29 settembre 2021

A Lodi torna il Festival della Fotografia etica

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A Lodi torna il Festival di Fotografia Etica. Una dodicesima edizione tra novità e grandi fotografi internazionali

©Eugene Richards_FFE21 La madre di due giovani ragazzi, Jessica Jones soffre di una malattia lievemente invalidante. Consapevole di quanto sia bella, ha chiesto di essere fotografata. Earle, Arkansas, 2019.

Fino al 24 ottobre Lodi ospiterà la dodicesima edizione del festival della Fotografia etica. Gli scatti di ottanta fotografi sono protagoniste di venti mostre allestite in diverse sedi espositive della città e in spazi all’aperto, tra cui quella del fotografo americano Eugene Richards, che ritorna a Lodi dopo dieci anni, nello Spazio Approfondimento, ex Chiesa dell’Angelo, con un progetto sulla comunità afroamericana dell’Arkansas: storie che raccontano la povertà endemica, il razzismo, la violenza e la lunga strada ancora da percorrere per raggiungere l’uguaglianza.

Lo Spazio Outdoor invece, coinvolge i Giardini pubblici di Lodi con il progetto di Ami Vitale, A Daring Giraffe Rescue, cronaca del salvataggio drammatico e pirotecnico al tempo stesso di un gruppo di giraffe di Rothschild dall’isola di Longicharo, un pinnacolo roccioso di lava nel mezzo del lago Baringo, nel Kenya occidentale. Accanto a lei il fotografo olandese Jasper Doest con Pandemic Pigeons – A Love Story, che racconta di una coppia di piccioni selvatici che durante il lockdown ha fatto amicizia con la famiglia del fotografo.

La sezione Uno Sguardo sul Nuovo Mondo, presso il Palazzo della Provincia, propone due percorsi realizzati in collaborazione con Agence-France Presse attraverso lo sguardo di diversi fotogiornalisti che raccontano La democrazia americana messa alla prova,
Una nazione divisa, e Siria: dieci anni di conflitto. L’iraniano Farshid Tighehsaz, invece, con la sua The New Name of Death racconta a Palazzo Barni l’impatto dell’attuale pandemia in una nazione complessa come l’Iran.

©Farshid Tighehsaz_FFE21 Autoritratto con Sima dopo due settimane di auto-quarantena. Tabriz, Iran. La foto è stata scattata il 24 aprile 2020.
©Farshid Tighehsaz_FFE21
Autoritratto con Sima dopo due settimane di auto-quarantena. Tabriz, Iran. La foto è stata scattata il 24 aprile 2020.

Il chiostro del Museo Paolo Gorini ospita uno spazio dedicato ad EMERGENCY, che per dodici anni ha collaborato con la manifestazione, con Un ricordo per Gino di Giulio Piscitelli, progetto realizzato in Afghanistan negli ospedali di Kabul e Lashkar Gah.

E ancora Sebastian Gil Miranda porta a Lodi il suo progetto Baba Yao. The Father Of All , la storia di Austin Ajowi, allenatore di calcio keniota di Mathare, una delle più grandi baraccopoli di Nairobi e dell’Africa, mentre nel vicinissimo Comune di Montanaso Lombardo, all’aperto in Piazza della Spiga, Spazio Freedom, espone i lavori di Fiorella Baldisserri, che racconta la storia di Morris Donini, un artigiano bolognese della pellicola che in questo anno di chiusura forzata a causa della pandemia ha deciso di continuare a proiettare film a sala vuota e di Lorenzo Pesce, che invece ha fotografato gli adolescenti che hanno espresso i sogni, incubi e desideri vissuti durante la pandemia.

Cuore del Festival rimane il World Report Award. Sei le sezioni che lo compongono, con i relativi vincitori scelti dalla Giuria composta da Svetlana Bachevanova, direttrice esecutiva della Fondazione FotoEvidence, Lauren Steel, co-fondatrice di Visual Thinking Collective, Gary Knight fotografo e direttore dell’agenzia fotografica VII, Alberto Prina e Aldo Mendichi, coordinatori del Festival della Fotografia Etica. Contemporaneamente al Festival si svolgerà FFE – OFF, un circuito di mostre fotografiche, esposte in negozi, bar, ristoranti, gallerie, circoli culturali e aree pubbliche della città.

Per il programma completo potete cliccare qui.

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