11 ottobre 2023

All’inizio della fiera: taglio del nastro per Frieze London e Frieze Masters

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C’è ancora Londra al centro dell’art market europeo. Le prime anticipazioni dalle super fiere in Regent’s Park, dall'antico al contemporaneo, nel giorno di preview

FRIEZE 2023
Lucio Fontana, Concetto spaziale, 1965. Holes and graffiti on aluminium sheet, 25.3 x 36.4 cm. Courtesy of Mazzoleni, London – Torino

Fischio di inizio, il gran giorno è arrivato. Ci sono oltre 160 booth a festeggiare il 20° anno di Frieze London, dai più patinati blue-chip fino ai nomi emergenti – con sezioni dedicate, a tratti nuovissime, a tratti ritrovate. Ci sono le superstar dell’acclamato art-system, stavolta nei panni inediti di curatori, con Tracey Emin che cura Vanessa Raw, Simone Leigh con Deborah Anzinger, Olafur Eliasson alle spalle di Fabian Knecht Artist-to-artist, questo il nome del format, quasi una sorta di restituzione intergenerzionale. È in arrivo mondo dell’arte intero, in realtà, curatori, direttori, ovviamente collezionisti, mercanti, addetti ai lavori, tutti accorsi da una parte all’altra del globo ad ammirare il meglio del meglio dell’arte contemporanea, ora concentrato sotto il cielo limpido di Regent’s Park. La sorella Frieze Masters, all’11esima edizione, completa il quadro – storico, geografico, strategicamente cross-category – con una panoramica che dal Novecento corre indietro fino al Paleolitico, millenni di arte senza limiti né categorie, dai vecchi maestri alle rarità del XX secolo, da De Jonckheere Colnaghi a Moretti Fine Art, passando per Gagosian, Pace Gallery, Skarstedt, Hauser & Wirth. Ed eccoli i protagonisti delle “due Frieze” – tre, considerando la sezione Sculptures, fuori dalle mura – cuore pulsante della settimana dell’arte di Londra, epicentro di eventi, di mostre, di aste, di altre fiere, di una città che si tiene stretto in pugno il suo primato europeo, con Paris+ che già freme, oltremanica, per rubare la scena.

«La Brexit», rivela a exibart la galleria Peres Projects, «è stata certamente una delle più grandi sfide che la scena artistica e il mercato londinese hanno dovuto affrontare da quando la città è diventata uno dei principali hub del mondo dell’arte. Tuttavia, nonostante l’introduzione di nuovi regolamenti e i necessari adattamenti che questi hanno richiesto, Londra rimane una scena molto fertile e progressista, che sostiene un mercato dinamico e costantemente forte». La selezione di quest’anno, al booth D15? Opere che si addentrano nei sogni, nelle fantasie, nell’immaginazione, una sfilza di panorami “what if”. I paesaggi di Rafa Silvares, Sholto Blissett e Emily Ludwig Shaffer, le scene teatrali di Yaerim Ryu, le cosmopoli abitate da donne e avvolte nelle tonalità dell’ora blu nei dipinti della britannica Cece Philips. «Non abbiamo dubbi che, ancora una volta, Frieze London si rivelerà una piattaforma eccezionale per mettere in contatto i nostri artisti con un pubblico importante e diversificato», dicono ancora dalla galleria. «Nel periodo che precede la fiera, abbiamo ricevuto un feedback molto positivo dalla nostra clientela, a dimostrazione del forte entusiasmo dei collezionisti per la prossima edizione e a conferma del fatto che Frieze London rimane un evento centrale nel mercato dell’arte globale».

Sholto Blissett, Second Nature I, 2023. Painting – Oil and acrylic on canvas 160 x 200 cm. Courtesy Peres Projects
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Dylan Solomon Kraus, The Neophyte (Blue Rider), 2023. Painting – Oil on linen, 120 x 200 cm. Framed Dimensions: 123 x 203 x 6 cm. Courtesy Peres Projects

Clima Gallery allo stand H32, con un solo-show di Vijay Masharani, classe 1995. Pilar Corrias – che ieri sera ha inaugurato la mostra di Christina Quarles al 51 di Conduit Street – punta i riflettori su un’altra voce femminile, Sophie von Hellermann, in scena al booth A23. Spazio ai giganti, c’è la solo presentation dei nuovi lavori di Damien Hirst da Gagosian, il titolo è The Secret Gardens Paintings – i protagonisti assoluti i fiori, «soggetti perenni per gli artisti», dai memento mori olandesi alle nuove esplosioni in viola di Hirst. «Abbiamo grande entusiasmo per questa edizione di Frieze che tasterà il polso alla situazione del mercato in Europa», commenta Fabrizio Padovani, titolare e proprietario con Alessandro Pasotti di P420, stand D11. Tra le proposte della nuova edizione, Untitled di Pieter Vermeersch (€ 50.000 + IVA), Pezzo di cielo di Adelaide Cioni (13.500), poi ancora la recente ceramica Comfortable di Shafei Xia (€ 12.000 + IVA) e Molar (jaw bone) (3) di June Crespo (€ 14.000 + IVA).

Shafei Xia, Comfortable, 2023. Ceramica dipinta e smaltata-painted and glazed ceramic, cm.54x107x2. Ph. C.Favero. Courtesy P420
P420 @Frieze London 2023, installation view. Photo Credit S.Pellion di Persano

Un’altra testimonianza in apertura, quella del colosso MASSIMODECARLO, con le sue sedi sparpagliate tra Londra, Hong Kong, Parigi, Beijing. E poi ovviamente in Italia, a Milano, con tanto di super fondazione nel Monferrato in arrivo – deadline stimata, 2025. «Siamo molto lieti», dichiara a exibart, «di tornare a Frieze London con una personale dell’artista cinese Xiyao Wang e di celebrare il nostro anno di trasferimento a Clifford Street, nel cuore di Mayfair». Classe 1992, nato a Chongqing e attualmente attivo a Berlino, Wang è protagonista a Frieze London con cinque grandi tele immersive – il titolo è En l’air, come un passo di danza classica, con la sua infinità delicata di variazioni. Un po’ paesaggi astratti, un po’ frammenti di ricordi sfuggenti, un po’ esplorazioni intangibili della forma umana. Il range price? «40-70k. Per Xiyao Wang c’è molto interesse e ci aspettiamo un ottimo risultato». Londra la definisce senza dubbi «vibrante centro di attività artistiche», ancora nessuna menzione alla controparte parisienne. E già fuori dai corridoi inaugura una nuova esposizione, quella di Austyn Weiner, residente a Los Angeles, che ha aperto ieri sera al numero 16 di Clifford Street.

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Courtesy MASSIMODECARLO. Photo by Todd-White Art Photography

Ci spostiamo a Frieze Masters, dove l’arte antica incontra il Novecento. Incluso il tradizionale stand di David Aaron Gallery, in fiera stavolta con un Nanosaurus di 150 milioni di anni fa. 130 gallerie guidate da Nathan Clements-Gillespie, la comfort zone di nomi noti, ma anche progetti tutti nuovi, come la sezione tematica Modern Women diretta da Camille Morineau – bella la presentazione di Ciaccia Levi e Galleria Martini & Ronchetti, tutta incentrata su Lisetta Carmi, che espone in contemporanea alla Estorick Collection; o ancora Studio, a cura di Sheena Wagstaff, i riflettori puntati sul luogo di creazione dell’artista (ve ne parlavamo qui). Varia, in generale, l’offerta degli spazi italiani. A partire dal gigante Galleria Continua, che al booth D09 punta i riflettori sugli inizi di Ai Weiwei. Ci sono gli anni di New York, 1983-1993, quelli in cui un 24enne Ai si trasferisce nella Grande Mela con soli 30 dollari in tasca, visita mostre, musei, gallerie, realizza opere ispirate a Warhol e a Duchamp, come quel Violin with Camouflage del 1983 ricalcato sul ready made; e c’è il periodo dal 1993 al 2000, quando l’artista torna in Cina per prendersi cura del padre malato e inizia a manipolare l’arte per affrontare sistema sociopolitico cinese.

Sullo sfondo, Dropping a Han Dynasty Urn, 1995. Trittico, stampa in bianco e nero, 208,5 x 274 x 6 cm ciascuna incorniciata. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA

Mazzoleni, booth B1. In collaborazione con Kukje Gallery, la galleria con sede a Londra e Torino mette a nudo l’Estetica della Differenza – un bel confronto tra lo Spazialismo e l’astrazione italiana nel Dopoguerra e l’aspetto non figurativo, monocromatico-geometrico degli artisti coreani. Lucio Fontana, Agostino Bonalumi e Dadamaino, Getulio Alviani – tra gli altri – in dialogo con nomi come Park Seo-Bo e Lee Seung Jio. Price ranges: $ 70.000 a circa $ 3.000.000. «Frieze Masters rimane un punto culminante del nostro calendario fieristico annuale e siamo particolarmente entusiasti di partecipare a questa nuova edizione», rivela a exibart Luigi Mazzoleni. Poi un commento sul mercato di Londra: «Con l’Art Week che pone la città sotto i riflettori, si può già percepire il fermento che irradia la città – mentre molti sostengono che Parigi prenderà il sopravvento come capitale del mercato dell’arte europeo, la concentrazione di collezionisti che affluiscono anche quest’anno a Londra è indiscutibile, mantenendo l’appeal internazionale che la contraddistingue. A differenza di qualsiasi altra città, Londra in questo periodo offre una combinazione unica di culture, attraverso un eclettico mix di mostre, aste e progetti trasversali che coinvolgono il pubblico internazionale, al di là dell’attrazione della fiera stessa». L’abbraccio complice tra players, ne parlavamo in apertura.

Mazzoleni and Kukje at Frieze Masters London. Credits Mark Blower. Courtesy Mazzoleni, London – Torino; Kukje Gallery

Punta l’attenzione su Consagra Tommaso Calabro, allo stand B11, mentre a Milano la galleria festeggia i cinque anni di avventura in San Sepolcro, prima di volgere lo sguardo verso le nuove aperture di Porta Romana, di Venezia, e ancora di Feltre, città natale del fondatore. «Sono molto felice della nostra partecipazione per il terzo anno consecutivo a Frieze Master!», il suo commento a exibart. «Quest’anno presenteremo un progetto monografico su Pietro Consagra che segue la mostra del 2022 organizzata in galleria a Milano». I pronostici per la sua selezione, con asking price dai 10.000 ai 200.000 euro: «Mi aspetto ottimi risultati. Nonostante i cambiamenti post-brexit che sicuramente hanno indebolito il peso di Londra nel mercato globale, questa rimane una delle fiere più uniche al mondo». Si aprano le danze, inizia Frieze.

Pietro Consagra (1920-2005), Ferro trasparente turchese II, 1966. Painted iron (cut, curved, welded and painted plates). 60.2 x 44.7 x 2.5 cm; base: 0.5 x 27 x 7 cm. Unique piece 0/3 of 4 unique pieces. Courtesy of Galleria Tommaso Calabro
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Pietro Consagra (1920-2005), Sottilissima, 2002. Perforated stainless steel. 22 x 22 x 0.02 cm. Unique piece 3/9. Courtesy of Galleria Tommaso Calabro

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