11 novembre 2009

in fumo_recensioni My name is Palmiro

 
Un anatroccolo con un nome importante. Ma con una vita tutt’altro che semplice. A partire da una fidanzata lontana. Il suo nome è Palmiro e il suo ideatore Sauro Ciantini. Che ora dà alle stampe un blocco di appunti...

di

Pensare ai paperi e agli anatroccoli senza riuscire, di
primo acchito, a immaginare una divisa da marinaretto e una voce querula, può
essere un’impresa difficile. Non tanto se, con un breve esercizio di memoria,
torniamo all’agenda Comix e alle strisce lì contenute.
È proprio all’interno
di quelle pagine che forse, molti di noi, hanno incontrato per la prima volta Palmiro: tra il Nirvana firmato Roberto Totaro e le caustiche teorie di Alice
a quel paese
,
esposte dalla bravissima Silvia Ziche, ecco spuntare un paperotto esile nel segno e ironicamente distruttivo
nelle sue gesta. Come un karma, ogni striscia si apriva con un “C’era una
volta un anatroccolo piccolo, brutto e nero…
” e si avvicinava al climax con un semplice “Gli
scrisse la ragazza lontana
”.
Da lì prendeva vita l’umorismo graffiante di Sauro
Ciantini,
che
nell’arco di tre vignette riusciva a riprodurre stati d’animo cari a tutti noi,
carrellata di concetti perfetti per il lettore, che si immergeva nelle sfortune
quotidiane e non del paperotto. La ragazza lontana era la ragazza di tutti, e
le reazioni del paperotto erano più o meno la summa delle angosce e delle
gelosie umane. Palmiro impersonava il terrore atavico e la paranoia di tempi
fatti di lettere, a lungo attese, e telefonate smezzate.
Una striscia da My name is Palmiro di Sauro Ciantini
All’epoca non esistevano cellulari né collegamenti
immediati tramite chat, e si attendeva solo una comunicazione giornaliera e,
nei casi peggiori, settimanale.
Ma Palmiro non si fermava solo al leitmotiv della
fidanzata distante: c’era un mondo intero che roteava intorno a lui, attraverso
comprimari surreali come il cactus Bolivar o le voci fuori campo di una società
che mischiava ritagli di adolescenza e umorismo con un sarcasmo autoriale di
primo livello.
E, ai bordi della vignetta, sempre continue scritte e
caratterizzazioni per dare più livelli di lettura a quest’ironia polivalente e
immediata. Questo era Palmiro e questo è tuttora Palmiro in una nuova e
preziosa (ri)uscita, a cura della DOUbLe SHOt che, partendo dall’atomo
iniziale, embrione di com’è nato e come si è sviluppato il personaggio,
ripercorre ogni singolo istante delle sue gesta: dalle strisce alle storie,
passando per le visioni e le narrazioni dell’autore in prima persona, per una
panoramica totale sul personaggio.
Una striscia da My name is Palmiro di Sauro Ciantini
Non si può parlare di antologia né di diario, ma di blocco
di appunti: Sauro Ciantini interviene al margine delle vignette incastrando
parole a sbuffi d’inchiostro e matita, spiegando e raccontando quanto la sua
vita sia in Palmiro e quanto questo anatroccolo si ripresenti sulle sue spalle
anche nei momenti meno appropriati.
Un volume prezioso per chi conosce Palmiro e per chi non
l’ha mai incrociato nelle sue disavventure. Un volume che può tirar fuori
facilmente una marea di ricordi e crearne di nuovi. Sempre sulla linea della
sopravvivenza alla “ragazza lontana” e alle sfortune quotidiane.

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matteo benedetti

la rubrica in fumo è diretta da gianluca testa


Sauro Ciantini –
My name is Palmiro. À la recherche du temps perdu 1
Associazione Culturale DOUbLe SHOt, Carmignano (PO)
2009
Pagg. 60, € 10
ISBN 9788896064207
Info: la scheda dell’editore

[exibart]


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