12 novembre 2008

in fumo_interviste Paolo Bacilieri

 
Di Bacilieri si conosce l’agile naturalezza con cui si tiene in equilibrio tra l’ironia e la grazia. E con cui affronta il fumetto popolare e l’emotività sincera, complessa ma lieve, del suo percorso autoriale. Eccolo che si racconta, a partire dal suo ultimo progetto...

di

Canzoni in A4 è una mostra e un libro. Come nasce il progetto?
Nasce da una proposta della galleria Miomao, che da tempo voleva fare una mostra con i miei lavori. La loro attenzione si è concentrata sulla marea di fogli A4 che nel tempo si sono accumulati nel mio studio. Questo materiale, per me, è una sorta di rumore di fondo: a volte sono schizzi che mi servono per cominciare un tavola, ma in alcuni casi – come per quelli raccolti nella mostra e nel libro – si tratta di materiale fine a se stesso, disegni che non hanno avuto altro fine se non il divertimento di farli. Quello che mancava era l’idea che coagulasse un po’ le cose, allora ho pensato alle canzoni. So che molti mie colleghi lo hanno già fatto, ma mi piace essere fra i tanti che hanno disegnato canzoni.

Perché proprio il formato A4?
La passione per l’A4 risale alla mia infanzia. Mio padre portava a casa delle grandi risme di quella che allora era la carta per stampanti, coi buchi laterali, penso che ora non esista più. Quella è stata la mia vera scuola di disegno e anche il principio della malattia: potevo usarne a quintali senza rimorsi, senza il terrore del foglio bianco che può dare la bella carta. Da allora, oltre ai quaderni di schizzi che mi porto in giro, l’A4 è stato sempre il campo in cui vado a ruota libera, dai disegni che si fanno al telefono agli studi di ambienti e personaggi. Mantiene un sapore unplugged, per rimanere in ambito musicale, di non ufficialità. La sua qualità principale, per me e per quanto riguarda questa mostra, è una certa leggerezza, ai limiti delle responsabilità. Il lavoro davvero impegnativo è stato invece quello di assemblaggio: scegliere e dare una sorta di ordine, o comunque di voluto disordine, a tutto il progetto. L’inclusione di un disegno al posto di un altro cambia tutto il flusso delle immagini.

Paolo Bacilieri - Illustrazione per Canzoni in A4I fogli scelti sono abbastanza recenti…
I più vecchi risalgono al massimo a cinque, sei anni fa; qualche rarissimo caso può risalire al secolo scorso. Non volevo che il libro sembrasse un’antologia. Organizzarli per argomenti e non in ordine cronologico ci è sembrata la scelta più sensata e meno presuntuosa.

In uno dei disegni ti commuovi di fronte alla Pietà Rondanini di Michelangelo. Mi chiedo se si può parlare di “non finito” per i tuoi A4. Quand’è che un disegno è finito?
Questi A4 non sono mai non finiti: la loro caratteristica è quella di non avere la responsabilità di essere finiti, e quindi lo sono sempre. Quando disegno le mie storie a fumetti sono piuttosto sospettoso di fronte alla licenza del non finito. Anzi, magari cerco di andare oltre, nella ricercatezza dell’iper-finito. O forse le mie tavole non sono mai finite, perché le riprendo continuamente in mano, cercando di definire meglio un particolare… Negli A4 c’è un atteggiamento di maggior relax, non so se non finito è il termine esatto, ma ci sono delle soluzioni che chiamerei di sintesi estrema. Oppure di dabbenaggine: quando tiri dritto anche se non dovresti, e magari funziona. La deresponsabilizzazione può dare delle sorprese, possono venir fuori delle cose divertenti e, a volte, delle soluzioni utili a cui non avresti mai pensato.

Da Durasagra in poi hai cominciato a lavorare moltissimo sul lettering, che non è più virtualmente invisibile ma s’impone come parte del disegno. Quanto è importante il modo in cui il testo viene scritto?
Credo che sia stato un passo importante iniziare a prender il controllo del lettering, è una ricerca in costante evoluzione. Personalizzare il lettering aumenta il tuo grado di espressività, lo rende uno strumento potente per il racconto e lo porta al di là del testo e del linguaggio. In La magnifica desolazione ci sono delle citazioni, stralci di letteratura più o meno alta che diventano dei balloon probabilmente massacranti per la maggior parte dei lettori. In questi casi, oltre alla bellezza del brano, mi piace l’intensità grafica che può avere un balloon del genere, la sua forza e il suo equilibrio espressivo. Non m’interessa fare ammiccamenti citando questo o quello, uso quel testo come userei un viola o un arancione.

Nelle Canzoni in A4 trascrivi brani del testo che aiutano ad “ascoltare” la canzone mentre si guarda il disegno. È importante la scelta dei versi, ma anche come vengono scritti…
A volte raddoppio una vocale per raggiungere una precisa musicalità, oppure sbaglio volutamente l’a capo per dare un ritmo e rimanere in linea con la gabbia ideale che inserisco all’interno della tavola.

Paolo Bacilieri - Pete DohertyViene prima l’aspetto dell’espressività grafica, quindi. Un po’ come l’attore che pensa prima all’espressività della voce e poi al testo che sta recitando…
Sento che stai per citare Carmelo Bene! Il concetto è quello, ma sul piano pratico ci sono molte differenze.

Le canzoni disegnate hanno una forza che, allo stesso tempo, è anche un limite: la percezione dell’immagine è molto diversa se si conosce o meno il brano.
Sì, è una debolezza strutturale. Quando fai un lavoro del genere rivendichi anche il fatto che la gente le deve conoscere, è colpa tua se non la sai. Ovviamente, in questo tipo di giochi, io perdo sempre. Alcune di quelle che mi sono state segnalate da altri sono dovuto andarmele a cercare. Ma è soprattutto un gioco di complicità, bisogna entrare nello spirito per apprezzarlo. Le canzoni a fumetti di Crumb sono talmente divertenti e belle che non importa se conosci la musica, non penso di aver raggiunto quel livello. Nello stesso tempo, Crumb aveva una conoscenza molto precisa dei suoi lettori, sapeva bene cosa ascoltavano.

Ascolti la musica mentre lavori?
Soprattutto la radio, a volte metto un disco. Credo che dai disegni in mostra si veda che ho un gusto abbastanza eclettico. E m’interessano anche i gusti degli altri, mi piace ascoltare quello che piace ai mie amici, e magari scoprire che piace anche a me. Ho fatto una specie di sondaggio tra amici e autori di fumetti, chiedendo a ognuno la sua canzone preferita. Molte le ho disegnate e inserite nel progetto.

Sei partito dai gusti degli altri per ottenere qualcosa che ti appartiene totalmente. È un po’ il tuo modo abituale di lavorare: vieni spesso definito eclettico e tendi a citare esplicitamente i tuoi riferimenti grafici e letterari…
Sì, sono condannato a questa etichetta, mi va anche bene…

Però è un’etichetta imprecisa: sei eclettico solo nel guardarti attorno, non lo sei affatto nel fare. Anzi, più sono aumentate le citazioni e più il tuo stile si è definito.
Niente da aggiungere a quello che hai detto, cerco di avere un basso livello di autocoscienza in quello che faccio.

Paolo Bacilieri - Illustrazione per Canzoni in A4Tra i disegni inclusi non ci sono schizzi preparatori. È interessante però come, in certe pagine, appaiano personaggi ed elementi che appartengono alle tue storie. C’è un canale di comunicazione fra la tua realtà e quello che disegni, fra la vita e quello che accade nei fumetti?
C’è osmosi. E sì, l’ambizione è un po’ quella, comune a molti autori che fanno fumetti oggi: abbattere le barriere tra quello che raccontano e quello che vivono. Mai come in questo momento c’è stata nei fumetti la possibilità di raccontare se stessi. Per quanto mi riguarda, continuo in maniera quasi schizofrenica a essere sui due lati della barricata: mi piace anche l’idea di una certa impersonalità, della distanza che assumo quando mi applico al modulo bonelliano. Mi diverto ancora a fare i giornaletti, anzi ho una specie di feticismo accentuato dalla possibilità che magari tra dieci anni non si potranno più fare, che la strada che dall’edicola va verso la libreria sia irreversibile. Sono i vantaggi della retroguardia. Credo però che sia importante mantenere un legame, positivo e non frustrante, fra il tuo lato più intimo e quello applicato a raccontare una storia che non ti riguarda direttamente.

Nelle storie di Zeno Porno la distanza tra la finzione e la tua realtà è diventata sempre più labile. Con naturalezza, il personaggio e la narrazione hanno preso vie imprevedibili…
Il personaggio è nato assolutamente in maniera programmatica. Lavoravo per “Blue”, che è un rivista di fumetti erotici, e l’idea era quella di fare un personaggio consumatore di pornografia. Doveva avere un’atmosfera cupa e metropolitana, e non doveva avere, come poi è successo in maniera anche imbarazzante, la mia faccia. Poi, come spesso succede, ha preso tutta un’altra direzione: il tema programmato è andato a farsi benedire e sono entrate in scena cose che l’hanno fatto andare neanche in una direzione precisa, ma a zigzag. Lo stato attuale del suo percorso vorrebbe quasi che prendesse il mio nome, ma Zeno Porno mi piace musicalmente e mi sembra una garanzia contro qualunque forma di rispettabilità. Allora lo mantengo e lo rivendico.

È l’osmosi tra vita e storie che citavi prima?
Sì, non direi che Zeno Porno sono io, resta un personaggio fittizio. Ma è inserito in un universo narrativo molto destrutturato, nel quale entrano cose che fanno parte della mia vita: stimoli momentanei ma anche una certa sedimentazione, perché sono storie che rimugino in tempi piuttosto lunghi. C’è un canale di quotidianità che entra e viene filtrato, continuamente.

Non saresti tu anche se si chiamasse Paolo Bacilieri…
Certo, ma non mi basta la discrepanza naturale tra realtà e finzione, voglio anche rendere Zeno un po’ bidimensionale, alleggerirlo, sottolineare il fatto che sia un personaggio dei fumetti.

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a cura di alessio trabacchini

la rubrica in fumo è diretta da gianluca testa


la mostra
dal 4 ottobre al 6 dicembre 2008
Paolo Bacilieri – Canzoni in A4
Galleria Miomao
Corso Cavour, 120 – 06121 Perugia
Orario: da martedì a venerdì ore 14-19,30; sabato ore 11-19; anche su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel. +39 3477831708; info@miomao.net; www.miomao.net
il libro
Paolo Bacilieri – Canzoni in A4
Kappa Edizioni, Roma 2008
Pagg. 224, ill. b/n, € 14
ISBN 9788874712076
Info: la scheda dell’editore

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