha avviato anche Occasional Groundwork, un programma di collaborazione insieme ad altre due biennali europee EVA, Biennale irlandese di arte contemporanea, e GIBCA – Göteborg International Biennial for Contemporary Art. Dal 2009, il festival è stato organizzato dal North Norwegian Art Center (NNKS) e dall’Artistic Advisory Board del LIAF.

Futurefarmers, Windmill, LIAF 2019

La biennale non ha una sede fissa nelle isole Lofoten, ma viene riformulata ogni volta, esplorando e integrando i suoi contorni. Nel 2019, per esempio, i progetti sono stati realizzati in quattro luoghi diversi, con residenze artistiche a Digermulen, Skrova, Valberg e Ramberg. Mostre e opere d’arte sono state presentate in luoghi molto diversi, dalla cima di una montagna a un garage, da una biblioteca a una pescheria. Peraltro, la pesca del merluzzo e l’essiccazione sono l’attività principale dell’arcipelago e uno dei centri dell’arcipelago, Rost, è gemellato con il comune italiano di Sandrigo, in provincia di Vicenza, con il quale si organizza la Festa del Baccalà. Insomma, le storie sono tante e si intrecciano in maniera inaspettata, anche a distanza di migliaia di chilometri. LIAF considera tutta la Norvegia settentrionale come la sua regione d’origine e obiettivo dei curatori dell’edizione del 2022 – che avrebbe dovuto tenersi nel 2021 ma che è stata spostata di un anno a causa dell’incertezza legata all’evoluzione della situazione pandemica – sarà quello di assegnare borse di produzione agli artisti che vivono e lavorano in questa zona.

«Siamo entusiasti di far parte della gloriosa storia della Biennale LIAF, intraprendendo questo viaggio verso nord preceduti da molti colleghi che stimiamo», spiega Francesco Urbano Ragazzi. «Quasi alla fine di una pandemia e nel mezzo di una crisi climatica globale, pochi luoghi al mondo sono oggi più pertinenti delle Isole Lofoten come scenario di una biennale d’arte. Le isole Lofoten sono un ecosistema pacifico ma estremo in cui gli esseri umani hanno sempre affrontato l’isolamento e cercato l’equilibrio tra se stessi e l’ambiente. Attingendo alla saggezza di questi luoghi e delle comunità che vivono qui, LIAF 2022 si spingerà ai confini della realtà abbracciando i fantasmi del nostro tempo».

A proposito dei curatori

Francesco Urbano Ragazzi è un duo curatoriale fondato a Parigi nel 2008 e basato a Milano, con una formazione in ontologia, gender e media studies. Il duo ha sviluppato The Internet Saga, una piattaforma di ricerca e un ciclo di mostre iniziato con l’omonima personale del filmmaker indipendente Jonas Mekas a Palazzo Foscari Contarini (2015) e culminato nella mostra “Hillary: The Hillary Clinton Emails” del poeta Kenneth Goldsmith al Cinema Teatro Italia (2019), entrambe presentate in occasione della Biennale di Venezia. In questo quadro, il team ha anche sviluppato progetti commissionati da istituzioni pubbliche e private come il CERN – Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare (Ginevra), la Biennale di Bucarest e il Maraya Art Centre (Sharjah).

francesco urbano ragazzi liaf
Photo: Courtesy of Giorgio De Vecchi, GerdaStudio

Dal 2014, Francesco Urbano Ragazzi ha stabilito una stretta collaborazione con Jonas Mekas, curandone mostre, pubblicazioni e proiezioni in tutto il mondo. Tra esse: “Again, Again It All Comes Back to Me in Brief Glimpses”, la prima retrospettiva dell’artista in Asia, al National Museum of Modern and Contemporary Art, Seoul, nel 2018, la sua ultima mostra personale al Reykjavik International Film Festival del 2018, e il progetto editoriale Transcript 04 44′ 14″: Lithuania and the Collapse of the USSR, per Humboldt Books, nel 2020. Dal 2017 il duo dirige The Church of Chiara Fumai, l’archivio dell’artista femminista Chiara Fumai.

Nel corso degli anni, Francesco Urbano Ragazzi ha anche curato progetti e mostre, tra gli altri, per il Ministero Italiano delle Pari Opportunità, Missoni, Centro Ricerca Castello di Rivoli di Torino, ISCP di New York, Centre d’Art Contemporain Gèneve, La Loge di Bruxelles, La Casa Encendida di Madrid, Institut Français di Parigi, Futura – Centre for contemporary art di Praga, Ruya Foundation di Baghdad, Emirates Foundation di Abu Dhabi.

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