04 aprile 2020

Gallerie ai tempi del distanziamento sociale: Pinksummer

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Quarto appuntamento con l'opinione dei galleristi su questo momento di stasi dovuto al Covid-19. Oggi abbiamo raggiunto la genovese pinksummer

pinksummer covid-19
Luca Vitone “Wunderkammer” at pinksummer, Genova, 2018 Courtesy: pinksummer, Genova. Photo: Alice Moschin

In questi giorni di emergenza Covid-19 e di chiusure forzate, abbiamo raggiunto alcune tra le gallerie più attive in Italia, per raccogliere il loro punto di vista sulla situazione attuale e sul futuro: dopo gli ultimi appuntamenti con Viasaterna e Umberto Di Marino, oggi leggiamo l’opinione di pinksummer, galleria genovese che dal 2000 lavora al fianco di artisti internazionali per promuoverne il lavoro, dentro e fuori i suoi spazi, con mostre site specific in occasione di grandi eventi.

«Noi di Pinksummer crediamo che quello che sta accadendo non sia semplicemente una crisi finanziaria come è accaduto nel 2008 che per una serie di circostanze noi abbiamo sentito più tardi intorno al 2011. Qui si parla di una crisi che riguarda la vita. Chiusi nelle nostre case, abbiamo udito leader politici occidentali, colonne portanti della tipologia di vita che stiamo conducendo, pronunciare discorsi senza alcun tipo di senso per rimangiarseli due giorni dopo cercando riparo nell’unico modo possibile: fermare tutto.

La scienza è stata colta alla sprovvista, non sa, non aveva previsto. Noi tutti che abbiamo sentito di vivere in Spillover con tutta l’ansia, non ancora dissolta, di essere in balia. Nessun rimedio. Nessun vaccino. No antibiotici, no antivirali. L’informazione che non è stata affatto igienica. L’opinione, solitamente ansiogena, ha troneggiato in generale. Non abbiamo strategie perché un microbico opportunista ci ha fatto capire che non esistono rifugi se una meteorite si abbatte sulla terra come nel film di Lars Von Trier Melancholia. Pertanto rispetto al nostro orticello specifico non abbiamo vaccini né strategie al momento, ci permettiamo di dire a-professionalmente di non sapere cosa sarà del mercato dei giovani e midcareers artisti. Potrebbe anche accadere, come è accaduto nel secondo dopoguerra, che il mondo abbia voglia di credere nelle cose buone e che magari succeda qualcosa di buono, si viva più alla giornata con meno ansia rispetto al futuro e tutti, o meglio chi potrà, compri o continui a comprare o compri di più. Con responsabilità rispetto al qui e ora senza orpelli hic et nunc, dicevano i romani».

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