22 ottobre 2020

No a Fiac, sì alla Paris Art Week 2020: il nostro reportage

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Anche senza Fiac, la Paris Art Week raccoglie la sfida di un 2020 drammatico e propone un effervescente calendario di appuntamenti: ecco cosa abbiamo visto

Di fronte alla cancellazione della Fiac, vince la resilienza del mercato parigino e la solidarietà nel mondo dell’arte. La Ville lumière risponde con numerose iniziative tra fiere, saloni e gallerie, aperti tutti i giorni fino al 25 ottobre. Ecco cosa abbiamo visto, in lungo e in largo per la capitale francese, durante questa insolita Paris Art Week 2020.

Un tocco di Asia Now alla Paris Art Week

Si conferma Asia Now, che conquista grandi gallerie come la Templon, Perrotin e Galleria Continua che, dal Grand Palais, si spostano nei bei appartamenti haussmanniani dell’avenue Hoche, a due passi da Place de l’Étoile. In occasione di questa sesta edizione, la fiera dedicata alla scena asiatica apre le porte all’India con artisti storici e contemporanei. Diversi i focus: Galleria Continua con l’artista Shilpa Gupta, Nathalie Obadia con Rina Banerjee, Emmanuel Perrotin con Bharti Kher, Daniel Templon con gli artisti Jitish Kallat, Atul Dodiya e Anju Dodiya, mentre la Jeanne Bucher Jaeger presenta una retrospettiva di Zarina, una prima mosstra francese della celebre artista scomparsa di recente.

Interessante la proposta della galleria cinese Tabula Rasa che presenta la serie di video e fotografie di Ma Haijiao, If We Delete Green, If We Start Caring About Plants. Qui la giovane artista si concentra sulla narrazione del colore verde: con tonalità sempre diverse, riassume il verde e il mondo vegetale come temi generali per dispiegare immaginarie narrazioni. La galleria Liusa Wang propone una Yellow Reflection, ossia un’esplorazione identitaria del colore giallo: troviamo qui opere di Musquiqui Chihying, che in una riflessione sugli stereotipi evoca la parola yelloitude in eco all’idea di négritude, sostenuta da Aimé Césaire, scrittore e attivista politico. Bella la proposta della galleria Mingei, dedicata agli artisti nipponici, qui con Needles di Toshimasa Kikuchi, ossia sculture geometriche e idrodinamiche in legno laccato che rappresentano oggetti matematici, nella tradizione delle famose fotografie di Man Ray.

Il design di Private Choice e gli emergenti di Paris Internationale

Parigi conserva la sua dimensione internazionale e vede confermarsi Private Choice, il salone d’arte e design che presenta opere d’artisti in un lussuoso appartamento nei vicini Champs Elysées.

Paris Internationale è la fiera dedicata alle giovani gallerie e agli artisti emergenti che con i loro progetti non finiscono mai di intrigare i visitatori. Ricordiamo che questa fiera è nata nel 2015 per volontà di gallerie quali Antoine Levi, Crèvecoeur, Sultana e Gregor Staiger, per promuovere nuove prospettive estetiche. Tra le gallerie, Norma Mangione, con una selezione di opere di Francesco Pedraglio, e Wilfried Lentz, con Patricia Kaersenhout, artista e attivista di origini surinamesi, che ha partecipato a Manifesta 12.

E poi la Paris Art Week 2020 continua con Marais Art Week, Pari(s) de l’art, del Comitato professionale delle gallerie d’arte, Outsider Art Fair Paris, presso l’Hôtel Drouot, Urban Art Fair, che propone solo shows. E ancora, Paris Avant-Première, composta da giovani gallerie e spazi parigini indipendenti a sostegno della scena artistica emergente, ai margini del grande circuito collezionistico.

Il Grand Belleville, nel nord-est della capitale, si mobilita con una trentina di luoghi tra gallerie, istituzioni e case editrici. C’è chi fa la Fiac in galleria, come la Ropiac che, nella sede di Pantin, presenta in questi giorni i lavori di Georg Baselitz, Alex Katz, Robert Longo e Yan Pei-Ming, oltre a opere storiche di Robert Rauschenberg. La galleria MAGNIN-A propone una selezione di opere di Amadou Sanogo, mentre alla Max Hetzler vediamo lavori di Giulia Andreani e Ai Weiwei.

In seguito alla cancellazione della fiera Art Elysées, Stéphane Jacob, Baudoin Lebon, Brugier Rigail e Véronique Smagghe invitano collezionisti e pubblico a partecipare a ​​un viaggio culturale nel cuore delle loro gallerie. In questa folle Paris Art Week, in cui la creazione emergente non manca affatto, da non perdere la mostra “Un plus grand lac” ai Magasins généraux, fino al 25 ottobre 2020. Sono qui presentati 15 artisti diplomati alla Scuola di Arti Decorative e Beaux-Arts di Parigi, riuniti dal collettivo espace projectif, formato da dodici giovani curatori dell’Università della Sorbona, tra i quali Valentina Ulisse e Francesca Maltagliati. L’espace projectif è un’associazione studentesca che vuole promuovere artisti durante i loro studi per creare mostre aperte a tutti, nonché stimolare una riflessione sull’arte attuale attraverso pubblicazioni e convegni.

La caccia all’arte di Perrotin

In aggiunta all’effervescente offerta culturale di questi giorni, la galleria Perrotin ha creato Wanted!, una caccia all’arte sotto la volta del Grand Palais, il 24 e il 25 ottobre. Qui il pubblico è invitato a scovare 20 opere di 20 artisti della galleria Perrotin, i vincitori partiranno con il lavoro che hanno scoperto, che può essere di Johan Creten, JR, Elmgreen & Dragset, Laurent Grasso, Takashi Murakami, Jean-Michel Othoniel, Paola Pivi, Xavier Veilhan. Un omaggio a questo luogo magico e ricco di storia che presto chiuderà per ristrutturazione.

Per non perdersi in questo fermento di iniziative, diventa utile l’applicazione marais.guide, rete che collega gli appassionati d’arte e gallerie, per momenti di scoperta e condivisione nel quartiere parigino del Marais, e non solo.

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