29 novembre 2004

fiere_resoconto Arte Padova 2004

 
Una fiera (quasi) sull’ovvio. Pochi spunti, giovani talenti da ricercare con il lanternino. Scarsi i nomi stranieri rappresentati e gli espositori presenti sembrano puntare sui pur notevoli classici italiani dal sicuro mercato. Sperando nella ripresa economica…

di

Gli espositori sono 180, e gli spazi sono ben adeguati. Gli artisti rappresentati oltre 1300, ma mai fidarsi dei comunicati stampa. Giovani artisti emergono è il sottotitolo della rassegna padovana. Vuoi perché l’espressione Giovani artisti fa trendy, vuoi perché alle persone piace pensare che ci sia spazio per le nuove generazioni, per i nomi nuovi, per chi fa arte senza pensare al mercato o ai propri collezionisti. E così la sciabola di parole che potrebbe mettere finalmente un po’ di scompiglio si rivela invece il grissino del tonno rio mare. Basta girare per gli stand…
La prima impressione è che Rotella e Borghese la facciano da padroni. Di quest’ultimo una buona collezione alla galleria Il granicolo che espone anche dei bronzi di media dimensione da segnalare anche per l’attenzione di far sedere i propri visitatori sulle opulente poltrone “Vassily”. Gli strappi di Rotella sono invece da Spirale Arte e Caffè Guerbois e soprattutto da Artestudio con i manifesti di Moana della fine degli anni ’80. Splendido e lirico il Dorazio su fondo rosso di grandi dimensioni di La Roggia ed interessanti Ranucci e gli olii dissacranti di Piacesi con carabinieri, tribunali e quant’altro esposti da Arigoni.carla accardi arancio su rosso
Contini fa sempre di tutto un po’, mentre notevoli i Corpora esposti da Giorgio Guelfi e i Berlingeri (altra star a farla da padrone) in mostra da Perlini che espone anche un rappresentativo acrilico della Accardi.
Non più di carini i Montesano, che ormai cominciano a costare. Anche le quotazioni di Chia sembrano non risentire gli influssi negativi della crisi mondiale (un olio anni ’80 50×70 sui 45.000). Non si è visto molto Migneco e solo un paio di Baj tra cui uno di ridotte dimensioni esposto da LI.ART, ma carissimo. Pochissimo Afro e Scialoja, mentre un Vedova da museo capace di inghiottire lo sguardo di chiunque non fa onore al gallerista che lo espone, dalla cui bocca abbiamo non molto nascostamente sentito di attendere a gloria la morte dell’artista (pace all’anima del maestro veneziano), per vedere un picco delle quotazioni.
L’emergente iperrealista -ma un po’ noioso- Capozzi trova spazio con degli acrilici alla napoletana Spazio Arte mentre Andrisano espone una bella tela presso San Lorenzo, dove si possono vedere pure dei lavori onirici dedicati a porzioni di paesaggio come chiuse tra le porte di una balconata di Braida.
Arman invece è presente ovunque, inutile citare chi lo espone, la sua è un’invasione ed una inflazione esagerata. Ma nessuno ha il coraggio di chiuderlo in un caveau?
Spazia espone molto, tra cui delle litografie di grandi dimensioni di Wahrol: peccato sappia tutto di già visto.
agostino bonalumi bianco 1967Simpatici i lavori di Persiani, in particole Feto, un orsetto azzurro di peluche all’interno di uno zainetto trasparente (da cui il nome) con la tibia che esce da una ferita (esposto da Carini) e i lavori di Riello da astuti, in particolar modo un mitra di porcellana decorato con i motivi della ceramica artigianale di Faenza e un caccia dipinto con immagini mitologiche alla Tiepolo. Nello stesso stand i coni simil-stradali della Accardi.
Scarsa la presenza della grafica, se si escludono dei lavori di carta di Guttuso e -quasi una scoperta- le vignette di Efimov in pieno periodo agitprop Staliniano esposte da Cinquantasei. Scarsa anche la presenza della scultura, eccetto il solito Botero e la miniretrospettiva dedicata da Contini a Mitoraj.
Belle le foto, anch’esse non molte, di cui di sicuro le migliori da Bugno con delle lambda print dedicate a Venezia di Galimberti, esposto anche da Il torchio-Costantini. E ancora qui. di particolare interesse, i lavori della italo-americana Francesca Galliani: foto in b/n manipolate e dipinte, con effetti notevoli specialmente quelle dedicate alla capoeira, fresche e ricche di movimento.
Inutile aggiungere che, ahinoi come al solito, si continua ad aspettarsi di più dalla kermesse padovana.

daniele capra

3 Commenti

  1. Mi sono imbattuto in questa pubblicazione di Daniele Capra che mi definisce noioso.
    Lo ringrazio, apprezzo sempre i commenti ,specialmente se negativi e mi piacerebbe approfondire il discorso direttamente con lui.

    Sicuro di un suo contatto, ringrazio e saluto cordialmente.

  2. Caro Gianluca, ti rispondo in privato usando il tuo indirizzo di posta elettronica che hai lasciato. Intanto grazie per il tono cordiale e gentile della risposta. Non è da tutti.

  3. Bene o Male.

    Scrivere e come dipingere.
    Ma si può scrivere di pittura se non si conosce a cosa serve e quale è l’odore dell’olio di cartamo, di papavero?
    A cosa è indicato il prodotto sopra citato e per quali colori?, un buon conoscitore di questo mondo mi sapra rispondere in maniera non solo superficiale, ma in tono più profondo.
    Aspetto!

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