05 novembre 2020

Da CAMERA, un percorso nell’eclettica ricerca di Paolo Ventura

di

CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia di Torino, ospita Carousel, mostra che "mette in scena” tutti i temi della ricerca di Paolo Ventura. Un report, in attesa della riapertura

Paolo Ventura, Carousel, CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia, 2020. Veduta della mostra, ph. Marco Bellone
Paolo Ventura, Carousel, CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia, 2020. Veduta della mostra, ph. Marco Bellone

A Torino, dal 17 settembre all’8 dicembre 2020, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, ospita “Carousel”, mostra a cura di Walter Guadagnini in collaborazione con Monica Poggi, che “mette in scena” tutti i temi più cari della poetica di Paolo Ventura (Milano,1968), uno degli artisti italiani più apprezzati a livello nazionale ed internazionale.“Carousel” ospita alcune delle opere più affascinanti degli ultimi quindici anni di carriera dell’artista milanese, frutto dell’unione di diversi linguaggi artistici quali disegni, scenografie, maschere di cartapesta, costumi teatrali e modellini.

Carousel: la ricerca di Paolo Ventura, negli spazi di CAMERA

Le prime sale di CAMERA sono interamente dedicate ai temi e alle modalità espressive che caratterizzano la poetica di Paolo Ventura che, mediante la fotografia narrativa e la stesura dei testi didascalici, diventa il narratore della mostra e riesce a coinvolgere totalmente il visitatore nel suo mondo surreale e fiabesco.

Sono presentati in questa prima sezione i progetti più significativi della prima fase della sua produzione: War Souvenir (2005), ambientato in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale, grazie al quale ottiene i primi riconoscimenti, L’Automa (2008), una storia in cui i protagonisti sono un vecchio, un robot e la città di Venezia, e infine una selezione da Winter Stories (2007-2009), in cui un clown morente ricorda i momenti della propria vita «senza saper distinguere tra realtà e sogno, in un mondo invernale senza stagioni né tempo». I tre progetti hanno come protagonisti burattini e come ambientazioni dei piccoli set teatrali costruiti dallo stesso Paolo Ventura sul tavolo del suo studio.

Una nuova fase fiabesca

Dopo aver vissuto dieci anni a New York ed essere ritornato in Italia, l’artista iniziò una nuova fase della sua ricerca: nel 2012, nei pressi di Arezzo, ricavò da un vecchio fienile uno studio particolarmente luminoso nel quale allestì una pedana e un fondale in cui impersonava, insieme alla moglie e al figlio, delle piccole vicende, le Short stories, che raccontano «…di magia, guerra e scomparsa», dai tratti fiabeschi e paradossali.

Nello stesso periodo Paolo Ventura realizzava le scenografie di “Carousel” per l’Opera di Chicago e quelle di “Pagliacci” per il Teatro Regio di Torino.
In questi nuovi progetti italiani viene meno la sequenzialità narrativa in favore della suggestione surreale attraverso la pittura: questa permea nei collage
mettendo in risalto soldati, maghi, artisti, pagliacci e saltimbanchi, suoi soggetti ricorrenti.

I progetti inediti di Paolo Ventura

La seconda sezione dell’esposizione è dedicata a due progetti inediti. Il primo, Grazia Ricevuta (2019-2020), è la rivisitazione in chiave ironica del tema dell’ex voto, rielaborata dall’artista manipolando l’immagine e rappresentando costantemente la sua figura e quella delle persone a lui vicine. Il secondo lavoro, La Gamba Ritrovata (2019-2020), è curato da Francesca Fabiani ed è il risultato di una residenza svolta presso l’ICCD di Roma – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, avviata tramite la collaborazione di CAMERA e il MiBACT.

Servendosi dello studio e della riflessione sulla rappresentazione delle vicende risorgimentali e usufruendo degli Archivi dell’ICCD, Ventura ha avuto l’opportunità di approfondire il tema della rappresentazione della guerra attraverso la fotografia e della difficile accettazione del mezzo fotografico nell’Italia tradizionalista del XIX secolo. Tutto ciò reso attraverso il rinvenimento romanzato di una serie di carte salate, risalenti al periodo risorgimentale, nel corso della residenza romana dell’artista.

La mostra si conclude con l’installazione La Città Infinita (2014), che trasforma parte del corridoio di CAMERA in una città immaginaria, composta da tante opere architettoniche realizzate da Paolo Ventura nel corso della sua carriera, riassemblate e reinventate per creare un effetto di grande suggestione.

«…Mi auguro che il pubblico – che post lockdown è tornato a scoprire le storie visive che CAMERA racconta con le sue mostre – apprezzi una mostra che è davvero un esempio di commistione tra arte, fotografia, ricerca e visione», ha commentato Emanuele Chieli, presidente di CAMERA. In attesa di una riapertura, dopo il DPCM pubblicato ieri, che ha decretato la chiusura di mostre e musei, possiamo sfogliare la prima monografia dedicata all’opera di Paolo Ventura, pubblicata da Silvana Editoriale.

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