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The Phair apre a Torino: dai maestri agli emergenti, ecco com’è la fiera della fotografia contemporanea
Fotografia
Con 47 gallerie coinvolte, di cui nove torinesi e una decina internazionali, The Phair – nata nel 2019 e approdata lo scorso anno negli spazi delle OGR – inaugura la sua sesta edizione consolidando il proprio ruolo nel panorama artistico italiano. Compatta nelle dimensioni ma ambiziosa nei contenuti, The Phair si distingue per l’attenzione curatoriale e l’elevata qualità delle opere esposte. Fin dalla sua nascita, si è proposta di offrire una mappatura dell’arte contemporanea legata all’immagine, andando oltre la semplice logica di mercato. Dopo un primo focus sulla scena italiana, oggi si apre con crescente consapevolezza al contesto europeo, arricchendo varietà e spessore delle proposte.
La fiera si inserisce tra i principali eventi di Exposed – Torino Foto Festival, che dal 16 aprile al 2 giugno trasforma il capoluogo piemontese in un polo nazionale per la fotografia. Nei giorni 9, 10 e 11 maggio, il programma si anima con talk, incontri e lectures che coinvolgono artisti, curatori, galleristi e pubblico.

Tra le novità dell’edizione 2025 di The Phair, spicca la collaborazione con Just The Woman I Am (JTWIA): i visitatori potranno votare l’opera preferita tra una selezione di lavori e quella più votata entrerà nella collezione JTWIA. The Phair si impegnerà inoltre a devolvere una somma pari al valore dell’opera alla ricerca universitaria sul cancro. Tra i lavori in gara figura anche un toccante scatto della fotografa cubana Keila Guilarte (Tallulah Studio Art), che ritrae un ragazzo in picchiata su una bicicletta e dialoga perfettamente con l’immagine-manifesto di quest’anno della fiera.
Per questa edizione è stata scelta una fotografia storica del 1934 di Mario Gabinio, Torino, giostra Zeppelin in movimento. Ripresa notturna. Prestata dalla GAM di Torino e collocata all’ingresso della fiera, l’opera esprime dinamismo e sperimentazione, incarnando lo spirito di The Phair. Un’immagine scelta per ricordare che, sin dalle origini, la fotografia non è solo mezzo descrittivo ma terreno di ricerca sulla relazione tra arte e realtà.

Anche sul fronte delle residenze artistiche, The Phair propone interessanti novità: debutta quest’anno Scisti e Vinisti, una residenza nel Salento volta a creare un dialogo tra arte e comunità, mentre MCArchitects offre una residenza negli studi di Mario Cucinella Architects.
Spazio anche ai giovani, con una selezione di artistə under 40: tra loro si distinguono le visioni urbane di Dani Gherca (CRAG), le architetture astratte di Nicolò Ricci (CRAG) e il linguaggio onirico e critico di Marta Scavone (Febo e Dafne).
La varietà è il vero punto di forza di questa edizione. Accanto ai grandi nomi quali Luigi Ghirri e Gabriele Basilico, trovano spazio le sperimentazioni più attuali, come le immagini generate con l’ausilio dell’intelligenza artificiale da artisti come Pietro Catarinella (MC2 Gallery) e Phillip Toledano (Tallulah Studio Art).

Elisabetta Chiono, presidente di Torino Art Galleries, ha sottolineato la forza del format: «The Phair è molto apprezzata per la qualità delle gallerie selezionate e per la struttura democratica che rende la visita chiara e accessibile». Tutti gli stand, infatti, hanno le stesse dimensioni.
Anche Patrizia Sandretto Re Rebaudengo ha riconosciuto il valore strategico della manifestazione, sottolineando il legame sempre più stretto tra Torino e la fotografia. La Fondazione Arte CRT acquisterà opere durante la fiera da destinare in comodato al Castello di Rivoli, rafforzando così il sostegno alle arti visive. Con un budget stanziato di 15mila euro, l’opera acquisita è la fotografia di Paulo Nazareth Untitled (Objects to Keep the Sun out of Your Eyes) series, dalla Galleria Franco Noero di Torino e selezionata dalla vice direttrice del Castello di Rivoli, Marcella Beccaria.

Con opere proposte a una fascia media tra i 3mila e i 10mila euro, The Phair rende l’arte accessibile a un pubblico ampio. Ma il suo vero valore aggiunto rimane lo sguardo lucido e plurale su un linguaggio in trasformazione: la fotografia, che cambia pelle, ma che The Phair continua a raccontare con visione e coerenza.